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Anev, arriva a Roma il II summit italiano sull’eolico offshore

Appuntamento alle 14.30 di martedì 23 luglio alla presenza del ministro Urso, con un focus sulla filiera nazionale
 |  Nuove energie

L’Associazione nazionale energia del vento (Anev) organizza a Roma il secondo summit italiano sull’eolico offshore, accendendo un faro sulla necessità di realizzare una filiera industriale nazionale che supporti il percorso di crescita di questa fonte rinnovabile fondamentale per la transizione ecologica.

L’appuntamento non a caso è intitolato La filiera italiana dell’eolico offshore, e si svolgerà – alla presenza tra gli altri del ministro delle Imprese, Adolfo Urso – a Roma il 23 luglio, dalle ora 14.30.

Focus del convegno sarà uno studio svolto da Nomisma Energia sulla filiera industriale italiana dell’eolico offshore. Oltre agli interventi dei principali stakeholder nazionali ed internazionali che daranno impulso e stimolo alla discussione, ci sarà modo di analizzare e pianificare il percorso amministrativo che i nuovi progetti dovranno affrontare al fine di proporre soluzioni efficaci per il sistema italiano.

«Fondamentale in questo processo – dichiarano dall’Anev – sarà la sempre maggiore efficienza degli approvvigionamenti di apparecchiature, la infrastrutturazione delle aree portuali e la gestione dei servizi che dovranno supportare la crescita di una filiera industriale nazionale per l’eolico marino tradizionale e flottante. L’eolico offshore è uno dei settori strategici della transizione energetica che può segnare un’importante traiettoria di crescita per il settore e consentire il raggiungimento della decarbonizzazione. Il settore eolico marino ha infatti un potenziale molto grande che bisogna sfruttare, è un settore maturo e ad alta tecnologia che prevede anche in Italia uno scenario positivo».

Ad oggi, invece, l’Italia ha lasciato pochissimo spazio allo sviluppo dell’eolico offshore. Basti osservare che ancora manca il Piano nazionale di gestione dello spazio marittimo – la cui assenza è costata al Paese il deferimento alla Corte di giustizia Ue –, che lungo gli oltre 7mila km di coste nazionali c’è un solo impianto in funzione, e che il nuovo decreto Aree idonee permette alle Regioni di limitare fortemente gli spazi dove poter veder sorgere le pale eoliche offshore.

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Redazione Greenreport

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