«Illegittimo lo stop alle rinnovabili in Sardegna, il governo intervenga»
Lo stop in Sardegna alle rinnovabili è illegittimo, il governo intervenga. Lo mettono nero su bianco Elettricità futura e Federazione Anie, aggiungendo la loro voce a quella delle tante sigle del mondo ambientalista che in questi mesi hanno duramente criticato la moratoria all’installazione di nuovi impianti green decisa dalla giunta Todde.
Le due associazioni aderenti a Confindustria, che insieme rappresentano l’intera filiera elettrica, hanno ora deciso di compiere un passo ulteriore, al di là degli appelli a rivedere una decisione a loro giudizio totalmente sbagliata: hanno messo al lavoro i propri uffici giuridici e legislativi e, dopo aver valutato che la normativa regionale sarda presenta forti profili di illegittimità costituzionale, hanno inviato una lettera al ministro per gli Affari regionali Roberto Calderoli e al titolare dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin chiedendo un intervento del governo affinché ponga rimedio alla situazione.
Si legge nella lettera recapitata questa mattina ai due dicasteri che dall’esame effettuato, la legge regionale dal titolo “Misure urgenti per la salvaguardia del paesaggio e dei beni paesaggistici e ambientali” «presenta forti profili di illegittimità costituzionale (per violazione dell’articolo 117 della Costituzione, in materia di legislazione concorrente di “produzione, trasporto e distribuzione nazionale dell’energia” e dell’articolo 41 della Costituzione in materia di libertà di iniziativa economica) e di contrasto con il diritto interno (per violazione degli articoli 1 e 20 del d.lgs. n. 199/2021, dell’art. 12 del d.lgs. n. 387/2003 e del D.M. del 10.09.2010), nonché con il principio di massima diffusione delle fonti energetiche rinnovabili (cfr. Corte Cost., sentenze n. 77 del 2022, n. 46/2021, n. 106 del 2020, n. 286 del 2019, n. 69 del 2018, n. 13 del 2014 e n. 44 del 2011), risultando, così, ostativa al conseguimento degli ambiziosi obiettivi nazionali ed europei di decarbonizzazione (alla luce del Pniec, del Pnrr e degli impegni assunti alla Cop28 e al G7)». Una lettera dunque contenente precisi riferimenti a specifiche norme vigenti e anche a recenti e meno recenti sentenze del Tar e della Corte costituzionale, secondo le quali dai principi che regolano la materia non viene evidenziato «un potere delle Regioni di provvedere autonomamente alla individuazione di criteri per il corretto inserimento nel paesaggio degli impianti alimentati da fonti di energia alternativa», né tantomeno il potere di «creare preclusioni assolute e aprioristiche che inibiscano ogni accertamento in concreto da effettuare in sede autorizzativa».
Nella lettera, firmata dal presidente di Elettricità futura Agostino Re Rebaudengo e dal presidente della Federazione Anie Filippo Girardi, si sostiene inoltre che la moratoria di 18 mesi decisa dalla giunta Todde contrasta anche con l’articolo 41 della Costituzione «in quanto costituisce un grave ostacolo all’iniziativa economica nel campo della produzione energetica da fonti rinnovabili».
Al termine della lunga e dettagliata disamina della norma regionale sarda, la lettera delle due associazioni di Confindustria si chiude con la richiesta dell’intervento da parte del governo «affinché sia evidenziato come le disposizioni sopra richiamate siano in conflitto con le norme fondamentali ed il quadro legislativo nazionale, oltre che eurounitario, e debbano, quindi, essere dichiarate illegittime». Al governo la risposta.