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Nuovo incendio su un sottomarino nucleare russo (VIDEO E FOTOGALLERY)

Il relitto ancora fumante dopo un incidente durante i lavori in un bacino di carenaggio
 |  Nuove energie

Il sottomarino nucleare russo  Orel, in fase di riparazione nel  cantiere Zvezdochka, a Severodvinsk nella regione Arkhangelsk, ha preso fuoco il 7 aprile. Si tratta dell’ultimo di una serie di incendi – il quarto dal 2011 - avvenuti nei cantieri di proprietà della United Shipbuilding Company. Ieri non era ancora chiaro se l'incendio sia sotto controllo.

L'Orel, un sottomarino lungo 155 metri, era da oltre un anno nel bacino di carenaggio nel quale ha preso fuoco e l’incendio sembra sia stato innescato da lavori di saldatura. Fortunatamente, come ha riferito una fonte anonima all'agenzia di stampa ufficiale Itar-Tass - il sommergibile della classe Oscar II non ha armi o combustibile nucleare a bordo, ma i testimoni che vivono vicino al cantiere segnalano uno spesso fumo e molti vigili del fuoco al lavoro. Secondo le agenzie di stampa russe sarebbe in fiamme il guscio isolante in gomma dell’Orel. Fino ad ora non si segnalano emissioni radioattive.

Il sottomarno Orel è entrato a far parte della Flotta del Nord nel 1992 ed era armato di missili anti-nave. La Tass dice che il reattore nucleare del sottomarino era stato chiuso molto prima dell’incendio di martedì: «La zona attiva del reattore è stato scaricata all'inizio delle riparazioni, pochi anni fa», ha detto la fonte anonima.

Nils Böhmer, direttore esecutivo Bellona, l’associazione ambientalista/scientifica norvegese/russa, ha detto: «Siamo lieti di sapere che a bordo del  sottomarino non ci sono né combustibile nucleare esaurito né munizioni. Ma mi piacerebbe vedere qualche conferma indipendente di queste informazioni provenienti da fonti russe».

Gli ultimi dispacci della Tass suggeriscono che il sottomarino potrebbe essere stato affondato per spegnere l'incendio perché l’utilizzo della schiuma da parte dei pompieri  «non sta portando i risultati. Viene preso in considerazione il completo allagamento del bacino con acqua».

I lettori più attenti di greenreport.it ricorderanno che nel 2011 il sottomarino nucleare Ekaterinburg venne danneggiato da un incendio, in circostanze apparentemente identiche, durante lavori nel cantiere di Roslyakovo, a nord di Murmansk e di proprietà della United Shipbuilding Company. Allora rimasero ferite almeno 9 persone mentre in questo nuovo incendio non sembra ci siano feriti

Un altro incendio è scoppiato nel settembre del 2014 a bordo del Tomsk, un sottomarino nucleare della Flotta del Pacifico, nel cantiere Zvezda,  vicino a Vladivostok. Anche l’incendio del  Tomsk somigliava molto a quello dell’Ekaterinburg: la fiamma ossidrica utilizzata per tagliare una grata ha dato fuoco al rivestimento in gomma usurato del sottomarino e da qui l’incendio si è esteso a cavi e vernice in fiamme.

Nel mese di marzo 2014, il Krasnodar, un sottomarino nucleare in riparazione nel cantiere di Nerpa, di proprietà  dell’ United Shipbuilding Company ha preso fuoco durante le riparazioni. Anche allora i rapporti parlarono di lavori di saldatura mal eseguiti.

Bøhmer conclude che è evidente che «L’United Shipbuilding Company non sta imparando dai suoi errori del passato. Possiamo aspettarci ancora ulteriori incendi: Ci dovrebbe essere un forte controllo governativo orte per arginare tutto questo e cambiare le loro pratiche».

Invece la Russia di Putin continua a sfornare allegramente nuovi sottomarini nucleari, a non affrontare davvero lo smaltimento dei cadaveri radioattivi di quelli di epoca sovietica e a gestire molto malew le riparazioni di quelli post-sovietici come l’Orel.

 

Redazione Greenreport

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