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I Kurdi di Kobane ad un passo dalla capitale dello Stato Islamico

I combattenti progressisti delle YPG conquistano due colline vicino Raqqa
 |  Nuove energie

La battaglia di Kobane, dove le donne e gli uomini kurdi hanno prima eroicamente resistito e poi hanno clamorosamente sconfitto le milizie nere dello Stato Islamico Daesh, sembrerebbe davvero aver rovesciato gli esiti di una guerra di conquista jihadista che sembrava inarrestabile.

Oggi il Syrian Observatory for Human Rights  ha annunciato che le unità di protezione del popolo (YPG) del Rojava, le milizie progressiste ed autonomiste kurde del Kurdistan Occidentale siriano legate al PKK,  hanno conquistato due colline strategiche all’interno dei confini amministrativi di Raqqa, la “capitale” dello Stato Islamico/Daesh.

Secondo il Syrian Observatory for Human Rights, una delle fonti più affidabile nel magmatico ed infido scenario di Guerra siriano, le forze YPG controllano Baghdak Hill nella in provincia di al-Raqqa e Jareqli Hill nel sud-ovest della città in mano al califatto dei  tagliagole islamisti . Le YPG kurde sono appoggiate da una brigata di ribelli di al-Raqqa e dal battaglione di Shams Al- Shamal che ha combattuto nella difesa e nella controffensiva di Kobane.

Quelli di Raqqa sarebbero gli scontri più intensi dal 26 gennaio, quando le milizie progressiste del Rojava hanno liberato Kobane e, secondo il Syrian Observatory for Human Rights ci sarebbero stati 35 morti nelle fila dei miliziani del Daesh e 4 tra i combattenti delle YPG kurde.

La conquista delle due colline che sovrastano la capitale dello Stato Islamico è stata poi confermata dal  Centro Stampa YPG che ha comunicato anche di aver catturato vivi 18 membri di quelli che i kurdi chiamano la gang dello Stato Islamico/daesh. L'avanzata dei combattenti kurdi del Rojava nel territorio che aveva occupato il Califfato nero non solo ha liberato diversi centri abitati nei quali vivono kurdi, altre minoranze etniche ed arabi sunniti, ma ha anche tolto al Daesh l'accesso senza problemi a parte delle zone petrolifere che controlla nel nord della Siria

Redazione Greenreport

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