
Petrolio: accordo Venezuela - Arabia Saudita per fermare la caduta dei prezzi?

Secondo la radio iraniana Irib, «la visita del Presidente della Repubblica Bolivariana del Venezuela, Nicolas Maduro, nei paesi dell'Opec (Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio) per riportare a livelli normali il prezzo del petrolio al barile ha cominciato a dare i suoi frutti».
Durante la visita a Riyadh, Maduro e il principe ereditario saudita Salman Bin Abdulaziz avrebbero concordano una strategia per stabilizzare il mercato del petrolio. Irib dice che l’informazione è arrivata da una fonte che ha avuto accesso di prima mano alle conversazioni che hanno avuto luogo a Riyadh tra la delegazione venezuelana, presieduta da Maduro, e il ministro saudita del Petrolio, Ali Al Naimi».
Gli iraniani sono ben informati, visto che Maduro veniva proprio da Teheran e che un comunicato ufficiale della presidenza venezuelana conferma come in Arabia Saudita, «dopo il ricevimento nel Palazzo Reale, si è tenuta una riunione tra le due personalità per conversare sul tema del petrolio e la necessità che questo organismo internazionale [l’Opec] continui a svolgere un ruolo stabilizzatore, come già evidenziato dal Capo dello Stato venezuelano». Il tour internazionale di Maduro - iniziato il 4 gennaio a Mosca - lo ha portato anche in Cina, in occasione del summit Cina-America Latinpec, per sostenere i prezzi mondiali del petrolio.
Ora Maduro è in Qatar, ex alleato di ferro dell’Arabia Saudita dalla quale l’ha divisa la diversa politica verso i Fratelli musulmani e l’irredentismo salafita libico, con Riyadh schierata con il nuove regime egiziano e con l’occidente in Libia, mentre i due Paesi continuano a finanziare e armare insieme gli insorti islamisti in Siria.
Rouhani ha sottolineato che «senza dubbio la collaborazione dei membri dell'Opec potrebbe stabilizzare i prezzi a livelli ragionevoli nel 2015», e Maduro ha esortato i Paesi esportatori di petrolio «a compiere sforzi per ripristinare la stabilità dei prezzi del petrolio». Tradotto vuol dire che Venezuela e Iran lavoreranno insieme per far aumentare il prezzo dell’oro nero.
Venezuela e Iran, insieme alla Russia e a diversi Stati africani, sono tra i paesi più inguaiati per il brusco calo del greggio e Maduro prima di lasciare l'Iran – non potendo dare la colpa ai sauditi – ha detto che «gli Stati Uniti puntano a dominare il mercato e uccidere i prezzi del petrolio per colpire la Russia, il Venezuela e altri paesi. Continueremo a difendere l'Opec per cercare una strategia comune di difesa del mercato».
Sulla questione era già intervenuto anche l'Ayatollah Ali Khamenei, la guida suprema dell’Iran, che il 9 gennaio era intervenuto affermando che il crollo del prezzo del petrolio è «politico». Secondo quando scrive l’agenzia ufficiale iraniana Irna, Khamenei durante l’incontro con Maduro ha sottolineato che «i nostri nemici comuni utilizzano il petrolio come uno strumento politico e hanno un ruolo nella forte caduta del prezzo del petrolio». Ricordiamo che tra i nemici politici dell’Iran, oltre agli Usa, il più acerrimo – insieme allo Sato Islamico/Daesh – è proprio l’Arabia Saudita, visitata il giorno dopo da Maduro.
Il presidente venezuelano, dopo aver chiesto un rafforzamento dei legami politici ed economici tra Venezuela e Iran, ha aggiunto: «Cerchiamo di arrivare a un accordo tra i paesi membri dell’Opec e altri Paesi produttori, tra i quali la Russia, per controllare a caduta dei prezzi del petrolio».
