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Quale futuro per le due centrali Enel di Livorno e Piombino? Alcune ipotesi di scuola

 |  Nuove energie

Francesco Starace, ad di Enel, è stato chiaro: la domanda elettrica non ripartirà mai con i tassi di crescita che ci aspettavamo" e per questo è arrivato il tempo di chiudere o almeno ripensarne il ruolo delle centrali non più strategiche: 23 in tutta Italia, tra le quali è ovvio ci siano anche quella termoelettrica Marzocco di Livorno e quella di Tor del Sale a Piombino. Perché ? Perché entrambe sono alimentate ad olio combustibile il cui futuro è segnato in quanto troppo inquinante e perché di riconversione a metano e men che meno a carbone non se ne parla proprio.

Questo però non significa che le centrali chiuderanno domani, almeno non queste due, a differenza di Trino, Porto Marghera, Alessandria, Campomarino, Carpi, Camerata Picena, Bari, Giugliano e Pietrafitta che invece saranno sicuramente dismesse. Per Livorno e Piombino, invece, si attenderà del tempo perché potrebbero sempre arrivare offerte per fare impianti di altro tipo.  Una riconversione da parte delle istituzioni ad esempio a biomassa, oppure la richiesta di utilizzare l’area o comprarla per un altro uso.

E’ ovvio che saranno decisivi i prossimi mesi, quello che è sicuro sono due cose: 1) nessun problema occupazione, perché tutti i dipendenti verranno riassorbiti; 2) al momento Enel non ha ricevuto alcuna offerta ufficiale né per l’impianto, né per l’area. Dal punto di vista ambientale, va detto, la chiusura definitiva dei due impianti sarebbe senz’altro benefico, ma essendo quello di Livorno soprattutto praticamente spento da anni, ormai non è che cambierà un granché.

Redazione Greenreport

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