
Russia: «Abbiamo prodotto il combustibile nucleare del futuro». Ma è il pericolosissimo Mox

Il gruppo monopolista del nucleare russo, Rosatom, ha annunciato di aver prodotto il primo lotto del «combustibile nucleare del futuro, che sarà prossimamente prodotto in serie».
L’annuncio in patria è stato dato in pompa magna, e subito ripreso da Ria Novosti, con un comunicato dell’impianto minerario e chimico di Jeleznogorsk, nel remoto territorio orientale di Krasnoiarsk.
In realtà, però, il “combustibile nucleare del futuro” non è altro che il famigerato Mixed oxide fuel, conosciuto come Mox, costituito da plutonio e uranio, o meglio il prodotto di scarto dei processi di arricchimento dell'uranio, e che veniva prodotto in Giappone utilizzando il combustibile esausto delle centrali nucleari europee.
Il Mox è strettamente legato (ancora di più dei combustibili nucleari “normali”) al nucleare militare, ed è in grado di alimentare i reattori a neutroni rapidi che funzionano a ciclo chiuso.
Questo, secondo la propaganda nuclearista, permetterebbe di ridurre la quantità di scorie radioattive: peccato che quelle stesse scorie siano molto più radioattive e ancor meno gestibili di quelle “tradizionali”.
Ria Novosti scrive con ardore patriottico: «Pochi Paesi dispongono delle tecnologie necessarie per costruire i reattori a neutroni rapidi e la Russia è il leader mondiale in questo settore».
Vengono i brividi a pensare che la Russia, allora Unione Sovietica, diceva le stesse cose dei reattori che hanno causato l’immane tragedia nucleare di Chernobyl, e che stanno ancora avvelenando un bel pezzo di Ucraina, Bielorussia e Russia.
