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Italia e Austria mettono a rischio la Nature restauration law

Ma il governo Meloni non risponde agli appelli degli scienziati e degli ambientalisti e di CIPRA
 |  Natura e biodiversità

Come ricorda Veronika Hribernik, CIPRA International, «A metà giugno 2024 il Consiglio Ambiente dell’Ue potrebbe pronunciarsi sulla legge per il ripristino della natura. Tuttavia, non c’è ancora una maggioranza favorevole tra gli Stati membri, nonostante il chiaro sostegno della società civile e della scienza». Anche due Paesi alpini, Italia e Austria, sono contrari.

La Nature restauration law intende ripristinare e proteggere gli ecosistemi danneggiati come foreste, fiumi e torbiere: una grande opportunità per l’adattamento ai cambiamenti climatici, la prevenzione dei disastri e la sicurezza alimentare in tutta Europa. Nonostante alcuni obiettivi vincolanti, i Paesi mantengono un ampio margine di manovra.

A metà maggio, i ministri dell’ambiente di Irlanda, Germania, Francia, Spagna, Repubblica Ceca, Danimarca, Estonia, Cipro, Lussemburgo, Lituania e Slovenia hanno inviato una lettera ai loro colleghi degli altri Paesi Ue  perché votino a favore della legge sul ripristino della natura e la Commissione internazionale per la protezione delle Alpi (CIPRA)  sottolinea che «L’occasione per farlo si presenterà al prossimo Consiglio Ambiente che si terrà il 17 giugno in Lussemburgo. La mancanza di una maggioranza a favore della legge accuratamente redatta è preoccupante. La marcia indietro sui compromessi concordati dopo mesi di negoziati mette a rischio le istituzioni democratiche e mette in discussione il processo decisionale politico dell’Ue».

Ad aprile l’European Academies Science Advisory Council (Easac), che riunisce le Accademie nazionali delle scienze di tutta Europa, aveva espresso in un appello il «forte sostegno» all’approvazione della legge Ue sul ripristino della natura e aveva esortato  «Gli Stati membri dissenzienti o astenuti a riconsiderare la loro posizione e a tenere conto delle migliori prove scientifiche disponibili e a difendere la legge».

Poco dopo, 31 associazioni ambientaliste italiane hanno criticato la posizione contraria del governo Meloni e lo hanno invitato a sostenere la legge, ricordando alla premier e al ministro dell’ambiente Gilberto Pichetto Fratin che la posizione dell’Italia «E’ determinante per le sorti della legge sulla Nature Restoration law, di rivedere la propria decisione contraria alla legge e sostenerne l’approvazione. Non si assumano la presidente Meloni e il ministro Pichetto Fratin la responsabilità di affossare un provvedimento così prezioso. Ne va del nostro futuro». Un sondaggio condotto in Italia ha rivelato che l’85% dei cittadini è favorevole alla legge.

CIPRA evidenzia che «Se tutti gli Stati dovessero mantenere la loro posizione, il voto dell’Austria potrebbe essere decisivo. Finora i Länder hanno bloccato il progetto di legge nonostante l’approvazione della ministra dell’ambiente austriaca; recentemente tuttavia, in seguito alla revisione del progetto di legge, Vienna e la Carinzia hanno cambiato la loro posizione. Inoltre, una petizione lanciata in tutta l’Austria chiede l’approvazione della legge sul ripristino della natura come risposta alla crisi del clima e della biodiversità».

La presidente della CIPRA Serena Arduino confida nella lungimiranza della politica: «Contiamo che i Paesi che non hanno ancora approvato la legge sul ripristino della natura lo facciano nei prossimi giorni, soprattutto i due Paesi alpini. Sappiamo dove e come possiamo ripristinare la natura nelle Alpi».

Redazione Greenreport

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