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Pesca, al via Commissione per riformare le sanzioni

Coapi: combattere la pesca illegale è una delle richieste del nostro documento ufficiale per salvare l’agricoltura e la pesca
 |  Natura e biodiversità

Il Ministero dell'Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste (MASAF) ha nominato un gruppo di lavoro per la riforma del sistema sanzionatorio pesca e convocato la prima riunione per il 13 giugno.

In una nota il ministero spiega che  «La revisione delle regole del sistema sanzionatorio ha l'obiettivo di rendere congrue le sanzioni rispetto al fatto illecito commesso, senza criminalizzare una categoria vessata da continue e improduttive riduzioni delle attività di pesca professionale imposte da Bruxelles. Riteniamo doveroso metter mano ad un sistema che deve, da una parte, punire i trasgressori che attentano alla inestimabile biodiversità che popola il nostro Mediterraneo, ma, dall'altra, deve permettere di poter garantire il sostentamento di intere famiglie, nonché il mantenimento di tipicità e tradizioni locali. Il Ministero ha dato avvio con convinzione a un percorso di riabilitazione della pesca italiana. Abbiamo iniziato in Italia e proseguito in Europa, prima negando il nostro assenso alle imposizioni di riduzioni di flotta e giornate di pesca, poi contrastando il Piano d'azione pesca adottato dalla Commissione europea che vorrebbe l'azzeramento della flotta a strascico, fondamentale per il nostro sistema produttivo, senza avviare prima nessuno studio dell'impatto socioeconomico che questa misura comporterebbe e senza un serio piano di conversione. Abbiamo continuato questa nostra battaglia presentando ricorso alla Corte di giustizia Dell'Ue al regolamento controlli pesca, che criminalizza inutilmente un'intera categoria. Con la riforma del sistema sanzionatorio che il Ministero ha avviato si vuole rendere giustizia al pescatore, che in quanto coltivatore del mare è, se non l'unico, sicuramente il più affidabile bioregolatore del mare».

Una decisione accolta con favore dal Coordinamento Agricoltori e Pescatori (Coapi) esprime apprezzamento per la costituzione del gruppo di lavoro che sarà presieduto dal direttore generale del dipartimento della pesca marittima del MSAF, Francesco Saverio Abate.

Il portavoce del Coapi, Gianni Fabbris, ha commentato: «Si tratta di un primo risultato positivo,  sopravvenuto all’incontro del 7 giugno scorso con il sottosegretario all’Agricoltura, Patrizio Giacomo La Pietra, quando il Coapi aveva chiesto un impegno per aprire tavoli tecnico politici sulle condizioni di crisi dell’agricoltura e della pesca e  - nello specifico - vi era stato un primo confronto tra il nostro rappresentante dei pescatori Nunzio Stoppiello, della marineria di Manfredonia  e la dottoressa Sandra Locatelli della segreteria del direttore della direzione generale pesca Francesco Saverio Abate».

Secondo il Coapi, «Le norme nazionali sulle sanzioni contro la pesca illegale attualmente in vigore, sono modellate su quelle che l’Ue assume dal modello della pesca dei Mari del Nord e dell’Oceano Atlantico (un sistema altamente intensivo, non selettivo e industriale) e non tengono conto delle peculiarità della piccola pesca locale del Mediterraneo finendo per essere dissuasive più verso l’esercizio della piccola pesca locale che verso la pesca illegale. Una piccola e media pesca che ha un più basso impatto ambientale perché legata alla capacità degli operatori di cambiare tecniche di cattura nell’arco dell’anno secondo stagionalità».

Il Coapi prende atto con soddisfazione anche che, dopo anni, «il Governo abbia deciso finalmente di costituire la direzione generale per la pesca e l’acquacoltura presso la Presidenza del Consiglio (art 12 del decreto Decreto legge  15 maggio 2024, n. 63 “Istituzione del Dipartimento per le politiche del mare”) , un atto certamente dovuto che smuove la dinamica istituzionale nella

direzione di affrontare le risposte che da tempo attendono i pescatori italian» e sollecita il MASAF, come sottolineato sempre nel documento presentato al Governo sulla pesca durante l’incontro con il Sottosegretario La Pietra, a ricostituire la piena funzionalità dell’Ufficio PEMAC III, assegnando il ruolo dirigenziale da troppo tempo vacante per favorire l’interlocuzione con i pescatori».

Redazione Greenreport

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