Caccia selvaggia: emendamenti al decreto Agricoltura per stravolgere la legge sulla fauna
La svolta in salsa elettoralistico/venatoria l’ha annunciata con un reel su Facebook il deputato leghista Francesco Bruzzone: «Ecco gli Emendamenti che ho proposto per il Decreto Agricoltura che dovrà essere approvato dal Parlamento entro il 10 Luglio!».
Si tratta degli emendamenti al Decreto legge “Agricoltura”, in fase di conversione al Senato presentati alla viglia delle elezioni europee come se Bruzzone fosse a una qualche sagra del tordo e della polenda ed Enpa, Lac, Lav, Legambiente, Leidaa, Lipu, Lndc, Oipa, Pro Natura e Wwf Italia la definiscono a ragione «Una situazione di clamorosa violazione delle regole comunitarie e costituzionali, finalizzata a favorire i cacciatori, che va fermata sul nascere con l’inammissibilità degli emendamenti».
Gli emendamenti della Lega ex Nord sono un’aperta sfida alla legislazione europea e italiana: «Sparare agli uccelli in migrazione sui valichi montani, sottrarre i richiami vivi dalle tutele della legge, impedire ai cittadini e alle associazioni la possibilità di presentare ricorsi contro i calendari venatori illegittimi sono alcuni dei contenuti degli emendamenti presentati, che nulla hanno a che vedere con le tematiche agricole e, se approvati, porterebbero allo smantellamento della normativa italiana sulla tutela della fauna e la regolamentazione della caccia – denunciano le associazioni ambientaliste e animaliste - La gravità di questa iniziativa è almeno doppia. Anzitutto, siamo di fronte alla violazione delle norme comunitarie che prevedono, tra l’altro, la speciale tutela degli uccelli migratori e la sostanziale dismissione della pratica dei richiami vivi, senza considerare gli avvertimenti continui giunti dall’Europa sulla necessità che i calendari venatori siano emanati con atto amministrativo, per consentire le verifiche e nel caso le contestazioni. Va in tal senso ricordato che l’Italia, in materia venatoria, è oggetto di una procedura di infrazione e di una procedura Eu-Pilot i cui contenuti vertono su molti dei temi implicati dagli emendamenti. La loro approvazione andrebbe addirittura ad aggravare le condizioni di inadempienza da parte del nostro paese».
E le associazioni evidenziano che «Poi c’è la violazione dei principi costituzionali che regolano la decretazione di urgenza, su cui lo stesso Presidente della Repubblica Sergio Mattarella è intervenuto ripetutamente, ricordando la necessità di rispettare i limiti di contenuto dei provvedimenti di urgenza, evitando di utilizzarli come vettore per veicolare norme incongrue e certamente non urgenti. È esattamente il caso degli emendamenti in oggetto, che andrebbero a stravolgere, con decreto, la storica legge quadro sulla tutela della fauna e la regolamentazione della caccia nel mentre la stessa materia è discussa in una proposta di legge ad hoc, dalla quale gli emendamenti sono di fatto estrapolati».
Enpa, Lac, Lav, Legambiente, Leidaa, Lipu, Lndc, Oipa, Pro Natura e Wwf Italia fanno notare che «C’è infine l’aspetto più concreto, e cioè il danno materiale che conseguirebbe dall’ammissione e dall’approvazione degli emendamenti. Un danno agli uccelli migratori, patrimonio indisponibile della comunità internazionale, già sofferenti per molti motivi, e alla biodiversità in genere, anche in spregio dell’articolo 9 della Costituzione, che prevede che la Repubblica tuteli l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi anche nell’interesse delle future generazioni».
Le associazioni concludono: «Per tutte queste ragioni chiediamo al Presidente della Commissione agricoltura del Senato, Luca De Carlo, di dichiarare inammissibili gli emendamenti e al Governo di porre finalmente un argine a questo tentativo di deriva venatoria, che sta superando i limiti e tanti problemi istituzionali, amministrativi e sociali genera al nostro paese».