
Eccezionale: scoperto un “nuovo” mammifero in Amazzonia [FOTOGALLERY]

Una nuova specie di tapiro, un mammifero dell’ordine degli perissodattili (che raggruppa cavalli, zebre, rinoceronti e tapiri) è stato scoperto da un team di ricercatori brasiliani, della Guyana Francese e austriaci nelle regioni amazzoniche delle savane, a nord di Porto Velho, alla frontiera degli Stati brasiliani di Rondonia ed Amazonas e nel dipartimento colombiano dell’Amazonas.
Gli scienziati, dopo 10 anni d ricerca ed analisi, lo hanno chiamato Tapirus kabomani, dal nome dato al tapiro nella lingua amerindia Paumari: "Arabo kabomani". Si tratta della prima nuova specie di perissodattili descritta negli ultimi 100 anni e di uno dei più grandi mammiferi scoperti durante l’ultimo secolo. Inoltre, questo è il più grande mammifero terrestre ad essere scoperto negli ultimi decenni, dopo che nel 1992 venne trovata la misteriosa saola in Vietnam e Cambogia, un bovino con le lunghe corna che vive nella foresta pluviale indocinese e che ha circa la stessa dimensione del nuovo tapiro. La scoperta è stata ufficializzata con lo studio “A new species of tapir from the Amazon” pubblicato sul Journal of Mammmalogy.
La prima evidenza della nuova specie si è avuta con la scoperta di un cranio da parte del paleontologo brasiliano Mario Cozzuol, allora professore all’ Universidade Federal de Rondônia e che oggi lavora per Universidade Federal de Minas Gerais. Dopo approfondite analisi morfologiche e genetiche di altri crani e tessuti, raccolti anche con l’aiuto degli indios Karitiana che vivono in questa parte dell’Amazzonia brasiliana, è apparso evidente che si trattava di una nuova specie.
Infatti, la nuova specie è regolarmente cacciata dai Karitiana che la chiamano "piccolo tapiro nero” ("anta pretinha" in portoghese), è simile al tapiro brasiliano (Tapirus terrestris), ma ha il pelo più scuro ed è significativamente più piccola: mentre un tapiro brasiliano può pesare fino a 320 Kg, il Kabomani arriva a 110 Kg e probabilmente il suo nome comune diventerà tapiro pigmeo o nano. Ha anche le gambe più corte del suo cugino, un teschio diverso dai suoi simili e una cresta meno prominente.
Secondo Fabricio Santos, dall’università federale di Minas Gerais e coordinatore degli studi genetici,«Questa nuova specie era stata cacciata nel nord del Mato Grosso dall’ex presidente americano Theodore Roosevelt, all’inizio del XX secolo! L’esemplare prelevato all’epoca (1912, ndr) si trova ancora nella collezione del Museo americano di storia naturale di New York, negli Usa, senza che nessuno gli avesse prestato un’attenzione particolare, mentre lo stesso Roosevelt aveva scritto una piccola nota dicendo che secondo gli abitanti della regione questo tapiro era differente dagli altri».
Eppure, come sottolinea Cozzuol in un’intervista a Mongbay, «I popoli indigeni tradizionalmente riferivano di aver visto quello che chiamavano “un diverso tipo di anta”. Tuttavia, la comunità scientifica non ha mai prestato molta attenzione al fatto, affermando che era sempre lo stesso Tapirus terrestris. Loro non hanno dato valore alla conoscenza locale e pensavano che la gente del posto si sbagliasse. La conoscenza delle comunità locali devono essere prese in considerazione ed è quello che abbiamo fatto nel nostro studio che è culminato di una specie nuova per la scienza. I popoli indigeni sono stati essenziali, soprattutto perché sanno di questa “varietà” da decenni, se non da secoli, ed i cacciatori possono distinguere con precisione entrambe le specie». Sono stati gli indios Karitiana a fornire i crani di kabomani che hanno permesso ai ricercatori, insieme all’analisi del Dna, di “scoprire” la nuova specie di tapiro che si è rivelato essere il secondo più grande mammifero terrestre del Sud America. I tapiri sono stati cacciati per migliaia di anni e svolgono ancora un ruolo molto importante in molte tribù indigene, sia come cibo che nelle loro mitologie. Inoltre, questi grandi animali sono vitali per gli ecosistemi: «Come consumatori e dispersori di semi, hanno un ruolo chiave nella dinamica delle foreste pluviali, nel Cerrado, nel Pantanal, e negli ecosistemi di alta montagna», si legge nello studio.
I tapiri hanno fatto la loro prima apparizione sul pianeta circa 50 milioni di anni fa, nell’Eocene e sono considerati fossili viventi, perché non sono cambiati molto da allora. Sono facilmente identificabili per la loro dimensione e la loro caratteristica proboscide corta e straordinariamente flessibile, che impiegano per afferrare la vegetazione. Nonostante la loro massiccia corporatura, i tapiri sono generalmente considerati timidi e sfuggenti e sono per lo più attivi di notte. Sono anche ottimi nuotatori e nonostante la loro reputazione di “pigri”, in realtà sono abbastanza intelligenti. I primi tapiri si sono evoluti in Nord America e poi sono emigrati in Asia, Sud America e anche in Europa, dove ora sono estinti. Oggi ne rimangono 5 specie conosciute, 4 delle quali si trovano in Centro e Sud America (tapiro brasiliano, tapiro di montagna, tapiro di Baird e il Kabomani), mentre in Asia vive il tapiro malese. Tutte le specie di tapiro del mondo sono minacciate di estinzione a causa della caccia eccessiva e della distruzione degli habitat e gli scienziati ritengono che per il Kabomani la situazione sia anche peggiore: «Il tapiro brasiliano, che è considerato vulnerabile dall’Iucn, vive nella maggior parte dei biomi del Sud America, e Il Tapirus kabomani è stato trovato solo in aree dell’Amazzonia con praterie aperte. Poiché gli individui della nuova specie sono scarsi, e più ristretti nel loro habitat locale, dovrebbe essere molto più minacciati del tapiro comune – osserva Santos - Inoltre, la regione del Rio delle Amazzoni, dove è stato scoperto il tapiro sta affrontando pressioni umane pesanti, tra cui due grandi dighe e progetti di costruzione di strade enormi, oltre ad alti tassi di deforestazione». non sia diverso. In realtà, data la sua scarsità e il suo habitat ridotto, e dato che è più piccolo degli altri tapiri, potrebbe essere enormemente in pericolo». I ricercatori fanno notare che «Il sud dell’Amazzonia è attualmente oggetto di intenso cambiamento del paesaggio a causa della deforestazione e dell'aumento della popolazione umana. La regione è probabilmente più minacciata dal global warming che altre regioni del Sud America ed è considerata un hot spot della biodiversità con una documentata ricchezza di specie».
La ricerca genetica dimostra che il tapiro Kabomani si è separato dal suo parente più prossimo, il tapiro brasiliano, circa 300.000 anni fa, molto tempo prima che gli esseri umani arrivassero in America, anche se i tapiri brasiliani e il Kabomani in alcune aree condividono ancora gli stessi habitat. Secondo le ricerche effettuate fino ad oggi, la nuova specie è più comune lungo il corso superiore del fiume Madeira, dove ci sono sia gli habitat di foresta che di savana. Quando uno di questi ecosistemi comincia a dominare, tuttavia, la specie diventa più rara. Il team di ricerca brasiliano-franco-austriaco ipotizza che la specie si sia evoluta «Durante i periodi secchi del Pleistocene, associata alla frammentazione della foresta». Inoltre, la ricerca genetica mostra che il tapiro brasiliano e il tapiro di montagna ( Tapirus pinchaque ) sono più strettamente correlati tra loro che con il Kabomani, «Il che potrebbe significare una recente rottura tra le due specie con i tapiri di montagna in rapida evoluzione nelle foreste pluviali andine ad alta quota o qualcosa di ancora più sorprendente – dice Santos - Ci potrebbe essere un'altra specie all'interno di quello che abbiamo chiamato Tapirus terrestris, in particolare gli individui che si trovano nell’Amazzonia dell’Ecuador e nel Perù settentrionale»,
Ora che l’esistenza del nuovo tapiro è stata finalmente rivelata all’opinione pubblica mondiale, scienziati e ambientalisti avranno il loro bel da fare per proteggerlo. Un altro degli autori dello studio, Flavio Rodrigues, professore di ecologia all’Ufmg, sottolinea: «La nostra prossima tappa consiste nel determinare la ripartizione reale e lo stato di conservazione di questa nuova specie, che è già probabilmente minacciata, come la specie più comune in Brasile, Tapirus terrestris, considerata vulnerabile dalla Lista Rossa dell’Iucn»
Infatti, gli scienziati sospettano che la nuova specie si possa trovare anche nel Guiana Shield nell’Amazzonia orientale e, secondo alcune fotografie e le conoscenze locali, in un areale che si estende dal Brasile alla Guyana francese.
