Roditori coraggiosi, eroi delle foreste
Come tra gli esseri umani, ogni animale ha la sua e, come dimostrato da numerosi studi condotti da Alessio Mortelliti, già professore associato all’University of Maine. l’audacia, la curiosità e l’aggressività di un piccolo mammifero influisce su tutte le fasi della dispersione dei semi,
Mortelliti, ora professore associato di ecologia all’università degli studi di Trieste, vanta un’esperienza ventennale nello studio dell’ecologia e del comportamento dei mammiferi e di come queste conoscenze possano facilitare la loro conservazione. In passato, ha effettuato numerosi progetti di campo in Italia, Austria, Stati Uniti, Indonesia, Kenya, Tunisia e Mauritania. Lo scienziato
spiega che «Quando un roditore trova una ghianda caduta ai piedi della pianta madre, troppo pesante per essere trasportata dal vento, la porta con sé in uno dei suoi nascondigli segreti. In una stagione un roditore come un topo può accumulare centinaia di ghiande in giro per i boschi, che consumerà poi lentamente nel corso dei mesi invernali. Può però succedere che il topo venga predato – ad esempio da un gufo – o che il topo dimentichi dove ha nascosto la ghianda. Quando questo accade il topo ha involontariamente giovato alla quercia, disperdendone il frutto, che così può germinare. Ogni anno una quercia produce centinaia di ghiande confidando nel fatto che alcune vengano nascoste da piccoli mammiferi e non ritrovate»
La relazione tra roditori e piante è ambivalente: a volte i topi sono antagonisti perché predano le ghiande, in altre circostanze topi e alberi traggono vantaggio reciproco con una relazione mutualistica. All’università di Trieste ricordano che «iStudi passati hanno mostrato come alcuni individui, quelli più audaci o curiosi, abbiano maggiori probabilità di disperdere semi, ciò significa che questi individui sono particolarmente importanti per il funzionamento di un ecosistema. Comprendere quali sono le caratteristiche di questi individui fondamentali per gli ecosistemi e come conservarli è di primaria importanza per l’adattamento delle specie ai cambiamenti globali».
Intanto, in Val d’Alba ha preso il via il progetto di ricerca “Predicting the range-shifts of woody plant species by incorporating the critical role of small mammal scatter-hoarders”, finanziato da un Progetto di ricerca di interesse nazionale (Prin) del PNRR, condotto per la prima volta in Europa da un gruppo di ricerca dell’università di Trieste in collaborazione con la Sapienza Università di Roma e il Parco delle Prealpi Giulie, che ha l’obiettivo di studiare la relazione tra la personalità individuale dei piccoli mammiferi e la dispersione dei semi.
L’ipotesi nasce da numerosi studi che il team di ricerca di Mortelliti ha condotto nell’ultimo decennio nel Maine, dove ha scoperto che «Gli individui coraggiosi sono quelli che percorrono maggiori distanze con i semi e che li nascondono in siti ottimali per la germinazione. All’interno di una specie e di un ecosistema esisterebbero, quindi, individui particolarmente importanti per la dispersione dei semi e, di conseguenza, anche per l’adattamento di una pianta ai cambiamenti climatici. Saranno questi individui, infatti, che permetteranno a piante come querce e faggi di adattarsi ai cambiamenti climatici migrando in latitudine ed altitudine».
I ricercatori italiani, aiutati anche da studiosi dell’università del Maine, in visita in Italia ad inizio giugno, condurranno due esperimenti sul campo. All’università di Trieste spiegano ancora che «In una prima fase misureranno la personalità dei roditori e li esporranno a semi nuovi – tali poiché appartenenti ad una specie legnosa non ancora presente negli ecosistemi oggetto di indagine, ma che potrebbe arrivare in futuro proprio come risposta ai cambiamenti climatici. L’ipotesi è che gli individui più audaci saranno quelli che interagiranno di più con questi semi sconosciuti. Seguendo i semi – tracciati con una polvere fluorescente – e misurando i tassi di germinazione, i ricercatori assoceranno ogni singolo roditore al destino delle semenze: oltre a valutare se alcuni tratti della personalità aumentino la probabilità di dispersione, i ricercatori identificheranno anche i tratti dei semi (es. massa, forma) che incrementano la probabilità che questi vengano predati o dispersi. Infine, conducendo una serie di simulazioni, valuteranno i potenziali effetti della personalità sulla composizione delle comunità forestali e sulle capacità di adattamento delle specie ai cambiamenti globali».
Il progetto porterà anche alla creazione di una guida su come sfruttare il ruolo dei roditori per migliorare la migrazione assistita – ossia lo spostamento assistito dall’uomo di piante verso habitat climaticamente più adatti – e una check-list dei tratti e delle specie vegetali con alta probabilità di successo nell’espansione.