Elezioni europee: quanto contano (e quanto influenzano) le lobby venatorie?
Tra i temi di confronto di questa abbastanza stanca campagna elettorale per il rinnovo del Parlamento europeo spiccano l’ambiente e la natura, diventati terreno di con uno scontro acceso tra chi sostiene che l’Europa deve continuare a fissare obiettivi ambiziosi per garantire il benessere presente e futuro e chi, al contrario, si oppone alla transizione ecologica e dipinge la natura come un elemento ostile da cui difendersi. Un contrasto ancora più evidente quando si parla del rapporto con gli animali selvatici, dove la politica si divide tra chi punta alla convivenza e alla prevenzione e chi propone come unica soluzione gli abbattimenti di ogni specie ritenuta problematica, come testimonia la recente proposta di declassare lo status di protezione del lupo per autorizzarne l’uccisione.
Pensando a questo, il Wwf Italia ha pubblicato il rapporto “Caccia e politica: come il mondo venatorio influenza le scelte europee e le nostre vite” che è anche un approfondimento anche per il ruolo dell’Unione europea sulle politiche ambientali unitarie e degli Stati membri.
Il Wwf sottolinea che «Le lobby delle armi e dei cacciatori sono tra le più ascoltate e già nella legislatura europea che si è appena conclusa diversi parlamentari di riferimento del mondo della caccia e delle armi hanno influenzato, anche sensibilmente, le decisioni dell’europarlamento». Il nuovo studio, realizzato nell’ambito dell’Osservatorio sulle elezioni europee che il Wwf sta portando avanti attraverso incontri e dossier, il Panda italiano vuole squarciare il velo sulla interazione tra questi gruppi di pressione e le forze politiche, sia in fase di campagna elettorale, sia durante l’attività parlamentare.
L’analisi parte dalle richieste di cacciatori e armieri avanzate nel corso della campagna elettorale per le europee del 2019, per poi verificare come gli eletti hanno agito durante il mandato parlamentare. Sono state esaminate le votazioni dei deputati italiani su tre provvedimenti fondamentali in materia di tutela dell’ambiente e degli animali selvatici: il Regolamento europeo sul divieto di utilizzo delle munizioni da caccia in piombo, la Nature Restoration Law e la Direttiva per la tutela penale dell’ambiente.
Domenico Aiello, responsabile tutela giuridica della natura del Wwf Italia, spiega che «Lo scopo di questo lavoro è fornire a tutti i cittadini, non solo a chi ama la natura e gli animali, uno strumento per potere conoscere quanto il mondo della caccia riesca a condizionare le scelte dell’unico organo europeo eletto direttamente dai cittadini. In particolare, i partiti di destra hanno costantemente espresso voti finalizzati ad accogliere le istanze del mondo venatorio. In molti casi, poi, rappresentanti del mondo venatorio sono stati direttamente eletti, caratterizzando il proprio mandato nella difesa degli interessi della loro categoria. In secondo luogo, il dossier fa comprendere quanto l’attività venatoria, che dovrebbe essere nient’altro che un’attività “ricreativa”, impatti sulla vita di ciascuno di noi e delle future generazioni: dall’economia alla salute, dalla libertà di circolazione, al diritto di godere appieno dei servizi offerti dalla biodiversità».
Il rapporto del Wwf contiene anche un approfondimento sull’attuale campagna elettorale che vede la presenza di diversi candidati espressione diretta del mondo venatorio o che comunque ambiscono a prendere i voti dei cacciatori ed evidenzia che «Rispetto alla precedente tornata, le promesse fatte per ingraziarsi i voti dei cacciatori sono così esplicite che in alcuni casi i candidati sono stati paradossalmente invitati alla prudenza dallo stesso mondo venatorio».