Un lupo ucciso a fucilate nella Lessinia Veneta
L’associazione Io non ho paura del lupo condanna duramente il caso di bracconaggio avvenuto in Lessinia, in località Fosse, nel Comune di Sant’Anna di Alfaedo (VR), dove un lupo, come pubblicato nei giorni scorsi da Il Dolomiti è stato rinvenuto ucciso con armi da fuoco. Io non ho paura del lupo chiede «più trasparenza dalle istituzioni e tolleranza zero verso i criminali che compiono deliberati atti di bracconaggio. E’ora che le autorità diano un segnale forte e mettano in campo tutte le energie necessarie per individuare e punire i responsabili di questo atto vigliacco».
Il clima politico di caccia al lupo, infiammato anche dalla campagna elettorale, sta dando i suoi frutti avvelenati: solo il 22 maggio il Parco Nazionale dello Stelvio aveva comunicato che «sabato 18 maggio gli operatori hanno ricevuto segnalazione di un lupo ferito, avvistato in località Case di Viso, nel comune di Ponte di Legno, in provincia di Brescia. alle informazioni disponibili non è possibile capire con certezza il luogo esatto dell’incidente e cosa abbia causato la ferita, ma è probabile si sia trattato di un'arma da fuoco o di una tagliola».
L’uccisione del lupo nella Lessinia Veneta risalirebbe addirittura ai primi giorni di aprile, ma la vicenda è rimasta coperta per settimane un clima omertoso e Io non ho paura del lupo sottolinea che «da alcuni anni ormai in Lessinia percepiamo un clima da far west: scritte contro il lupo sui pannelli informativi, striscioni sui balconi delle case, voci di paese da verificare con cura su verosimili racconti di bracconaggio e, come in questo caso, lupi uccisi deliberatamente a causa dell’idiozia di chi pensa di farsi giustizia da solo. Ci appelliamo quindi non solo alle autorità, ma anche ai sindaci della Lessinia, affinché esprimano la loro condanna rispetto ad un reato perpetrato sui loro territori e che non può passare nel silenzio delle istituzioni, non questa volta. Sappiamo bene che oggi la Lessinia è uno dei luoghi in Europa dove il conflitto tra uomo e lupo è sempre caldo, ma farsi giustizia da soli è soltanto un modo per peggiorare l’impatto sulle attività d’allevamento, come dimostrano alcuni studi. Resta inoltre importante sottolineare che anche nell’ottica di un possibile declassamento della specie, la prevenzione resterà sempre la priorità per la gestione della specie».
Anche secondo i ricercatori del Parco Nazionale dello Stelvio, «quanto successo ci ricorda che la strada da fare per una coesistenza con i grandi carnivori è ancora molta, consapevoli che il raggiungimento di una realistica coesistenza con il lupo viene rallentato da tali incidenti, che polarizzano il dibattito su posizioni estreme, e impediscono di concentrarsi sullo sviluppo di concrete misure di adattamento. Rimaniamo fortemente convinti che conoscenza e dialogo sono elementi fondamentali per costruire la coesistenza, più efficaci e più duraturi di qualsiasi atto di bracconaggio».
L’associazione Io non ho paura del Lupo conclude: «Stiamo valutando di costituirci parte civile e di intraprendere qualsiasi azione utile per contribuire nell’individuazione dei responsabili. Questi episodi inoltre sono l’occasione per spingerci a rafforzare le attività informative sul territorio, così come una buona occasione per invitare le Autorità a rafforzare il presidio, incluso il sanzionamento per chi pratica l’abbandono delle carcasse di vitelli, un fenomeno purtroppo noto, che può portare a situazioni di conflitto e all’avvicinamento dei lupi alle aree abitate, dando vita a potenziali fenomeni di abituazione e di conflitto con l’uomo».