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Elba, dopo lo scempio di Colle delle Vacche salviamo almeno le dune di Lacona

 |  Natura e biodiversità

Il suggestivo Santuario della Madonna della Neve sorge su una collinetta, punteggiata di ulivi e vigne, che domina la piana di Lacona. Venne edificata sui resti di un antico romitorio, quando la piana era segnata da lagune, stagni e cordoni di dune. Una piana dove si ritrovano le tracce dei primi cacciatori e raccoglitori che nel Paleolitico giunsero nel territorio elbano. Poi vennero le bonifiche, gli uliveti e le vigne, gli insediamenti turistici, a segnare un paesaggio costruito che ancora oggi, nonostante le marcate trasformazioni, rappresenta un prezioso patrimonio di beni naturali  e antropici affacciato sul mare che guarda Montecristo.

Due fatti portano oggi Lacona nelle cronache. Il primo riguarda le villette edificate nel Colle delle Vacche, che - come la collina dove sorge la Madonna della Neve - domina Lacona. Per costruire le villette, degne nella loro architettura di uno squallido “resort” del ventesimo mondo, si è sbancato il colle, sradicati alberi,tracciate strade e sfregiato il paesaggio, sulla base di accordi fra istituzioni e privati attorno ai quali indaga la magistratura. Accordi che , da un punto di vista culturale ed amministrativo, non possono che essere  assunti a emblematico esempio di un modo di gestire il territorio, non più accettabile in termini economici ed ecologici. Una gestione che nel caso specifico, andando al nocciolo e senza chiacchiere, arriva all’assurdo e al ridicolo.

Allo scopo di fornire l’Elba di un canile (del quale si discute da decine di anni) si permette ad un privato di cementificare e sfregiare il territorio. Risultato: niente canile, ma solo villette, sbancamenti, sradicamento di alberi, strade, cartelli di cantiere illeggibili. Legambiente ha evidenziato tutto questo dietro segnalazione di un turista che, con nome e cognome, ha denunciato il fatto. Un turista che, piaccia o non piaccia, è il portavoce dell’unica economia, già fortemente affaticata, che oggi regge l’Elba e che nella “familiarizazione e nell’ambiente” ha da sempre trovato il suo più potente volano.

Il secondo fatto riguarda la messa all’ sta delle dune di Lacona, un prezioso e unico ecosistema  inserito nel Parco Nazionale, al quale era previsto il passaggio in proprietà da accordi precedentemente assunti fra la proprietà - il Parco stesso ed il Comune di Capoliveri - nel cui territorio ricade Lacona.

Per lo scempio del Colle delle Vacche non possiamo che auspicare l’ abbattimento delle villette e “al meglio” una rinaturalizzazione dell’area, per le dune di Lacona siamo ancora in tempo ad evitare che, come  “forse” succede nel ventesimo mondo, un bene naturale unico, protetto da un Parco Nazionale e da precise  direttive europee, vada al “migliore offerente”… il quale comunque dovrà vedersela con le regole del Parco, le direttive europee  e il Piano paesaggistico della Regione Toscana, per il quale, bene non dimenticarlo, lavora una urbanista del calibro e della sensibilità dell’assessore Anna Marson. Beppe Tanelli

Redazione Greenreport

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