
Quale futuro per i parchi italiani? Il faccia a faccia col ministro dell'Ambiente

Soprattutto conoscere ciò che il ministero intende fare per i parchi e le aree protette, sempre più in crisi, come Gruppo di San Rossore abbiamo incontrato a Roma il ministro dell’Ambiente Andrea Orlando (nella foto), il 25 giugno. Avevamo chiesto di potergli sottoporre le nostre idee e proposte, e il nostro interesse era cresciuto all’indomani di alcuni suoi interventi e dichiarazioni con i quali, dopo tanti silenzi e una prolungata latitanza, il ministero tornava finalmente a farsi sentire preannunciando una fase nuova.
Non ci eravamo sbagliati: l’incontro infatti ha chiaramente confermato che finalmente qualcosa torna a muoversi, anche (ma non solo) per quanto riguarda i parchi e le aree protette, che insieme al suolo e al paesaggio da alcuni anni non se la passano bene.
Da qui siamo partiti, manifestando nell’incontro le nostre preoccupazioni che da tempo avevamo avuto modo di documentare in più occasioni, e il ministro ci ha assicurato che sta pensando ad un appuntamento nazionale verso novembre e non rivolto unicamente agli addetti ai lavori. Una discussione cioè che - a differenza di quelle che in passato hanno connotato anche le due conferenze nazionali - sappia trarre un bilancio concreto di cosa i parchi (a partire anche da quelli regionali e locali) hanno saputo fare, e con quali esiti e vantaggi per i rispettivi territori perché la gestione dell’ambiente avesse ricadute positive ad esempio in ambito agricolo e forestale, ambiti così strettamente collegati alla salvaguardia del suolo (e non al suo consumo e cementificazione).
Per questo il ministero sta pensando – insieme ad altri dicasteri – ad una legge sul territorio che possa finalmente mettere davvero in rete senza recinzioni settoriali e accademiche (a cominciare dall’interno dei parchi e delle aree protette) dalle norme nazionali e quelle comunitarie.
Il ministro ci ha riferito anche di un suo recente incontro in sede comunitaria sulla blue economy ossia le politiche sul mare riguardanti la pesca, l’inquinamento mentre da noi si sta di fatto pensando solo alle trivellazioni. Insomma abbiamo avuto conferma di una visione complessiva, come era già emerso da una serie di interviste e dichiarazioni, non riducibile alle sole vicende finanziarie, perché i guai dei parchi e delle aree protette terrestri e marine sono cominciati assai prima dei pesanti tagli.
Noi gli abbiamo confermato il nostro impegno e disponibilità a fare uscire finalmente la discussione dalle manfrine con le quali si è cercato di scaricare le colpe della gestione politica sulla legge 394, che il ministero per troppo tempo si è messo disinvoltamente sotto i piedi.
Renzo Moschini, presidente del Gruppo di San Rossore
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