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Una minaccia per la salute di milioni di persone e gli ecosistemi di acqua dolce

Lo sconcertante collasso delle popolazioni ittiche migratorie

Dal 1970 un calo medio dell’81% delle popolazioni ittiche migratorie. Diminuzioni più rapide in America Latina, Caraibi ed Europa
 |  Natura e biodiversità

Secondo il rapporto “Migratory freshwater fishes” della serie Living Planet Index (LPI), «Le popolazioni di specie ittiche migratorie d’acqua dolce – tra cui salmone, trota, anguilla e storione – continuano a diminuire in tutto il mondo. Questo declino mette a rischio la sicurezza alimentare e i mezzi di sussistenza di milioni di persone, la sopravvivenza di innumerevoli altre specie, nonché la salute e la resilienza di fiumi, laghi e zone umide».

Il rapporto è stato pubblicato da World Fish Migration Foundation (WFMF), Zoological Society of London (ZSL), International Union for Conservation of Nature (IUCN), The Nature Conservancy (TNC), Wetlands International e Wwf a pochi giorni dal World Fish Migration Day del 25 maggio, organizzato dal 2014 dalla WFMF ogni due anni per sensibilizzare l'opinione pubblica sui pesci migratori, una manifestazione alla quale hanno partecipato oltre 68 Paesi.

Il nuovo rapporto sui pesci migratori d’acqua dolce rivela «Uno sconcertante collasso dell’81% delle dimensioni delle popolazioni monitorate in media tra il 1970 e il 2020, compreso un catastrofico calo del 91% in America Latina. e Caraibi e il 75% in Europa».

Il rapporto evidenzia che «La perdita e il degrado degli habitat – inclusa la frammentazione dei fiumi da parte di dighe e altre barriere e la conversione delle zone umide per l’agricoltura – rappresentano la metà delle minacce ai pesci migratori, seguiti dallo sfruttamento eccessivo. Anche l’aumento dell’inquinamento e il peggioramento degli impatti dei cambiamenti climatici stanno alimentando la diminuzione delle specie ittiche migratorie d’acqua dolce, che sono in costante calo da 30 anni».

Herman Wanningen, fondatore della World Fish Migration Foundation, ha commentato: «Il catastrofico declino delle popolazioni ittiche migratorie è un assordante campanello d’allarme per il mondo. Dobbiamo agire ora per salvare queste specie chiave e i loro fiumi. I pesci migratori sono fondamentali per le culture di molte popolazioni indigene, nutrono milioni di persone in tutto il mondo e sostengono una vasta rete di specie ed ecosistemi. Non possiamo continuare a lasciarli scivolare via silenziosamente».

Infatti, i pesci migratori d’acqua dolce sono vitali per la sicurezza alimentare e i bisogni nutrizionali di centinaia di milioni di persone, in particolare nelle comunità vulnerabili di Asia, Africa e America Latina. Sostengono decine di milioni di persone, dai pescatori locali al commercio globale di pesci migratori e sottoprodotti della pesca, fino all’industria multimiliardaria della pesca ricreativa.

Michele Thieme, vicedirettrice freshwater del Wwf Usa ha evidenziato che «Di fronte al calo delle popolazioni di pesci migratori d’acqua dolce, è imperativa un’azione collettiva urgente. Dare priorità alla protezione, al ripristino e alla connettività dei fiumi è fondamentale per salvaguardare queste specie, che forniscono cibo e mezzi di sostentamento a milioni di persone in tutto il mondo. Uniamoci in questo sforzo cruciale, guidati dalla scienza e dall'impegno condiviso, per garantire l'abbondanza per le generazioni a venire».

Il rapporto contiene anche buone notizie: quasi un terzo delle specie monitorate è aumentato, suggerendo che gli sforzi di conservazione e una migliore gestione possono avere impatti positivi. Alcune strategie promettenti includono la gestione migliorata e/o incentrata sulle specie pescate, il ripristino degli habitat, la rimozione delle dighe, la creazione di riserve naturali e la protezione legale delle specie.

Il rapporto fa l’esempio dell’Europa e degli Stati Uniti, dove negli ultimi decenni sono state rimosse migliaia di dighe, argini, sbarramenti e altre barriere fluviali, e questo tipo di azioni è azioni è in crescita. Nel 2023, l’Europa ha rimosso 487 barriere fluviali, un aumento di ben il 50% rispetto al precedente massimo registrato nel 2022. Nel frattempo, negli Usa è e in corso la più grande rimozione di dighe della storia lungo il fiume Klamath in California e Oregon.

Gli autori del rapporto sottolineano che «La rimozione delle dighe può essere una soluzione economicamente vantaggiosa e creatrice di posti di lavoro che aiuta a invertire la preoccupante tendenza alla perdita di biodiversità nei sistemi di acqua dolce, nonché soluzioni che migliorano la salute dei fiumi e la resilienza anche delle persone».

Anche se aumentare la demolizione delle dighe è una soluzione chiave per invertire il collasso delle popolazioni di pesci migratori d’acqua dolce, ce ne sono altre. Nel mondo ci sono molte iniziative a sostegno del recupero delle specie ittiche migratorie e della biodiversità delle acque dolci in generale. L’Emergency Recovery Plan for Freshwater Biodiversity evidenzia una serie di misure che potrebbero trasformare la gestione e la salute di fiumi, laghi e zone umide per migliorare la salute dei sistemi di acqua dolce e la biodiversità. La Global Swimways Initiative identifica e dà priorità alle principali rotte migratorie fluviali che sono vitali per specie ittiche importanti dal punto di vista ecologico, culturale ed economico. Iniziative che evidenziano gli sforzi delle autorità internazionali dei bacini idrografici a collaborare nell’affrontare questo problema critico.

Il rapporto avverte però che «I decisori di tutto il mondo devono accelerare urgentemente gli sforzi per proteggere e ripristinare il libero corso dei fiumi attraverso una pianificazione a livello di bacino, investendo in alternative rinnovabili e sostenibili alle migliaia di nuove dighe idroelettriche pianificate in tutto il mondo, nonché in altre misure che contribuiscono agli obiettivi ambiziosi nel Kunming-Montreal Global Biodiversity Framework per proteggere il 30% delle acque interne e ripristinare il 30% delle acque interne degradate». In particolare, raggiungere l'obiettivo della Freshwater Challenge di ripristinare 300.000 km di fiumi degradati contribuirà enormemente a invertire la tendenza delle popolazioni ittiche migratorie. Il Wwf Usa è recentemente entrato a far parte dell'America the Beautiful Freshwater Challenge Partnership promossa dalla Casa Bianca , la più grande iniziativa di ripristino e protezione dell'acqua dolce della storia.

Le organizzazioni che hanno pubblicato il nuovo rapporto sono convinte che «Oltre a proteggere e ripristinare la salute dei fiumi, è urgentemente necessario rafforzare gli sforzi di monitoraggio; comprendere meglio la life-history, gli spostamenti e il comportamento delle specie ittiche; espandere la cooperazione internazionale, ad esempio aggiungendo più specie di pesci migratori d'acqua dolce alla Convention on Migratory Species (CMS); e promuovere un maggiore impegno dell’opinione pubblica e della politica».

Redazione Greenreport

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