Skip to main content

Migliorare il benessere animale trasformerà in meglio l’ambiente, il cibo e la società europea

Breaking Free, la posizione dell’EEB sul benessere degli animali nell'Ue
 |  Natura e biodiversità

L’European Environmental Bureau (EEB), la coalizione di associazioni ambientaliste europee alla quale aderiscono anche Legambiente, CieloBuio - Coordinamento per la Protezione del Cielo, Cittadini per l'aria, Federazione Nationale Pro Natura, Free Rivers Italia, Genitori Antismog e Societá Speleologica Italiana, ha pubblicato “Breaking Free” il suo primo documento di sintesi sul benessere degli animali, dal quale emerge un messaggio chiaro: «I benefici derivanti dal miglioramento del benessere degli animali in tutta l’Ue saranno trasformativi per il nostro ambiente, i mezzi di sussistenza delle persone e la società in generale. Senza azione, il quadro appare molto meno roseo...».

Secondo EEB, «Il mancato miglioramento del benessere degli animali in Europa mette a repentaglio la nostra salute, con la sovrapproduzione di proteine animali che sostiene diete non salutari e ci espone a un rischio maggiore di insorgenza di malattie e resistenza antimicrobica. Gli allevamenti intensivi con i peggiori livelli di benessere degli animali sono anche un’importante fonte di emissioni di gas serra e di inquinamento dell’acqua, del suolo e dell’aria. Pertanto, migliorare il benessere degli animali è un passo inevitabile verso la realizzazione di sistemi agroalimentari realmente sostenibili».

La coalizione ambientalista europea ricorda che «La connessione tra l’allevamento intensivo e il nostro clima/ambiente non è una novità . Ma per troppo tempo, questo collegamento è stato nascosto sotto il tappeto e escluso dalle agende politiche da sforzi di lobbying strategici, mirati e sempre più dotati di risorse adeguate. L’allevamento animale non è solo soggetto a una regolamentazione inadeguata; beneficia inoltre enormemente e in modo sproporzionato dei sussidi agricoli dell’UE. Pertanto, lo scarso benessere degli animali negli allevamenti europei viene sostenuto artificialmente – e promosso attivamente – da finanziamenti motivati politicamente». Nell’ambito dell’European Green Deal, la Commissione europea ha promesso di rivedere la legislazione Ue sul benessere degli animali, che si è rivelata non scientifica e obsoleta al suo stesso controllo di idoneità.

EEB ricorda che la stessa Commissione Ue «Si era impegnata a effettuare questa revisione entro la fine dello scorso anno, per allineare le norme dell’Unione sul benessere degli animali non solo al consenso scientifico, ma anche alle richieste della stragrande maggioranza degli europei: oltre il 90% dei cittadini dell’Ue ritiene che il benessere degli animali d’allevamento sia importante. Nell’ambito di tale revisione, la Commissione si è anche impegnata ad attuare l’iniziativa dei cittadini europei “End the Cage Age”, che ha raccolto 1,4 milioni di firme nel 2020. Mentre un recente Eurobarometro ha mostrato che quasi il 90% delle persone in tutti gli Stati membri sono a favore del divieto degli allevamenti in gabbia». La Commissione Ue non ha rispettato questi impegni.

Il documento di sintesi di EEB affronta tutti questi diversi aspetti e fa una panoramica delle molteplici ragioni per cui la prossima Commissione europea dovrà affrontare con urgenza la crisi del benessere animale nell’Ue. Ne viene fuori che creare sistemi alimentari sostenibili dal punto di vista sociale e ambientale in tutta l’Ue è essenziale per superare l’attuale crisi climatica, della biodiversità e dell’inquinamento e per affrontare lo scarso benessere degli animali. La sovrapproduzione e il consumo eccessivo di proteine animali sono una parte inevitabile dell'attuale processo dell'allevamento intensivo.

L’EEB riassume in 5 punti le sue richieste all’Unione europea: 1 Ridurre la densità di bestiame negli allevamenti; 2 Eliminare gradualmente le gabbie individuali; 3 Introdurre standard specie-specifici per tutti gli animali d’allevamento; 4 Vietare le mutilazioni routinarie; 5 Divieto di alimentazione forzata.

Redazione Greenreport

Greenreport conta, oltre che su una propria redazione giornalistica formata sulle tematiche ambientali, anche su collaboratori specializzati nei singoli specifici settori (acqua, aria, rifiuti, energia, trasporti e mobilità parchi e aree protette, ecc….), nonché su una rete capillare di fornitori di notizie, ovvero di vere e proprie «antenne» sul territorio.