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Kyoto club: «Il legame tra foreste, cibo e sicurezza alimentare è interdipendente»

La denuncia Wwf: «Italia terzo maggior importatore europeo di beni che causano deforestazione»

Il Panda punta il dito contro il rinvio di un anno del regolamento comunitario Eudr e lancia un appello a fare il possibile per salvaguardare un ecosistema vitale per il Pianeta, dalle verifiche sulle certificazioni di sostenibilità dei prodotti alla riduzione di carne e derivati
 |  Natura e biodiversità

Oggi è la Giornata internazionale delle foreste e il Wwf Italia lancia un messaggio che da un lato è una critica al rinvio di un anno del Regolamento Ue contro la deforestazione e alle politiche commerciali dell’Italia che aggravano un problema di portata planetaria, dall’altro è un appello alla cittadinanza a fare il possibile per salvaguardare questi ecosistemi vitali per tutti gli esseri viventi e per la stessa salute umana. Le foreste assorbono infatti annualmente quasi un terzo delle emissioni antropiche di CO2 da combustibili fossili, forniscono materie prime a oltre 5 miliardi di persone e ospitano circa l’80% della biodiversità terrestre. Ma restringendo lo sguardo sull’Unione europea, il Wwf ricorda che il Vecchio continente è responsabile del 10% della deforestazione globale e purtroppo, aggiunge il Panda, l’Italia ne è protagonista essendo il terzo maggior importatore europeo di commodities che causano deforestazione. 

La principale minaccia per questi ecosistemi essenziali per gli esseri viventi è la deforestazione causata dall’espansione dei terreni destinati all’agricoltura, addirittura nel 90% dei casi nelle foreste tropicali. Ciò ha impatti sulla biodiversità a livello locale e, globalmente, aggrava ulteriormente la crisi climatica con effetti negativi proprio sulle produzioni di materie prime, quali il caffè, e quindi sui produttori locali, ma anche sul consumatore finale causando l'aumento dei prezzi.

L’Italia importa il 100% sia del caffè non torrefatto, principalmente dal Brasile (31%) e dal Vietnam, confermandoci così il terzo maggior importatore globale di caffè verde nonché il primo in Europa, sia dell’olio di palma, di cui siamo i maggiori importatori europei, soprattutto da Paesi ad alto rischio deforestazione come Indonesia e Malesia. Inoltre, più della metà  (50,6%) dei prodotti derivanti dagli allevamenti di bovini (carne, pelle) che entrano in Europa è importato dall’Italia: ad esempio, produciamo il 25% di tutte le pelli del mondo, ma il 90% della materia prima viene importata, soprattutto dal Brasile, Paese da cui importiamo anche la maggior parte della soia, la quasi totalità della quale è impiegata come mangime animale. Dati analoghi riguardano il legno, sottolinea il Wwf: nonostante il nostro Paese sia coperto per quasi il 40% di foreste, ben l’80% del fabbisogno nazionale di materia prima di origine legnosa viene importato dall’estero, parte del quale illegalmente. Il problema è proprio che le importazioni delle sette commodities più a rischio deforestazione (legno, olio di palma, soia, carne bovina, cacao, gomma e caffè), che riguardanocirca 36,6 miliardi di euro 7 e 175.000 imprese medio, piccole e artigiane, quasi sempre provengono da Paesi in cui il rischio che siano state causa di deforestazione è molto elevato. 

L’Europa ha individuato una soluzione per contrastare questo problema e assumere un ruolo di leader globale: il regolamento “Deforestazione zero” (Regulation on Deforestation-free Products, Eudr), approvato a giugno 2023, mira a creare catene del valore senza deforestazione attraverso la collaborazione tra aziende, istituzioni e società civile. Tuttavia, la sua applicazione è stata posticipata di dodici mesi, al 30 dicembre 2025. 

«Ora servono azioni concrete: la Commissione deve fornire agli Stati e alle aziende strumenti adeguati, mentre i governi, Italia inclusa, devono garantire risorse, supporto tecnico e sanzioni efficaci per un’efficace implementazione del Regolamento», dice Edoardo Nevola, responsabile ufficio foreste di Wwf Italia. 

Il Panda ha in primis richiesto questo regolamento nel 2021, ha fin da subito collaborato per una sua efficace approvazione, ed è ora impegnato per assicurarsi che non ci sia un ulteriore rinvio della sua entrata in vigore. In alcune aree del mondo cruciali quali l’Amazzonia colombiana, il Wwf inoltre lavora localmente per assicurare una produzione di commodities sostenibile che non comprometta la tutela delle foreste, ad esempio cooperando con alcune associazioni locali di agricoltori nella foresta Amazzonica colombiana.

In attesa che la legge venga implementata, le foreste continuano a perdere fette importanti del loro habitat. Ma la buona notizia evidenziata dal Panda è che noi consumatori italiani già possiamo fare qualcosa dimostrando così anche alle istituzioni che vogliamo una celere implementazione di questo importante Regolamento. Come? Anche se pare impossibile, con semplici gesti concreti come scelte di acquisto più responsabili, la somma di tutti i nostri gesti può fare la differenza. Ecco alcune azioni elencate dal Wwf Italia che si possono intraprendere:

  • Ridurre il consumo di prodotti ad alto rischio di deforestazione: Essere consapevoli dei prodotti ad alto impatto e scegliere quelli provenienti da agricoltura biologica e, quando possibile, anche locali. 
  • Verificare le certificazioni sostenibilità: Cercare prodotti che abbiano certificazioni riconosciute come Fsc (Forest stewardship council) per il legno e la carta o Rspo (Roundtable on sustainable palm oil) per l'olio di palma, Rainforest alliance per cacao e caffè sostenendo aziende impegnate per la sostenibilità con politiche chiare contro la deforestazione. 
  • Ridurre il consumo di carne e derivati: La produzione intensiva di carne, in particolare quella bovina, è una delle principali cause della deforestazione. Optare per una dieta più vegetariana e ridurre il consumo di carne possono avere un impatto positivo sulle foreste. 

Informarsi sugli impatti ambientali delle proprie scelte di consumo e sensibilizzare altre persone riguardo la deforestazione e l'importanza di sostenere prodotti che non contribuiscano alla distruzione delle foreste.

«Il legame tra foreste, cibo e sicurezza alimentare è interdipendente – aggiunge Roberto Calabresi, coordinatore del Gruppo di Lavoro “Agricoltura e Foreste” di Kyoto Club – La protezione delle foreste e la gestione sostenibile delle risorse naturali sono fondamentali per garantire una produzione alimentare stabile e resiliente, specialmente di fronte alle sfide globali come il cambiamento climatico, la crescita della popolazione e l'urbanizzazione. Le foreste non solo forniscono risorse alimentari dirette, ma sono anche un pilastro per la sostenibilità agricola, il mantenimento del ciclo dell'acqua, il miglioramento della qualità del suolo, delle condizioni di vita e la protezione dell'ambiente. Inoltre, forniscono habitat vitali per una grande varietà di specie animali e vegetali, che sono a loro volta essenziali per la catena alimentare, e agiscono anche come serbatoi di carbonio, contribuendo a ridurre i gas serra e mitigando i cambiamenti climatici».

Redazione Greenreport

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