
Panda gigante, animale simbolo che deve affrontare ancora molte minacce

Nel mondo esistono meno di duemila panda giganti, e la metà degli esemplari si trova in aree protette. Questo animale inconfondibile per la sua pelliccia bianca e nera è da lungo tempo l’immagine tipica della conservazione della biodiversità. È stata anche istituita, e da poco celebrata, una «giornata del panda gigante». La situazione, spiega il WWF che lo ha adottato come proprio simbolo fin dalla nascita dell’associazione (nel 1961), è migliorata significativamente negli ultimi decenni. Nel 2016, un importante traguardo è stato raggiunto quando l'Unione internazionale per la conservazione della natura (Iucn) ha riclassificato nelle liste rosse il panda da «In pericolo» a «Vulnerabile».
Anche se era già noto alle locali popolazioni cinesi, il panda gigante fu per così dire scoperto solo nel 1869 dal gesuita naturalista francese Armand David, da cui deriva il suo nome iniziale di «orso di Padre David». Il suo areale del panda gigante si estende principalmente nelle foreste di bambù delle montagne della Cina centrale, nelle province di Sichuan, Shaanxi e Gansu. La ripresa della popolazione, che oggi conta circa 1800 esemplari in natura, è il risultato di una serie di sforzi concertati, tra cui la creazione di riserve naturali, il ripristino dell'habitat, programmi di riproduzione in cattività e la lotta al bracconaggio.
Tuttavia, sottolinea il WWF, il panda gigante rimane ancora vulnerabile e non è fuori pericolo. Le minacce persistenti includono:
1) Perdita e frammentazione dell'habitat: il panda è indissolubilmente legato alle foreste di bambù, suo unico alimento e la frammentazione delle foreste causate dall’antropizzazione diffusa rischia di compromettere gli scambi genetici tra popolazioni diverse.
2) Il cambiamento climatico, che rischia di compromettere anche la produttività dell’habitat del panda.
3) La bassa diversità genetica, problema causato dalla difficoltà di spostamento degli individui che restano spesso isolati nelle aree dove sono nati, fenomeno che favorisce gli accoppiamenti tra consanguinei e problemi legati ad una più bassa sopravvivenza dei nuovi nati. In futuro vi sono possibili effetti negativi anche sulla fertilità. Inoltre, la costruzione di infrastrutture e altre attività umane continuano a rappresentare una minaccia che può provocare mortalità diretta di questi animali.
Per garantire la sopravvivenza a lungo termine del panda gigante, sottolinea il WWF, è necessario dunque continuare a investire nella protezione dell'habitat, rafforzare la collaborazione con le comunità locali, in modo da combattere anche gli atti illegali di bracconaggio, e monitorare attentamente i parametri biologici della popolazione (natalità, mortalità, abbondanza e distribuzione delle popolazioni) per intervenire nelle aree più critiche. È fondamentale limitare anche la costruzione di nuove infrastrutture nelle aree centrali per la conservazione dei panda.
