
World wildlife day: l'eredità di Fulco Pratesi e la lotta contro il commercio illegale di specie selvatiche

Il 3 marzo si celebra il World wildlife day, un'occasione per riflettere sull'importanza della tutela della fauna selvatica e sulla lotta contro il commercio illegale di specie animali e vegetali. Il Wwf Italia dedica questa giornata a Fulco Pratesi, fondatore dell'associazione e paladino della natura, ricordando il suo impegno per la protezione di numerose specie a rischio nel nostro Paese.
Grazie alla sua visione e al suo attivismo, Pratesi ha contribuito a salvare il lupo appenninico con l'operazione San Francesco nel 1973 e a proteggere l'orso marsicano e il cervo sardo. Tra le sue battaglie più significative ci sono anche le campagne per la tutela dei cetacei nel Mediterraneo e la creazione delle Oasi Wwf, fondamentali per la conservazione della biodiversità in Italia. Il suo impegno ha favorito la nascita del sistema dei Parchi Nazionali e l'approvazione della legge quadro sulle aree protette del 1991.
Secondo il World wildlife crime report 2024 dell'Onu, il traffico illegale di fauna e flora coinvolge oltre 4.000 specie in 162 paesi, generando un giro d'affari tra i 110 e i 280 miliardi di dollari l'anno. Rinoceronti, tigri, pangolini ed elefanti sono tra le specie più colpite a livello globale, mentre in Italia il fenomeno interessa rapaci, passeriformi e specie ittiche. Il bracconaggio ha portato a drastici cali di popolazioni selvatiche e alterato gli equilibri ecologici, con conseguenze anche economiche sul turismo naturalistico e sul settore agroforestale. La rimozione massiccia di predatori e impollinatori altera la catena alimentare e la riproduzione delle piante. La deforestazione legata al traffico di legname riduce la capacità delle foreste di assorbire CO₂, aggravando le conseguenze del cambiamento climatico.
Il nostro Paese è sia un mercato di destinazione che un punto di transito per il commercio illegale di specie selvatiche, ed è inoltre uno dei più grandi importatori della cosiddetta "deforestazione incorporata", ovvero di commodities quali cacao, caffè, carne bovina, soia, legname e gomma che per essere prodotte causano la distruzione di migliaia di ettari di foreste ogni anno.
Oltre al traffico internazionale, il bracconaggio locale rappresenta una grave piaga, spesso alimentato da tradizioni culinarie e credenze popolari. Lupi, orsi, cervi e rapaci sono vittime di persecuzioni, mentre in alcune regioni si registrano prelievi illegali di cardellini e tordi per il mercato nero. Anche la fauna ittica subisce un grave sfruttamento, con tecniche illegali come l'uso di elettro-storditori per catturare anguille e carpe nei fiumi. Un'altra emergenza è rappresentata dagli incendi boschivi, il 95% dei quali è di origine dolosa o colposa. Negli ultimi dieci anni, oltre 500.000 ettari di foreste sono andati distrutti in Italia, con impatti devastanti sulla biodiversità.
Per combattere questi fenomeni, il Wwf e le autorità italiane stanno implementando diverse strategie. Il progetto Life ConRaSi ha raddoppiato la popolazione di aquila del Bonelli in Sicilia grazie alla sorveglianza dei nidi e alla videosorveglianza. I Centri di recupero animali selvatici (Cras) hanno curato oltre 25.000 animali feriti o sequestrati tra il 2022 e il 2024, con più della metà reintrodotta in natura. Essenziale anche il monitoraggio di lupi e orsi, dato che in Italia circa il 15-20% della popolazione di lupi viene uccisa illegalmente ogni anno. Per questo, il Wwf lavora sulla prevenzione dei conflitti con allevatori e agricoltori.
Proteggere la fauna selvatica non significa solo applicare leggi più severe, ma anche promuovere un approccio integrato, che combini sensibilizzazione, educazione e gestione sostenibile delle risorse naturali. Il Wwf sottolinea l'importanza della cooperazione tra istituzioni, comunità locali e cittadini per garantire un futuro in cui uomo e natura possano convivere in armonia.
