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Cop16 bis, siglato importante accordo sui fondi necessari per proteggere la biodiversità
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I delegati dei circa 150 Paesi riuniti a Roma per la Cop16 bis hanno siglato un accordo riguardante la strategia per raccogliere i fondi necessari per proteggere la biodiversità e raggiungere gli obiettivi d’azione del Kunming-Montreal Global Biodiversity Framework (Kmgbf). «Questi giorni di lavoro a Roma hanno dimostrato l'impegno delle Parti a far portare avanti l'attuazione del Quadro globale per la biodiversità», ha detto Susana Muhamad, presidente della Cop 16. «La presidenza della Cop16 riconosce lo sforzo collettivo per raggiungere il consenso su questioni chiave che sono state lasciate in sospeso a Cali. Apprezziamo la volontà di tutti i paesi e del Segretariato della Convenzione per la loro dedizione a continuare a rafforzare l'agenda globale sulla biodiversità. Solo lavorando insieme possiamo rendere la pace con la natura una realtà».
Dopo intensi negoziati, i governi hanno concordato una via da seguire in termini di mobilitazione delle risorse al fine di colmare il divario finanziario globale per la biodiversità e raggiungere l'obiettivo di mobilitare almeno 200 miliardi di dollari all'anno entro il 2030, inclusi 20 miliardi di dollari all'anno di flussi internazionali entro il 2025, cifra che dovrà salire a 30 miliardi di dollari entro il 2030. L’accordo include l'impegno a stabilire intese permanenti per il meccanismo finanziario conformemente agli articoli 21 e 39 della Convenzione, lavorando contemporaneamente sul miglioramento degli strumenti finanziari esistenti. Delinea i principali principi e le fasi che daranno forma all'evoluzione di questi strumenti finanziari esistenti e di qualsiasi altro che possa essere creato. Include anche una tabella di marcia delle attività e delle Cop fissate in agenda fino al 2030.
Il vertice di Roma ha anche adottato una strategia per la mobilitazione delle risorse che identifica un'ampia gamma di strumenti, meccanismi e istituzioni che potrebbero essere sfruttati per mobilitare i fondi necessari per l'attuazione dell'ambizioso quadro globale sulla biodiversità di Kunming-Montreal. Ciò include la finanza pubblica dei governi, le risorse private e filantropiche, le banche multilaterali di sviluppo, la finanza mista e altri nuovi approcci.
L’accordo siglato viene salutato con soddisfazione da diverse sigle ambientaliste, che però ora sollecitano i governi a rispettare subito gli impegni assunti. «Le promesse per garantire i finanziamenti necessari devono concretizzarsi con urgenza, dando priorità all’accesso diretto ai fondi per i Popoli Indigeni e le comunità locali», scrive in una nota Greenpeace. «Questo accordo aiuta a mantenere la fiducia sulla possibilità di colmare il divario tra le promesse fatte e i finanziamenti da stanziare per proteggere la natura, ma adesso serve mettere i soldi sul tavolo», dichiara An Lambrechts, responsabile della delegazione di Greenpeace alla COP16. «Questo significa garantire rapidamente 20 miliardi di dollari all’anno di finanziamenti pubblici a partire dal 2025 e contributi concreti al Fondo di Cali da parte delle grandi aziende farmaceutiche e agroindustriali che traggono profitto dalla natura, pari almeno all’1% dei loro ricavi. Inoltre, i processi avviati a Roma dovranno eliminare i sussidi dannosi per la natura e creare nuovi strumenti di finanziamento trasparenti, equi e giusti».
Proprio il Fondo di Cali approvato nella prima fase dei lavori costituisce un importante passo avanti verso la giustizia ambientale. Non solo. «L’accordo raggiunto a Roma dimostra che la nostra richiesta di passare dalle promesse ai fatti per difendere la natura è arrivata al tavolo dei negoziati. Ora è fondamentale che i Paesi del Nord del mondo rispettino i loro impegni e trasformino le decisioni di questi giorni in finanziamenti concreti per proteggere la biodiversità», dichiara Martina Borghi, campagna Foreste di Greenpeace Italia. «Se questo accadrà, sarà un segnale positivo anche in vista della COP30 sul clima che si terrà a novembre in Brasile. La crisi climatica e la perdita di biodiversità richiedono azioni immediate, non promesse. La mobilitazione efficace di queste risorse è essenziale per affrontare le sfide ambientali con soluzioni reali».
Anche il Wwf plaude all’accordo sulla tabella di marcia da qui al 2030, che include una decisione sulle modalità per gestire il nuovo meccanismo finanziario che dovrà essere adottato nel 2028. Efraim Gomez, global policy director del Wwf Internazionale, ha dichiarato: «Le Parti hanno fatto un passo nella giusta direzione. Ci congratuliamo per aver raggiunto questi risultati in un contesto politico globale difficile. C'è consenso su come procedere per mettere in atto gli accordi finanziari necessari per fermare la perdita di biodiversità e ripristinare la natura. Tuttavia, questo accordo non è sufficiente. Ora inizia il vero lavoro. È preoccupante che i Paesi sviluppati non siano ancora sulla buona strada per onorare il loro impegno di mobilitare 20 miliardi di dollari entro il 2025 a favore dei Paesi in via di sviluppo. Investire nella Natura è essenziale per il futuro dell’umanità. Grazie alla Natura, possiamo mitigare la crisi climatica, rendere gli ecosistemi e le comunità più resilienti, stabilizzare i prezzi del cibo, assorbire il carbonio che alimenta condizioni meteorologiche estreme e costringe le persone ad abbandonare il proprio territorio».
Giudizio positivo anche per l'attuazione del Quadro globale per la biodiversità e per la richiesta di avviare un dialogo internazionale tra i ministri dell'Ambiente e delle Finanze dei Paesi sviluppati e in via di sviluppo al fine di contribuire ad accelerare la mobilitazione delle risorse. Lin Li, senior director for global policy and advocacy del Wwf Internazionale dichiara: «Il Wwf accoglie con favore la strategia globale di mobilitazione delle risorse adottata a Roma, che contribuirà ad accelerare le azioni a favore della biodiversità verso il 2030. I negoziatori di tutti i Paesi hanno messo da parte le loro differenze per tracciare un percorso comune. Ora è urgente mobilitare finanziamenti da tutte le fonti – pubbliche, private e filantropiche – per garantire il raggiungimento dei 200 miliardi di dollari all'anno entro il 2030».
Al vertice di Roma è stata anche adottata un'importante decisione per rafforzare la cooperazione tra la Convenzione delle Nazioni Unite sulla Diversità Biologica e altre organizzazioni internazionali, insieme a un accordo su alcuni indicatori per il quadro di monitoraggio rimasti in sospeso a Cali. È stato inoltre adottato un processo per la Global Review della COP17 in Armenia. Tuttavia, il Wwf chiede alle Parti di prevedere opportunità adeguate per garantire che la società civile possa contribuire alla Global Review.
Bernardo Tarantino, specialista affari europei e internazionali del Wwf Italia, ha sottolineato, facendo riferimento al governo italiano: «A Roma le Parti hanno rinnovato e rafforzato il consenso comune per la tutela della natura. In un contesto internazionale molto complicato, servono coraggio e leadership per portare avanti l’agenda diplomatica per la tutela della natura. Dopo la scarsa attenzione mostrata per la COP16 ospitata dal nostro Paese, auspichiamo che il Governo italiano si unisca con maggiore convinzione e forza alla necessità di aumentare le risorse finanziarie per la biodiversità e ad eliminare i sussidi dannosi per l’ambiente».
Chiusa questa partita, ora molti ora attendono con impazienza la Cop30 dell'Unfccc sul cambiamento climatico che si terrà in Brasile a fine anno. Il Vertice che si svolgerà nella foresta amazzonica, un importante serbatoio di carbonio che rischia di raggiungere punti di non ritorno entro il 2050, deve inviare un segnale forte che affermi l'urgenza di trasformare i sistemi energetici, alimentari e finanziari, e la necessità di conservare e ripristinare la natura. La Cop30 sarà un momento per far avanzare in modo significativo il ruolo della natura e delle soluzioni basate sulla natura nei negoziati sul clima e nei piani d'azione nazionali, oltre a focalizzare l'attenzione sull'eliminazione della deforestazione e sul ripristino delle foreste tropicali.
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