Blitz della Provincia di Trento, orso abbattuto nella notte. Gli animalisti: metodi antidemocratici
Un decreto firmato venerdì pomeriggio, per non dar modo alle associazioni animaliste di presentare ricorso al Tar. Un’esecuzione rapida, eseguita nella notte tra sabato e domenica, resa facile da fatto che a metà ottobre l’animale era stato catturato e dotato di segnalatore Gps prima di essere rimesso in libertà. E così, anche l’orso M51, che la scorsa primavera aveva avuto un incontro ravvicinato con un escursionista, è stato abbattuto.
Siamo di nuovo in Trentino, dove negli ultimi mesi in un modo o nell’altro sempre più plantigradi fanno una brutta fine. Questa volta «una doverosa precauzione» ha portato il presidente della Provincia autonoma di Trento (Pat) Maurizio Fugatti a firmare il provvedimento di «rimozione dell’esemplare», come si dice in burocratese. Secondo la Provincia, la decisione «si è resa necessaria» in base alle previsioni del Pacobace (Piano interregionale per la conservazione dell’orso bruno sulle Alpi centro-orientali). L’esemplare, secondo alcune ricostruzioni, dopo l’incontro ravvicinato con l’escursionista in primavera, nel corso dall’estate e dell’autunno si era avvicinato più di una volta ai centri abitati e per questo era stato classificato come «pericoloso» ai sensi del Pacobace. La «rimozione», sostiene la Provincia di Trento, è stata effettuata, con parere positivo espresso anche dall’Ispra, per scongiurare «l’evenienza del verificarsi di un evento di ancora maggiore gravità rispetto a quelli già registrati».
Contro abbattimento e tempistica scelta per portare a termine l’operazione si sono espresse tutte le associazioni ambientaliste che pure, nei mesi scorsi e nonostante le precedenti frizioni, avevano accettato di stringere quella che sembrava una mano tesa da parte dell’amministrazione. Dopo l’abbattimento dell’orsa Kj1, ad agosto era stato infatti rilanciato il “Tavolo grandi carnivori” della Pat proprio con l’obiettivo di tutelare «sicurezza e biodiversità». Oltre a sindaci della zona e altri stakeholder, all’organismo presieduto dall’assessore alle foreste Roberto Failoni avevano deciso di aderire anche diverse associazioni ambientaliste e animaliste. Quelle stesse che ora si sono sentite soltanto prese in giro e hanno fatto sapere che se queste sono le condizioni, quel tavolo può anche non essere mai più convocato.
Il rappresentate delle associazioni che hanno aderito al nuovo organismo, Francesco Romito, ha scritto all’assessore Failoni una lettera molto chiara. A nome Wwf del Trentino, Lipu di Trento, Enpa, Lav del Trentino, Mountain wilderness e Legambiente Circolo di Trento, ha scritto: «La partecipazione del sottoscritto e delle Associazioni ambientaliste al Tavolo è subordinata a principi imprescindibili di trasparenza e collaborazione all’interno dello stesso: purtroppo, il caso dell’orso M91 ha dimostrato una grave mancanza di entrambi questi valori. Il procedimento per l’abbattimento era stato avviato da tempo, eppure si è scelto deliberatamente di non condividere alcuna informazione con il Tavolo, privando così tale organo della sua funzione primaria: costituire uno spazio utile e partecipato per la condivisione e l’informazione. Questa è stata un’occasione mancata sia per dimostrare l’efficacia e l’importanza del Tavolo stesso, sia per confermare la fiducia che la politica ripone nello stesso». E poi: «Vogliamo ribadire con fermezza che le Associazioni ambientaliste non partecipano a questo Tavolo per sprecare il proprio tempo ma per costruire insieme un percorso condiviso in cui è necessario che anche l’Istituzione faccia la sua parte e dimostri attivamente la volontà di ridurre il conflitto: il nostro obiettivo è contribuire in maniera costruttiva al confronto, tuttavia, tale contributo può esistere solo in un clima di fiducia reciproca, lealtà e trasparenza. Sottolineiamo infine che non tollereremo l’ulteriore omissione di informazioni rilevanti sul piano gestionale e saremo estremamente rigorosi nel vigilare su questi aspetti. Confidiamo infine che si intraprendano reali azioni concrete per instaurare un rapporto fondato sul rispetto, sulla condivisione e sulla trasparenza».
Ma le proteste non arrivano soltanto dalle sigle della zona. Il responsabile animali selvatici della Lav, Massimo Vitturi, denuncia: «Ancora una volta Fugatti ha firmato un provvedimento ammazzaorsi nella notte e l’uccisione è stata comunicata poche ore dopo, praticando un metodo anche antidemocratico. Impossibile per la Lav rivolgersi al Tar per chiedere la sospensione di un decreto tanto sanguinario quanto assurdo perché ha condannato a morte un orso che doveva invece essere preso ad esempio per non avere risposto alle molteplici provocazioni subite nel tempo».