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Le specie marine che vivono sotto i ghiacci sono a rischio per il riscaldamento dell'Artico

Il ritiro dei ghiacci mette in pericolo le forme di vita specialistiche, con conseguenze imprevedibili sulle più ampie reti alimentari marine
 |  Natura e biodiversità

sulle più ampie reti alimentari marine
L'Artico si sta riscaldando almeno due volte più velocemente rispetto al resto del pianeta, provocando lo scioglimento dei ghiacci marini e aumentando il rischio di un'estate artica senza ghiacci e lo studio “Vulnerability of Arctic Ocean microbial eukaryotes to sea ice loss”, pubblicato su Scientific Reports da un team di ricercatori britannici, canadesi e filippini ha esaminato gli organismi microscopici che vivono in quattro ambienti (oceano aperto, foci di fiumi, coste e sotto il ghiaccio marino) nel Mare di Beaufort, al largo del Canada settentrionale e Ne è emerso che «Il mix di specie sotto il ghiaccio era quello meno diversificato, essendo invece composto da plancton specializzato e microbi adattati a queste condizioni difficili».
I ricercatori hanno prelevato campioni di acqua di mare e ne hanno estratto l'RNA per scoprire quali microbi fossero attivi al suo interno.
La principale autrice dello studio, Victoria Jackson del Living Systems Institute dell’università di Exeter. Ricorda che «Ogni goccia dell'oceano è piena di minuscoli organismi, Questi formano comunità complesse che sono la base di tutte le reti alimentari marine, alimentando direttamente o indirettamente tutti gli animali dell'oceano. Le comunità che abbiamo trovato sotto il ghiaccio erano composte da specie rare e specializzate. Con il rapido scioglimento dei ghiacci, tali comunità potrebbero essere sostituite da quelle più generaliste che abbiamo trovato altrove».
L’autore senior dello studio, il bioscienziato Adam Monier dell’università di Exeter conclude: «Queste specie che vivono sotto i ghiacci sono adattate al loro ambiente, ad esempio ricevendo bassi livelli di luce ultravioletta. Le specie possono adattarsi, ma i cambiamenti nell’Artico avvengono in tempi che rendono questo processo difficile o impossibile. Invece, potrebbero ritrovarsi rapidamente in un ambiente completamente nuovo in cui sarebbero superati da specie più generaliste. E’ difficile prevedere quali impatti questo potrebbe avere sulle più ampie reti alimentari marine».

Redazione Greenreport

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