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Survival International denuncia nuove intimidazioni e abusi dei ranger di African Parks contro i Baka

Crescono i timori per un insabbiamento dell’indagine sull’ONG diretta anche dal principe Harris
 |  Natura e biodiversità

Nel 2023, dopo che Survival International aveva denunciato ad African Parks, al Principe Harry (membro del consiglio direttivo) e ai suoi finanziatori i terribili abusi avvenuti nel Parco Nazionale di Odzala-Kokoua, in Congo, lo studio legale Omnia Strategy, fondato da Cherie Blair KC,ha avviato un’indagine su fatti che African Parks ha poi riconosciuto pubblicamente dopo che le denunce di Survival avevano scatenato un clamore mediatico mondiale. Survival sottolinea che «Gli abusi – tra cui pestaggi, torture e stupri – sono stati commessi da guardaparco di African Parks contro gli indigeni Baka, che si sono visti sottrarre la foresta ancestrale per far spazio al parco». Ma negli ultimi mesi gli abusi sembrano essere ripresi e Sut<rvival fa un elenco delle vessazioni alle quali vengono sottoposti i Baka: « Survival ha ricevuto segnalazioni secondo cui i Baka avrebbero subito intimidazioni da parte di alcuni guardaparco di African Parks poco prima dell’inizio dell’indagine sul campo. Almeno due Baka che avevano fornito informazioni sugli abusi dei ranger hanno raccontato di essere stati interrogati e minacciati dai guardaparco. Gli investigatori di Omnia sono andati a intervistare le vittime Baka a bordo di un veicolo di African Parks, e accompagnati da un funzionario del governo congolese. Questo comportamento rischia di scoraggiare i Baka dall’esprimersi apertamente.Survival ha saputo di nuovi, scioccanti pestaggi su un gruppo di donne e bambini baka da parte di alcuni guardaparco di African Parks, che hanno causato la morte del feto di una delle donne. Questi fatti si sono verificati mentre era in corso l’indagine e suggeriscono che le guardie continuano a pensare di poter agire impunemente».
Nonostante le sollecitazioni di Survival, African Parks non si è ancora impegnata a pubblicare i risultati dell’indagine di Omnia, o a mettere in pratica le sue raccomandazioni. E Survival denuncia che «Mentre l’indagine è in corso, sono inoltre emersi nuovi dettagli su come African Parks si stia preparando a ricavare milioni di dollari dalla gestione di Odzala-Kokoua e di altre Aree Protette vendendo crediti di biodiversità (che chiama “Verifiable Nature Units" – VNU) e crediti di carbonio».
African Parks afferma che i suoi progetti pilota, tra cui Odzala, «Mirano a rilasciare VNU per il 2024 e 2025».
Le accuse ad African Parks non arrivano solo da Survival: il libro “Im Namen der Tiere”, pubblicato recentemente dal giornalista investigativo Oliver van Beemen ha messo in dubbio la volontà di African Parks di confrontarsi con indagini indipendenti. Van Beemen cita una fonte che descrive esperienze di valutazione precedenti: «E’ così tanto il timore suscitato da AP che alcune persone che so essere esperti molto professionali scrivono rapporti annacquati in cui sorvolano sulla realtà… Non si morde la mano che ti dà da mangiare».
La direttrice generale di Survival International, Caroline Pearce, conclude: «Survival ha condiviso le sue preoccupazioni con Omnia a proposito delle finalità e della metodologia della sua indagine, e ha invitato il team di investigazione ad allargare lo sguardo sul modello di conservazione razzista e coloniale che sta alla base della gestione di African Parks a Odzala. Le nostre preoccupazioni non sono state risolte, e dal momento che non vengono messi in dubbio i presupposti con cui African Parks ha preso il controllo di così tanta terra indigena, questo significa che il risultato dell’indagine, qualunque esso sia, non aiuterà i Baka a riavere la loro terra, che è assolutamente cruciale per i loro mezzi di sostentamento, il loro benessere e la loro stessa esistenza come popolo. Indagini precedenti commissionate da organizzazioni per la conservazione come il Wwf hanno mostrato che – in mancanza di regole chiare o di un impegno verso un cambiamento radicale – l’industria della conservazione è prontissima a ignorarne i risultati o a insabbiarli, nella totale impunità. Non solo: mentre l’indagine si trascina, sembra che gli abusi continuino indisturbati. Survival continuerà a lottare al fianco delle vittime di African Parks e dell’industria della conservazione per garantire che ottengano giustizia».

Redazione Greenreport

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