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LNDC Animal Protection: basta attacchi politici all’Ispra

La gestione della fauna selvatica deve basarsi su dati scientifici, non su interessi politici
 |  Natura e biodiversità

Da quando si è insediato il governo Meloni è stato un crescendo di attacchi all’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) e di pressioni da parte dei Partiti di destra – in particolare Lega ex Nord e Fratelli d’Italia - e delle regioni che governano per ridimensionarne il ruolo soprattutto per quanto riguarda l’attività venatoria e la gestione dei grandi carnivori.
Negli ultimi anni e mesi non sono mancate le critiche delle associazioni animaliste all’ISPRA per alcuni pareri sugli abbattimenti di orsi e per la gestione/eradicazione di specie invasive, ma è proprio da una delle più grandi ed attive associazioni animaliste - LNDC Animal Protection - che arriva la ferma condanna delle pressioni politiche che stanno minando l’indipendenza e l’integrità scientifica dell’ente, come segnalato dalla recente lettera indirizzata alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni e firmata da Silvano Toso, già direttore dell’Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica; Alessandro Bratti, già direttore generale dell’ISPRA; Luigi Boitani, professore onorario, Sapienza Università di Roma; Angelo Giuliani Betti, faunista; Paolo Lanfranchi già docente Università degli Studi di Milano; Pier Giuseppe Meneguz, docente Università degli Studi di Torino; Gabriele Sperandio, già responsabile Comitato Scientifico ARCI Caccia, Enzo Valbonesi già presidente di Federparchi e del Parco nazionale delle foreste Casentinesi; Osvaldo Veneziano già presidente ARCI Caccia.
Nella lettera alla Meloni, scienziati ed esperti ricordano al governo che «Le vicende legate all’approvazione dei calendari venatori regionali, che annualmente vedono protagonisti le Amministrazioni regionali, la Magistratura, l’ISPRA e i diversi portatori d’interesse, offrono lo spunto per alcune riflessioni più generali. La conservazione della fauna necessita di un approccio olistico, non solo sul piano delle discipline scientifiche e tecniche, ma anche su quello della comprensione della società umana. La conservazione della fauna è politica, nel senso più originario e completo del termine; la conoscenza zoologica e, quindi, i frutti della ricerca, sono certamente elementi fondamentali dei quali la politica dovrebbe tener conto nel fare le proprie scelte, ma non sono i soli. Risulta tuttavia indispensabile che ruoli, responsabilità e competenze siano esercitati, riconosciuti e rappresentati in maniera chiara e trasparente. La politica dovrebbe discostarsi dalle indicazioni della scienza per ragioni connesse alla mediazione tra interessi diversi non a detrimento del bene comune. La Magistratura ha certamente il compito di valutare gli atti amministrativi sotto il profilo della correttezza giuridica, ma è lecito chiedersi se sia giusto che sia il magistrato a valutare comparativamente i risultati di pubblicazioni scientifiche senza l’ausilio di una consulenza adeguata».
Per LNDC Animal Protection, «L’attacco a ISPRA è un segnale preoccupante che potrebbe compromettere la corretta gestione della fauna selvatica in Italia, mettendo a rischio la biodiversità e andando contro le normative nazionali ed europee per la protezione ambientale. ISPRA svolge un ruolo fondamentale nella tutela della biodiversità e nella gestione della fauna selvatica, fornendo dati scientifici e linee guida che sono essenziali per la conservazione di specie e habitat. L’indipendenza dell’Istituto è essenziale per evitare che le scelte messe in campo dalla politica siano influenzate da interessi elettorali o economici che non tengono conto delle reali necessità dell’ecosistema».
La presidente di LDNC Animal Protection, Piera Rosati, aggiunge: «Dire che ISPRA abbia un atteggiamento anticaccia o che addirittura sia ormai piena di animalisti è una plateale menzogna messa in giro e fomentata da chi vorrebbe sparare a qualsiasi cosa si muova e da una certa parte politica che vive sul consenso di queste persone. Lo dico senza riserve: magari in ISPRA fossero diventati tutti animalisti, ma purtroppo non è così. Spesso e volentieri infatti ci siamo trovati in totale disaccordo e delusi da alcuni loro pareri, proprio di recente anche con il caso dei cervi abruzzesi condannati a morte dalla Giunta Marsilio, ma è un’istituzione dello Stato e per questo la rispettiamo. A differenza di chi sta cercando in tutti i modi di depotenziarla e renderla di fatto inutile, tentando di modificare la legge sulla caccia con il DDL Bruzzone».
L’associazione animalista sottolinea che «Fintanto che in Italia la caccia sarà purtroppo consentita, LNDC Animal Protection ribadisce l’importanza di basare ogni decisione sulle evidenze scientifiche fornite da enti qualificati e competenti come ISPRA, che operano senza vincoli o interessi di parte. Le competenze tecniche e scientifiche dell’Istituto rappresentano la base per garantire una corretta gestione del patrimonio faunistico italiano e per assicurare che le scelte di gestione siano sostenibili nel lungo periodo. Come associazione che da anni si batte per la tutela dei diritti animali e per la salvaguardia dell’ambiente, LNDC Animal Protection continua ad auspicare che la caccia venga finalmente abolita del tutto in quanto si tratta semplicemente di una crudele attività ludica che di fatto non ha alcun effetto positivo sul controllo della fauna selvatica, ma al contrario minaccia l’estinzione di diverse specie come già fatto in passato. Al tempo stesso però, l’associazione sostiene la necessità di preservare l’autonomia degli enti di ricerca come ISPRA. L’erosione dell’indipendenza scientifica non è accettabile e rischia di aprire la strada a decisioni arbitrarie e non sostenibili, che potrebbero danneggiare irrimediabilmente il nostro patrimonio naturale».
E’ cin questo atteggiamento che LNDC si unisce alla comunità scientifica nel chiedere alle istituzioni e, in particolare, alla Presidente del Consiglio di «Garantire a ISPRA un contesto in cui poter svolgere il proprio lavoro in modo libero e trasparente, nell’interesse della collettività e della conservazione della fauna selvatica e della biodiversità, oggi anche protette dall’art. 9 della Costituzione. Invitiamo i cittadini e le organizzazioni ambientaliste a unirsi in questa richiesta e a rimanere vigili rispetto ai tentativi di interferenza politica in ambiti dove la priorità dovrebbe essere la tutela dell’ambiente e della biodiversità».

Redazione Greenreport

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