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Il Consiglio di Stato salva i cervi d’Abruzzo, accolto il ricorso delle associazioni

LAV, LNDC Animal Protection e Wwf: «Questa pronuncia potrà rappresentare un importante precedente per il futuro»
 |  Natura e biodiversità

LAV, LNDC Animal Protection e Wwf Italia hanno annunciato che «I cervi d’Abruzzo sono salvi. Il Consiglio di Stato infatti ha accolto il ricorso presentato dalle associazioni e ha confermato la sospensione della delibera della Giunta Regionale che disponeva l’uccisione di 469 cervi, cuccioli compresi».
La vicenda dell’abbattimento dei cervi – gestita oggettivamente male dalla Regione Abruzzo - aveva suscitato indignazione anche al di fuori del mondo animalista e ambientalista, con appelli da parte di numerose personalità dell’arte e della cultura e oltre a 136 mila firme sotto una petizione online e decine di migliaia di e-mail di protesta inviate dai cittadini alla giunta regionale di destra dell’Abruzzo.
in una nota congiunta il presidente della giunta regionale Marco Marsilio e il vicepresidente ed assessore all'agricoltura, alla caccia e all’ambiente Emanuele Imprudente, dichiarano: «In merito alla recente ordinanza del Consiglio di Stato, prendiamo atto del pronunciamento con serenità e fiducia nei confronti dell’autorità giudiziaria, così come non abbiamo prodotto alcuna euforica considerazione in occasione della precedente ordinanza del TAR che non ha accolto la richiesta di sospensiva, argomentando la legittimità della procedura amministrativa. Restiamo fiduciosi in attesa del giudizio di merito, per il quale sarà fissata un’apposita udienza. Sarà infatti il TAR a valutare nel dettaglio i contenuti della deliberazione adottata dalla giunta regionale in merito al contenimento dei cervi. E’ importante precisare che il piano è stato predisposto attraverso una struttura tecnica qualificata, composta da esperti che operano in ambito nazionale sia per enti regionali sia per associazioni ambientali, e che ha inoltre ottenuto il parere favorevole di ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale). Durante la discussione di merito, ogni documento e aspetto tecnico-scientifico potrà essere approfondito e analizzato nel dettaglio, garantendo così una valutazione completa sui dati, sui censimenti e sui danni. Abbiamo chiarito in ogni occasione che l'azione intrapresa dalla giunta regionale nasce dalla necessità di procedere ad un riequilibrio ambientale: un obiettivo prioritario che ha guidato fin dall’inizio l'azione di governo e che è in linea con quanto si attua in altre regioni d’Italia, nonché in numerose aree a livello internazionale. Sui temi della prevenzione dai danni da fauna selvatica la Regione è sempre stata recettiva e proattiva, basti considerare le specifiche misure di sostegno approvate per la realizzazione di recinzioni per un importo totale di oltre 4 milioni di euro, a valere su PSR e CSR Abruzzo. La Regione ha sempre recepito proposte concrete, ma attuabili e compatibili, valutando secondo le necessità tecniche e i costi di sostenibilità, nonché mantenendo un approccio pragmatico e basato su evidenze scientifiche. Crediamo che, anche dinanzi a un tema così complesso, sia essenziale operare con serenità e senza pregiudizi, garantendo una valutazione oggettiva e mirata delle possibili soluzioni. Ipotizzare altri addebiti a nostro carico da parte di chi non ha mai avuto la responsabilità di mettere una firma su un atto amministrativo rispecchia l’attendibilità politica di chi oggi sta strumentalizzando la questione».
Ma l’avvocato Michele Pezone, che ha curato il ricorso presentato da LAV, LNDC Animal Protection e Wwf, la vede in tutt’altro modo: «Si tratta di un precedente importante per chiarire che la programmazione venatoria deve essere fondata su dati certi, raccolti nelle modalità previste dalla legge. Cosa che non è avvenuta in questo caso, come conferma questa pronuncia del Consiglio di Stato. Una pronuncia che potrà valere anche per altre Regioni e riguardanti altri animali».
LAV, LNDC e WWF esprimono soddisfazione per il risultato ottenuto in difesa di animali che «Rischiavano di essere uccisi senza alcun motivo reale, se non per fare l’ennesimo regalo alla lobby venatoria che rappresenta un bacino elettorale importante per una certa parte politica. Il fatto che il Consiglio di Stato abbia ritenuto valide le nostre ragioni ci riempie di soddisfazione perché è la dimostrazione che eravamo e siamo nel giusto. Il Consiglio di Stato rimane un baluardo di legalità e di rispetto delle norme, sempre prezioso quando si tratta di arginare politiche che vanno contro gli animali e l’ambiente. Dedichiamo questa vittoria alle centinaia di migliaia di cittadini che hanno sostenuto le nostre iniziative a favore dei cervi abruzzesi e ai milioni di turisti che ogni anno affollano la Regione attratti dalla sua natura e dagli animali selvatici che la popolano».

Redazione Greenreport

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