Il 38% delle specie autoctone è a rischio di estinzione a causa di specie esotiche invasive
Le specie esotiche invasive rappresentano una grave minaccia per la biodiversità, in particolare a causa del declino delle popolazioni autoctone che provocano in tutto il mondo. Alle specie esotiche invasive (Invasive non-native species (INS) appartengono animali o piante la cui introduzione - volontaria o accidentale - da parte dell'uomo in un territorio rappresenta una minaccia per gli ecosistemi. Più di 40.000 specie esotiche si stanno diffondendo in tutto il pianeta, di queste 3.700 sono specie esotiche invasive che mettono in pericolo la biodiversità. L’Intergovernmental Science-Policy Platform on Biodiversity and Ecosystem Services Secondo (IPBES) le considera una delle principali cause di estinzione delle specie autoctone e una delle maggiori cause globali di perdita di biodiversità. Sebbene si stiano accumulando prove sull’impatto delle specie invasive sul funzionamento degli ecosistemi, la maggior parte degli approcci esistenti si è finora concentrata principalmente sugli aspetti quantitativi e sul numero di specie minacciate, trascurando il loro ruolo ecologico. Mentre a Cali, in Colombia, è in piano svolgimento la 16esima conferenza delle parti della Convention on biological diversity (COP16 Cbd), è essenziale identificare le principali specie minacciate dalle invasioni biologiche per raggiungere gli obiettivi del Kunming-Montreal Global Biodiversity Framework (GBF) per il 2030.
Lo studio “Conservation priorities for functionally unique and specialized terrestrial vertebrates threatened by biological invasions”, pubblicato recentemente su Conservation Biology da Clara Marino e Céline Bellard del Laboratoire Écologie – Systématique – Évolution (ESE – Université Paris-Saclay/ CNRS / AgroParisTech), e da Filipa Coutinho Soares del Centre d'Ecologie et des Sciences de la Conservation (CESCO) del Muséum National d'Histoire Naturelle di Parigi, ha sviluppato un indice che lo rende possibile misurare questo grado di minaccia. Le scienziate stanno colmando questa lacuna sviluppando un indice, il punteggio FUSE INS (Functionally unique, specialized, and endangered - Invasive non-native species).
Le scienziate francesi sottolineano che «Gli attuali strumenti di conservazione richiedono l’ordinamento della biodiversità e la definizione delle priorità all’interno dei gruppi tassonomici. Questo punteggio permette per la prima volta di coniugare l’insostituibilità funzionale (ovvero l’unicità e la specializzazione del ruolo delle specie negli ecosistemi) con il loro rischio di estinzione causato dalla presenza di specie esotiche invasive».
Lo studio è stato condotto su 3.642 vertebrati terrestri esposti a specie esotiche invasive valutandone il loro impatto e si è basato sulla Lista Rossa IUCN e sui database globali contenenti informazioni sulla specializzazione e l'unicità dei vertebrati terrestri in termini di caratteristiche ecologiche. I risultati mostrano che «Il 38% delle specie autoctone sono a rischio di estinzione a causa di specie esotiche invasive, anche se il loro impatto sulla biodiversità è essenziale, il che le renderebbe specie prioritarie da proteggere da questa minaccia su scala globale».
Le specie con il punteggio FUSE INS più alto per ciascun gruppo sono tutte specie insulari: la rana palma delle Seychelles (Sechellophryne pipilodryas) per gli anfibi, il kākāpō (Strigops habroptila) per gli uccelli, la Altagracia Giant Galliwasp (Celestus anelpistus) per le lucertole e il dibbler (Parentechinus apicalis) per i mammiferi.
Le specie prioritarie di anfibi sono concentrate in America Centrale e Madagascar, mentre le lucertole nelle isole dei Caraibi, nell'Australia settentrionale, in Nuova Zelanda e in Nuova Caledonia. Le specie prioritarie di uccelli e mammiferi sono più ampiamente distribuite in tutto il mondo: gli uccelli principalmente nelle aree costiere, nelle isole del Pacifico, nell'India settentrionale e in Nuova Zelanda; i mammiferi, nell'Europa sud-occidentale, nell'Africa centrale, orientale e meridionale, nel sud-est asiatico e nell'Australia orientale. Delle 50 specie di uccelli a massima priorità, il 64% necessita ancora di misure di conservazione per mitigare la minaccia rappresentata dalle specie esotiche invasive.