Che ne sarà del falco grillaio?
Nell’ambito dei progetti sostenuti dal National Biodiversity Future Center (NBFC), il primo centro di ricerca nazionale dedicato alla biodiversità, finanziato dal PNRR – Next Generation EU, il gruppo di ricerca dello Spoke 3 (Terra), guidato da Andrea Pilastro e Alejandro Corregidor Castro del Dipartimento di biologia dell’università di Padova e da Michelangelo Morganti dell’IRSA-CNR, in collaborazione con Diego Rubolini e Andrea Romano dell’università di Milano e Jacopo Cecere di ISPRA, sta monitorando, da circa 4 anni, l’effetto delle temperature sul successo riproduttivo del falco grillaio.
Il falco grillaio (Falco naumanni) è un piccolo rapace che si riproduce in colonie e che aveva trovato nel centro storico di Matera, nella zona dei Sassi, e in altre località della Puglia e della Basilicata un habitat ideale. Con una colonia di oltre 1000 coppie, la più grande del Mediterraneo, Matera ha rappresentato un osservatorio privilegiato per lo studio di questa specie.
Grazie a sistemi di registrazione della temperatura all’interno dei nidi, la ricerca del NBFC ha dimostrato che il drastico aumento del riscaldamento climatico sta compromettendo seriamente la riproduzione e la sopravvivenza della specie in Italia. L’aumento delle temperature ha causato un aumento della mortalità di embrioni e pulcini, nonostante la disponibilità di cibo.
Per affrontare questa emergenza, i ricercatori e le ricercatrici del Centro Nazionale della Biodiversità stanno progettando cassette nido artificiali, concepite per ridurre l’impatto delle ondate di calore sulla riproduzione del falco grillaio. I risultati della ricerca fungono da campanello d’allarme non solo per questa specie, ma per la salute degli ecosistemi agricoli nel loro complesso e il benessere delle comunità umane. Per questo è di fondamentale importanza investire nel monitoraggio della biodiversità e lavorare in sinergia fra diverse discipline per trovare soluzioni innovative a stretto giro.