Trentino: un custode forestale aggredito da un orso. La provincia: controlli e poi rimozione
La Provincia autonoma di Trento (PAT) ha reso noto che ieri pomeriggio un uomo è stato aggredito da un orso in un bosco nella zona del Bleggio superiore e spiega che «Vittima del grande carnivoro, un uomo che da solo stava andando a funghi, ed improvvisamente si è sentito aggredire alle spalle. Caduto a terra, l'orso si è rivolto verso di lui colpendolo ripetutamente con le zampe e ferendolo alla schiena e alle braccia prima di allontanarsi. L’uomo è tornato a piedi fino al paese più vicino da dove è stato dato l’allarme. I reperti genetici lasciati sui vestiti potranno essere utili all’identificazione del grande carnivoro al fine di procedere con il provvedimento di rimozione previsto dal Pacobace per orsi riconosciuti come pericolosi».
Il presidente dell’associazione animalista LEAL, Gian Marco Prampolini, ha commentato «Vogliamo avere chiare le modalità e circostanze precise dell'incontro tra l’uomo e l’orso e delle modalità di ferimento. In attesa dell'identificazione del plantigrado, avviamo la procedura di accesso agli atti. Possiamo già anticipare che in caso di provvedimento di abbattimento faremo immediato ricorso al TAR. Questo incidente giunge in un contesto già teso e temiamo sul territorio l’aumento della ostilità nei confronti degli orsi e dei selvatici».
La Lav sembra avere ancora più dubbi sulle intenzioni della PAT e ricostruisce così la dinamica dell’aggressione: «Da solo, sguardo a terra in cerca di funghi, su un terreno imbevuto da giorni di pioggia che attutisce il rumore dei passi, alle 17.00 di un giorno di fine ottobre - che in un bosco significa praticamente al buio. E’ probabilmente questo il contesto in cui si è realizzato il contatto tra un cercatore di funghi e un orso che si trovava nella zona del Bleggio Superiore (Trento). Forse sarebbe stato sufficiente un campanello del valore di pochi euro appeso allo zaino per evitare l’incontro, ma evidentemente la persona coinvolta non ha preso in considerazione le misure di prevenzione da sempre utilizzate in ogni parte del mondo dove gli umani si trovano a condividere il territorio con gli orsi».
Alcuni giornali locali riportano che l’uomo avrebbe “applicato tutte le raccomandazioni suggerite dal protocollo dei grandi carnivori”, buttandosi a terra, coprendosi il volto e dando la schiena all’animale. «Infatti per questo si è salvato la vita», continua la stampa trentina. Ma per la Lav l’errore è stato a priori: «E’ sconvolgente dover prendere atto che l’uomo è un custode forestale, ovvero una persona che dovrebbe essere dotata delle necessarie competenze e formazione per potersi muovere a proprio agio e in sicurezza non solo su terreni difficili, ma in particolare in ambiti territoriali frequentati da tanti animali selvatici, orsi compresi. Quanto accaduto dimostra ancora una volta la totale inadeguatezza della PAT: se un uomo dipendente della pubblica amministrazione, incaricato di lavorare sul territorio, riesce a realizzare tutti i comportamenti considerati pericolosi in un’area frequentata da orsi, è evidente che non ha ricevuto la necessaria formazione. Un altro fallimento, dunque, della Giunta Fugatti sul fronte della prevenzione degli incidenti».
Massimo Vitturi, responsabile LAV area animali selvatici, ricorda che «Grazie anche alle nostre continue sollecitazioni, finalmente quest’anno la Provincia ha avviato un programma di informazione indirizzato ai cittadini per favorire la convivenza con gli orsi. quanto accaduto ieri dimostra però che i primi a non sapere come comportarsi sul territorio sono proprio i dipendenti pubblici che lavorano in coordinamento con la forestale, come già avvenuto nel 2020 quando gli stessi forestali si fecero inseguire da JJ4 dopo averla intenzionalmente disturbata mentre stava mangiando. Invece di fare pubblica ammenda per le gravi inefficienze dell’amministrazione provinciale che hanno portato al ferimento dell’uomo, l’assessore Failoni ha immediatamente sentenziato la condanna a morte dell’orso, scaricando così le responsabilità sull’animale, che ha semplicemente agito difendendosi da quello che è stato percepito come una minacciosa presenza nel suo territorio. L’incidente di ieri conferma ancora una volta che la prima responsabile è proprio la Provincia di Trento, Fugatti la smetta di lanciarsi in puerili sproloqui contro la presenza degli orsi, voluti a suo tempo dalla stessa Provincia. Da parte nostra noi di LAV faremo tutto il possibile per difendere l’orso dal piombo dei forestali trentini!».
«Apprendiamo senza stupore come la PAT si sia subito attivata comunicando che risalirà all’orso grazie ai reperti genetici lasciati sugli indumenti per ucciderlo. Siamo pronti a intraprendere qualsiasi azione legale perché ciò non avvenga - conclude la presidente LNDC Animal Protection Piera Rosati - Oltre al fatto che questa persona non ha rispettato le regole che lo stesso ‘Parco Adamello Brenta’ aveva stilato ad agosto scorso per muoversi in sicurezza nei boschi frequentati da plantigradi, con in testa il fatto di non andarci da soli e solo nelle ore centrali del giorno, vediamo anche come molti giornali abbiano riportato informazioni non corrette sui fatti. Il fungaiolo, ad esempio, non si è ‘trascinato’ fino al paese, come hanno scritto alcune testate, ma in realtà camminava normalmente, a fronte di un presunto incontro che per fortuna non avrebbe portato all’uomo nessun danno, se non qualche lieve graffio».