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Environmental Justice Foundation e Défense des Milieux Aquatiques chiedono l'applicazione effettiva delle leggi esistenti

Aree marine protette: azione legale contro il governo francese per non aver vietato la pesca a strascico

Se gli Stati membri dell’Ue applicassero la legislazione esistente, la pesca a strascico sarebbe già eliminata nei siti Natura 2000
 |  Natura e biodiversità

Environmental Justice Foundation (EJF) e Défense des Milieux Aquatiques (DMA)  denunciano che «La pesca a strascico , una delle tecniche di pesca più distruttive a causa del suo impatto sulla biodiversità e sulle emissioni di carbonio, continua nei siti Natura 2000, causando danni duraturi. Questa pratica indiscriminata e dispendiosa in termini di carburante, responsabile del  92% degli scarti di pesca nell'Unione Europea , è incompatibile con gli obiettivi di conservazione delle Aree marine protette (AMP) concepite per proteggere le specie e gli habitat più minacciati d'Europa».

Per questo, oggi, EJF e DMA hanno inviato una richiesta formale alle autorità francesi che, se non adeguatamente affrontata, sarà seguita da un'azione legale presso un tribunale francese.  Le due associazioni spiegano che «La richiesta riguarda il deterioramento degli habitat marini causato dalla pesca a strascico in due aree marine protette, Chausey e Bancs des Flandres. La pesca a strascico, un metodo di pesca che prevede il trascinamento di reti zavorrate sul fondale marino, è una delle principali cause della perdita di biodiversità marina. Provoca danni a lungo termine agli habitat dei fondali marini e cattura indiscriminatamente specie non bersaglio. Nonostante ciò, la pesca a strascico continua nel 77% dei siti marini francesi Natura 2000, in violazione della legislazione ambientale».

La richiesta formale inviata da EJF e DMA  al governo francese chiede un'adeguata regolamentazione della pesca a strascico nelle aree marine protette, dove questa pratica minaccia gli habitat protetti dei fondali marini, in violazione del diritto francese e dell'Ue. Le associazioni evidenziano che «I siti Natura 2000 Banc des Flandres e Chausey, situati nella Manica, sono designati per i loro banchi di sabbia unici e i letti di maerl che fungono da vivai cruciali per la vita marina. Nonostante i requisiti di conservazione, una media di 53 pescherecci a strascico di fondo hanno operato annualmente a Banc des Flandres tra il 2021 e il 2023, registrando 4.582 ore di pesca all'anno. Questa attività continua nonostante un rischio riconosciuto di degrado e gli avvertimenti dell'OFB, l'agenzia francese per la natura. Analogamente, il sito Chausey ha visto una media di 24 pescherecci a strascico di fondo all'anno, con 8.129 ore di pesca all'anno durante lo stesso periodo, senza alcuna valutazione di impatto ambientale, rischiando gravi danni ai suoi habitat».

Secondo l'Agenzia europea dell'ambiente, solo il 4% della superficie delle aree marine protette Natura 2000 in Europa è soggetto ad adeguate misure di gestione della pesca, nonostante chiari requisiti giuridici.

Steve Trent, CEO e fondatore di EJF, sottolinea che «Sebbene la Francia abbia preso impegni significativi sulla carta, la realtà è che la pesca a strascico distruttiva continua incontrollata in molte delle sue aree protette. Le leggi sono chiare e la scienza è inequivocabile: la pesca a strascico è incompatibile con le aree marine protette. La Francia deve agire ora per garantire che queste protezioni vitali siano più di linee su una mappa. Queste aree devono essere realmente protette e ciò significa un arresto immediato della pesca a strascico in tutte»".

Le ONG fanno notare che «La richiesta si concentra su due AMP, ma sono rappresentative di un fallimento generale nell'implementare le leggi esistenti. Vietare la pesca a strascico di fondale nelle AMP significa anche garantire un futuro sostenibile per la pesca, che in ultima analisi si basa su oceani sani. Consentire la pesca a strascico di fondale nelle aree protette viola direttamente questo principio. Habitat sani all'interno e intorno alle AMP sono essenziali per supportare la pesca nelle vicinanze».

La richiesta supporta la strategia Ue sulla biodiversità per il 2030 e il Kunming-Montreal Global Biodiversity Framework, che puntano a proteggere il 30% dello spazio marittimo europeo entro il 2030. Inoltre, mira ad allineare la Francia al piano d'azione per l'ambiente marino dell'UE, che invita gli Stati membri a vietare la pesca di fondo mobile in tutti i siti Natura 2000 che proteggono i fondali marini entro marzo 2024 e a eliminarla gradualmente in tutte le AMP entro il 2030.

Il presidente di DMA  Philippe Garcia conclude: «La Francia e gli altri Stati membri dell'Ue hanno un quadro giuridico in atto per proteggere i loro ecosistemi marini. Ciò che manca sono misure adeguate per farlo funzionare nella realtà. Ci auguriamo che questa azione legale spinga il governo francese a prendere misure rapide per porre fine alla pesca distruttiva nelle sue aree protette. Rispettando la legge e assicurando una transizione giusta ed equa verso attività più sostenibili, la Francia e gli altri Stati membri dell'Ue possono mantenere le promesse fatte sia ai propri cittadini che alla comunità internazionale».

Umberto Mazzantini

Scrive per greenreport.it, dove si occupa soprattutto di biodiversità e politica internazionale, e collabora con La Nuova Ecologia ed ElbaReport. Considerato uno dei maggiori esperti dell’ambiente dell’Arcipelago Toscano, è un punto di riferimento per i media per quanto riguarda la natura e le vicende delle isole toscane. E’ responsabile nazionale Isole Minori di Legambiente e responsabile Mare di Legambiente Toscana. Ex sommozzatore professionista ed ex boscaiolo, ha più volte ricoperto la carica di consigliere e componente della giunta esecutiva del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano.