I nidi artificiali per aumentare il successo riproduttivo dei pinguini funzionano
Secondo il nuovo studio “Decades of artificial nests towards African penguin conservation—Have they made a difference?”, pubblicato su Ecological Solutions and Evidence della British Ecological Society da un team internazionale di ricercatori sudafricani e britannici, «I nidi artificiali possono aumentare il successo riproduttivo dei pinguini africani (Spheniscus demersus) in via di estinzione, ma diversi tipi di nidi sono più efficaci a seconda delle colonie.
Il team di ricercatori, guidato da Lorien Pichegru dell’Institute for coastal and marine research della Nelson Mandela University - Gqeberhadella, ha monitorato il successo riproduttivo dei pinguini africani per 12 anni in tutto il Sudafrica e ha scoperto che «I nidi artificiali hanno avuto prestazioni migliori dei nidi naturali e hanno aumentato la produzione riproduttiva del 16,5%». Ma i ricercatori hanno anche scoperto che «Non esiste un tipo specifico di nido artificiale che sia il più efficace nelle colonie di pinguini e che ogni tipologia presenta punti di forza e di debolezza. I nidi in ceramica a doppio strato di nuova concezione erano generalmente il tipo più efficace rispetto ai modelli precedenti, ma non erano universali».
La Pichegru ha spiegato che «I progetti più efficaci di nidi artificiali erano specifici per ogni colonia, con colonie diverse che affrontavano minacce diverse. I pinguini nelle colonie terrestri come Boulders Beach sono minacciati dai mammiferi, mentre i pinguini nelle colonie prive di vegetazione come Bird Island sono esposti al sole. Diversi modelli di nidi artificiali erano più adatti a rispondere a diverse minacce».
Lo studio evidenzia che «I risultati dimostrano che i nidi artificiali possono rappresentare una misura di conservazione efficace per i pinguini africani, ma poiché non esiste un modello valido per tutti, sono necessarie strategie di conservazione specifiche per ogni colonia. Il continuo calo del numero di pinguini africani significa che sono necessarie ulteriori azioni di conservazione, oltre ai nidi artificiali, soprattutto aumentando la disponibilità di cibo».
La Pichegru ha ricordato che «Le cause principali del recente declino del numero di pinguini africani sono la scarsa disponibilità di cibo, le fuoriuscite di petrolio, l'inquinamento acustico sottomarino e la predazione. E’ urgente creare zone di esclusione della pesca biologicamente significative attorno alle loro colonie principali».
I pinguini africani sono una delle specie di uccelli marini più minacciate al mondo e hanno un'altissima probabilità di estinguersi. Le popolazioni sono diminuite del 90% negli ultimi 70 anni, arrivando a circa 8.500 coppie riproduttive. Per ovviare alla mancanza di habitat di nidificazione per questi uccelli marini scavatori, che li rende vulnerabili ai predatori e alle condizioni meteorologiche estreme, da oltre 30 anni in varie colonie del Sudafrica vengono installati nidi artificiali. In questo studio, i ricercatori hanno esaminato il successo riproduttivo dei pinguini africani in un periodo di 12 anni nelle otto più grandi colonie di pinguini africani in Sudafrica, hanno controllato settimanalmente sia i nidi naturali sia 4 tipi di nidi artificiali, dal momento della deposizione delle uova fino all'involo dei pulcini o alla rottura del nido.
I nidi artificiali comprendevano: nidi in ceramica di nuova concezione con tetti inclinati e uno spazio d'aria di 5 cm tra gli strati, nidi in compensato di pino con struttura a forma di A (il modello più vecchio), nidi in cemento realizzati con una miscela di fibra di vetro e cemento e tane in fibra di vetro che imitano la forma delle tane naturali dei pinguini.
I ricercatori avvertono che «Il successo riproduttivo nei nidi naturali potrebbe essere stato leggermente sottostimato nello studio a causa delle difficoltà logistiche legate al loro monitoraggio. I nidi naturali monitorati per il successo riproduttivo vengono spesso scelti in aree accessibili per ridurre il disturbo e quindi possono essere maggiormente esposti alle intemperie e ai predatori».
Uno degli autori dello studio, Richard Sherley delle università di Exeter e del Western Cape, aggiunge che «Inoltre, in questo studio non siamo sempre stati in grado di seguire da vicino il destino dei singoli uccelli o delle coppie riproduttive per diversi anni, Questo significa che non possiamo essere certi di quanta parte dei benefici da noi misurati derivi dal fatto che i pinguini “migliori” scelgono attivamente di riprodursi in nidi artificiali. Quindi, aiuterebbe anche la strategia di conservazione se potessimo capire cosa rende un nido artificiale attraente o meno per i pinguini».
La Pichegru concorda sul fatto che la ricerca futura in quest'area potrebbe rendere i progetti di nidi artificiali ancora più efficaci e conclude: «Comprendere i meccanismi con cui i nidi artificiali migliorano il successo riproduttivo in diverse colonie potrebbe aiutare a migliorare i progetti di nidi artificiali futuri. Ad esempio, migliora la protezione dai predatori, riduce i carichi di calore sulle uova o qualcos'altro?»