Abbattimento dei cervi in Abruzzo: il Tar dice no alla richiesta di sospensiva
Con un esito che – visto diversi precedenti – in molti davano per scontato, il TAR Abruzzo di L’Aquila ha respinto il ricorso amministrativo presentato da LAV, LNDC Animal Protection e Wwf Italia contro la delibera della Giunta regionale di destra-centro che consentirà l’abbattimento di centinaia di cervi in Abruzzo.
Le associazioni hanno commentato: «Con profonda delusione prendiamo atto del pronunciamento del TAR – commentano le Associazioni – In questi mesi si è atteso invano un confronto sia tecnico sia politico con l’amministrazione regionale che oggi si assume la responsabilità di aver reso cacciabile il Cervo in Abruzzo».
Esulta il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, «La prima sezione del Tribunale amministrativo regionale per l’Abruzzo ha riconosciuto la legittimità del lavoro svolto dalla Regione Abruzzo: il prelievo in forma selettiva del cervo è stato legittimamente riconosciuto e l’opposizione presentata dalle associazioni animaliste non è stata accolta. L’ordinanza del Tar ha respinto la domanda di tutela cautelare, non concedendo neanche la sospensiva. I giudici del Tar hanno ribadito che il cervo rientra tra le specie cacciabili, secondo quanto stabilito dalla legge del 1992, e che la delibera di giunta impugnata dalle associazioni ambientaliste e animaliste è stata adottata in attuazione della pianificazione contenute nel piano faunistico venatorie. A sostegno della tesi della Regione c’è anche il parere espresso dall’Ispra, che ha valutato positivamente il contenimento dei cervi, in quanto non va a incidere sulla quantità di animali presenti sul territorio e quindi non ne minaccia l'estinzione. Lo stesso tribunale amministrativo ha evidenziato che non essendo stato monitorato l’intero territorio regionale il numero dei cervi che verrà catturato è certamente una sottostima del numero di cervi attualmente presente. L’ordinanza del Tar riporta la corretta gestione avviata dall’assessorato all’agricoltura e alla caccia, confermando la necessità di contenere il numero dei cervi e tutelare il lavoro degli agricoltori e conferma la legittimità delle nostre decisioni. Ringrazio il personale dell’assessorato e l’avvocatura regionale per il prezioso lavoro preparatorio che hanno svolto in queste settimane e l’importante conferma ottenuta davanti al tribunale amministrativo. La Regione riconosce l’importanza della tutela delle specie protette ma ribadisce la necessità di un giusto equilibrio sul territorio».
Invece, per LAV, LNDC Animal Protection e Wwf così mil Tar ha dato via libera alla carneficina: «Ora il destino dei 469 cervi in Abruzzo è segnato, dal 14 ottobre potranno essere uccisi dai cacciatori. La campagna svolta dalle Associazioni in questi due mesi ha coinvolto migliaia di cittadini, più di 134.000 le firme sulla petizione on line, 46.000 i cittadini che hanno scritto direttamente al Presidente Marsilio per chiedere lo stop alla caccia, tante personalità del mondo della cultura e dello spettacolo e anche le cooperative del turismo naturalistico si sono unite all’appello per salvare i cervi, ma nulla ha potuto far tornare la Giunta Marsilio sui suoi passi. E nemmeno il pronunciamento del TAR di oggi sospende la delibera regionale. Certo, la Regione può ancora tornare sui suoi passi, ma finora questa volontà non è emersa (e le dichiarazioni di Marsilio dicono che non succederà, ndr) . Resta il rammarico di non aver potuto impedire la mattanza dei cervi che avverrà solo perché l’amministrazione regionale, utilizzando il pretesto dei danni all’agricoltura e degli incidenti stradali imputati ai cervi, argomenti che le associazioni hanno smontato – dati alla mano – nel corso delle audizioni in terza Commissione Consiliare, ha deciso di effettuare un piano venatorio, di caccia di selezione e non un piano di contenimento di animali che causano danni. Lo riportano chiaramente i documenti, anche se spesso la discussione si è spostata su questo terreno, dimostrando così il primario interesse della Regione per soddisfare le richieste dei cacciatori. La loro attività “ludico-sportiva” comporterà un vero e proprio massacro dei cervi in Abruzzo».
Le associazioni concludono: «Ora, stiamo valutando se ricorrere al Consiglio di Stato, non possiamo tollerare che gli animali possano essere consegnati al piombo dei cacciatori. Intanto ringraziamo tutte le persone che ci hanno sostenuto in questa campagna in difesa del Cervo in Abruzzo, invitandole a continuare a seguire le iniziative che proveremo a mettere in atto e coltivare ogni giorno l’impegno in difesa della natura».