Il ritiro dei ghiacci marini in Antartide potrebbe avere un impatto sulla riserva alimentare degli uccelli marini
Secondo lo studio “Seasonal resource tracking and use of sea-ice foraging habitats by albatrosses and large petrels”, pubblicato su Progress in Oceanography da un team internazionale di ricercatori guidato da r Ewan Wakefield ed Erin McClymont del Dipartimento di geografia dell'università di Durham, e da Richard Phillips del British Antarctic Survey (BAS), «Il rapido ritiro dei ghiacci marini dell'Antartide potrebbe avere un impatto negativo sulla riserva alimentare degli uccelli marini che nidificano a centinaia di chilometri di distanza dal continente».
Una pessima notizia soprattutto per la maggior parte degli albatros del mondo e i loro parenti più stretti, le procellarie, che si riproducono sulle isole dell'Oceano Antartico, che circondano l'Antartide.
I ricercatori hanno utilizzato la tecnologia satellitare per tracciare gli spostamenti di questi uccelli marini e hanno scoperto che «Gli uccelli percorrono grandi distanze in volo verso le zone dell'oceano interessate dal ghiaccio marino, chiamate zone di ghiaccio marino stagionale antartiche».
Si pensa che questi uccelli marini ogni estate si spostino per nutrirsi nelle acque ricche di sostanze nutritive lasciate indietro dallo scioglimento dei ghiacci marini dell'Antartide, oppure, nel caso delle procellarie giganti del sud, per cibarsi deI resti delle foche uccise dai predatori o da malattie che si trovano sul ghiaccio stesso.
Durante il periodo in cui sono stati registrati i dati satellitari, il ghiaccio marino antartico era relativamente stabile, ma nelle ultime estati il ghiaccio marino stagionale si è ritirato prima, raggiungendo minimi record e Wakefield sottolinea che «: «Ogni inverno il mare ghiaccia attorno all'Antartide, con ghiaccio marino che copre decine di milioni di miglia quadrate. Abbiamo scoperto che gli albatros e le grandi procellarie percorrono centinaia di miglia, alcune molto all'interno dell'area coperta da questo ghiaccio marino e pensiamo che lo facciano per nutrirsi. In tal caso, il ritiro dei ghiacci marini dell'Antartide, causato dal cambiamento climatico, potrebbe avere effetti non solo sui pinguini, familiari a molte persone, che si riproducono nel continente, ma anche su un numero enorme di uccelli marini che si riproducono a centinaia o migliaia di chilometri di distanza».
Il ritiro dei ghiacci marini dell'Antartide, causato dal cambiamento climatico, potrebbe avere ripercussioni non solo sui pinguini, noti a molte persone, che si riproducono nel continente, ma anche su un numero enorme di uccelli marini che nidificano a centinaia o migliaia di chilometri di distanza».
I ricercatori hanno analizzato i dati che mostrano gli spostamenti di 7 specie - petrello gigante del sud(Macronectes giganteus), petrello gigante del nord (Macronectes halli), petrello mentobianco (Procellaria aequinoctialis), albatros mantochiaro (Phoebetria palpebrata), albatros dalle sopracciglia nere (Thalassarche melanophris), albatros testagrigia (Thalassarche chrysostoma) e albatros urlatore (Diomedea exulans) . provenienti dall'isola subantartica della South Georgia, che dista circa 1.600 chilometri dall'Antartide. In totale, basandosi su dati satellitari raccolti tra il 1992 e il 2023, sono stati analizzati 2.497 viaggi di ricerca del cibo effettuati da 1.289 uccelli marini,.
Phillips, a capo dell'Higher Predators and Conservation Group del BAS, conferma: «Dato che tutte e sette le specie di albatros e petrelli che abbiamo esaminato hanno viaggiato verso la zona di ghiaccio marino stagionale dell'Antartide, è probabile che loro, e molti altri uccelli marini nidificanti subantartici, siano collegati alle dinamiche del ghiaccio marino. I cali del ghiaccio marino antartico previsti dal cambiamento climatico potrebbero esacerbare gli impatti umani già insostenibili sperimentati da queste popolazioni».
I partner della ricerca che ha portato alla realizzazione dello studio includono BirdLife International, le università di Barcellona, Helsinki, Stony Brook e Coimbra. Lo studio è stato finanziato dal Leverhulme Trust, dall'European Research Council H2020, dal Natural Environment Research Council (NERC), Darwin Plus, dalla National Science Foundation (NSF) e dal Government of South Georgia and the South Sandwich Islands (GSGSSI).
I ricercatori ammettono che il loro studio presentava alcune limitazioni: mentre la loro analisi ha dimostrato che gli uccelli hanno utilizzato habitat interessati dal ghiaccio marino, non sanno esattamente cosa mangiano e sperano che questo «Venga dimostrato da studi di monitoraggio e dietetici di follow-up per dare un'idea migliore di come il cambiamento del ghiaccio marino potrebbe influenzare diverse specie. La risoluzione dei dati sul ghiaccio marino e sul monitoraggio non è stata sufficiente per stabilire in che modo gli uccelli interagivano con il ghiaccio marino su piccola scala e speriamo che il monitoraggio su piccola scala possa risolvere il problema».
Per diverse specie, l'inizio e la fine del periodo riproduttivo non sono stati coperti dal monitoraggio, quindi i ricercatori non sanno come potrebbero utilizzare gli habitat del ghiaccio marino durante quel periodo.