Lupi, vipere, tartarughe e foche
Nel mio ultimo libro ho parlato delle leggende metropolitane circa le reintroduzioni di lupi e vipere lanciate dagli elicotteri, che, oltretutto dovevano essere state condotte dai gestori dei parchi italiani. Ormai queste storie si perdono nella notte dei tempi e, quasi tutti, si sono resi conto (salvo alcuni irriducibili) che il lupo negli ultimi 50 anni è aumentato di 35-40 volte per la protezione che ha avuto e perché ha tanto più risorse alimentari rispetto a mezzo secolo fa e quindi ha ricolonizzato territori dai quali era scomparso. La vipera, a differenza del lupo, non è mai stata un specie minacciata di estinzione in Italia, anzi anche nelle liste rosse italiane è sempre stata nella categoria LC, quella con il miglior stato di conservazione. A questo si aggiunge l’assurdità (oltre che inutilità) di ripopolare territori lanciando vipere da un elicottero. Chi crede ad un’idiozia del genere, come dico spesso, non ha idea di quanto costi un’ora di elicottero e perché mai uno lo dovrebbe utilizzare, quando con un furgoncino potrebbe distribuire centinaia di vipere a costi ben più contenuti.
Ma, soprattutto, molti ignorano che un ente pubblico come un parco, se vuole fare un progetto di reintroduzione, deve fare degli atti che si chiamano delibere, pubblicarle all’albo e chiedere permessi ai ministeri competenti, soprattutto se si parla di specie protette. Se non si segue questo iter, non solo non si ha strumenti per farlo, ma si commettono uno o più reati. Infatti, quando ho curato la reintroduzione del falco pescatore, ho seguito esattamente questo iter e gli atti relativi si possono ancora trovare.
Ultimamente mi è venuta all’orecchio una storia ancora più assurda di quelle del lupo e della vipera: qualcuno dice che la foca ripetutamente avvistata negli ultimi anni a Capraia (ammesso e non concesso che sia sempre lo stesso esemplare) ce l’avrebbe “portata il parco”.
Perché dico che è ancora più assurda delle altre? Perché, mentre nei primi casi si poteva parlare di voci messe in giro da qualche mattacchione, in questo caso si deve dubitare della integrità mentale del soggetto.
Nel caso del lupo stiamo parlando un animale diffusissimo nel mondo e con 200-250.000 Individui stimati (IUCN) e per il quale, comunque, si trovano numerosi esemplari in cattività (zoo, centri di recupero etc.) cosi come per la vipera. Per la foca monaca lo scorso anno la IUCN stimava tra 444 e i 600 individui maturi in tutto il mondo, con una situazione ben migliorata rispetto al 2020 (anno dei primi avvistamenti recenti a Capraia). Non esiste un solo posto al mondo dove la foca monaca venga detenuta in cattività, salvo i pochi animali feriti che vengono temporaneamente ospitati nei centri di recupero dell’Egeo. Se uno volesse spostare una foca monaca la dovrebbe catturare allo stato selvatico dove è (Egeo, Mauritania, Madeira) commettendo un reato gravissimo senza le autorizzazioni (concesse con atti pubblici) dai relativi stati. Concessione che, ovviamente e giustamente, non concederebbero mai, visto che se da noi è estinta come riproduttiva, non è che i numeri degli altri Paesi inducano a far spostare anche un solo individuo.
E poi, ma che senso avrebbe spostare un solo animale? Una della basi per i progetti dei reintroduzione è quella di poter contare su un adeguato numero di soggetti; per il falco pescatore ne importammo 36 e qualcuno ci diceva (senza avere tutti i torti) che ne avremmo dovuti importare di più, anche se poi è andata bene lo stesso.
Poi, ci sono anche quelli che dicono che abbiamo “messo” le tartarughe all’isola di Pianosa.
Chissà questi “geni” come spiegano che 10 anni fa in Italia non si stimavano più di 50 nidi, tutti localizzati all’estremo sud e quest’anno ne sono stati individuati circa 600 fino alla Liguria ed all’Abruzzo. Sottolineo individuati, quelli realmente presenti sono sicuramente di più. A Castiglioncello, Marina di Massa, Viareggio, forte dei Marmi per restare in Toscana o nei 184 nidi individuati in Sicilia chi ce le ha portate?
La realtà è che c’è chi parla di cose che non conosce e, anziché fare come faccio io e tutte le persone normali in casi simili, non chiede spiegazioni a chi ne sa di più, ma pensa di sapere da solo come stanno le cose e magari pensa che le cose siamo come lui vorrebbe che fossero e non come stanno davvero.
Ma d’altra parte se il 15% degli italiani non esclude che la terra sia piatta in questa categoria ci stanno bene anche quelli che pensano che la foca a capraia o le tartarughe a Pianosa ce l’abbia messe il parco….
Giampiero Sammuri, presidente Parco Nazionale Arcipelago Toscano