Il Tar salva i lupi del Süd Tirol - Alto Adige: accolta l’istanza delle associazioni animaliste
Il presidente del Tar di Bolzano ha accolto l’istanza cautelare ante causam presentata dall’avvocato Aurora Loprete su mandato delle associazioni Leal, Leidaa, Oipa e “Zampe che danno una mano” per chiedere la sospensione dell’autorizzazione all’abbattimento di due lupi in va Venosta, firmata dal presidente della Provincia autonoma di Bolzano, Arno Kompatscher della Südtiroler Volkspartei, a capo di una giunta di centro-destra.
Le associazioni evidenziano che «Il presidente del Tar ha riconosciuto sussistente il presupposto dell’eccezionale gravità ed urgenza dell’istanza. L’autorizzazione all’abbattimento è quindi sospesa e i lupi per il momento sono salvi».
Nell’istanza accolta dal TAR le 4 associazioni animaliste sottolinenoa, tra l’altro, «La mancata applicazione del principio di proporzionalità e gradualità, più volte richiamato su questa materia dal Consiglio di Stato, visto che manca o è insufficiente la prova che siano state adottate tutte le misure preventive prima di richiedere una deroga al divieto di abbattere animali di specie particolarmente protetta. Inoltre, è dato per scontato che il prelievo di due lupi “a caso” metta fine alle predazioni, mentre sono del tutto ignoti gli effetti di uccisioni indiscriminate sui branchi di lupi. Inoltre, secondo i pareri di scienziati europei raccolti dalla startup italiana Green Impact, sullo stato di conservazione della specie, anche nell’ambiente alpino, incidono i segni di ibridazione con cani e le ridotte dimensioni di alcune popolazioni locali. La mancanza di un piano di gestione aggiornato e complessivo per il lupo in Italia dovrebbe indurre alla prudenza».
esultano anche LNDC Animal Protection e WwfItalia – rappresentate dagli avvocati di LNDC Michele Pezone e Paolo Letrari – che hanno depositato a tempo di record un ricorso al TAR di Bolzano: «Per la terza volta, il Presidente della Provincia Autonoma di Bolzano incassa uno stop dal TAR riguardo alla sua intenzione di sparare ai lupi nel suo territorio. L’anno scorso, infatti, ben due ordinanze di questo tipo furono annullate grazie all’intervento delle associazioni presso il TAR e ora ci si augura che avverrà lo stesso durante l’udienza collegiale che si terrà il 10 settembre. Ovviamente siamo molto soddisfatti di questa decisione del TAR e nell’udienza collegiale esporremo nel dettaglio le nostre ragioni, chiedendo che l’autorizzazione di Kompatscher al “prelievo” – eufemismo per uccisione – di due lupi in Val Venosta venga annullata definitivamente. Siamo fiduciosi che, visti i precedenti, riusciremo anche in questo caso a far valere i diritti di una specie ormai costantemente nel mirino di questa amministrazione, nonostante si tratti di animali che godono di un particolare status di protezione da parte di norme nazionali e comunitarie. La Provincia di Bolzano, per quanto autonoma, non può pensare di fare il bello e il cattivo tempo e agire in spregio delle leggi di rango superiore. Per questo motivo, in occasione dell’udienza che si terrà il 10 settembre, discuteremo anche dell’istituzione delle cosiddette “zone pascolive protette”, una sorta di zona franca – che comprende la maggior parte del territorio – dove nelle intenzioni dell’amministrazione provinciale si può sparare ai lupi senza che vengano prese misure di prevenzione. Tutto questo non è accettabile».
Stefano Raimondi, responsabile nazionale biodiversità di Legambiente commenta: «Ben venga la decisione del TAR di Bolzano che ha accolto l’istanza delle associazioni animaliste fermando l’abbattimento dei due lupi ordinato venerdì dalla provincia di Bolzano in val Venosta. I lupi sono una specie protetta ai sensi della Direttiva Habitat e della Convenzione internazionale di Berna. In Trentino-Alto Adige si torni ad usare buon senso, basta a politiche di accanimento ammazza lupi e orsi che alimentano solo paura e odio sociale e che sono, per altro, in netta contraddizione con le norme Ue e la recente decisione della Corte di giustizia della Ue. Quest’ultima ha stabilito il no alla caccia del lupo a fronte di uno stato di conservazione insoddisfacente a livello nazionale, fissandosi quale priorità assoluta la tutela della biodiversità, di specie e di habitat di interesse comunitario. Alla luce di tutto ciò, torniamo a ribadire che occorre lavorare sempre di più su mitigazione e prevenzione attraverso un’alleanza e gestione condivisa con le comunità locali, facendo informazione, e utilizzando un approccio scientifico. Questa è la strada da seguire, no a insensate politiche di accanimento. A livello nazionale è importante che venga approvato e migliorato in via definitiva anche il Piano di conservazione e gestione del lupo»,
Leal, Leidaa, Oipa e “Zampe che danno una mano”, evidenziano anche che il decreto di Kompatscher cita un parere dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), «Il cui contenuto è stato arbitrariamente interpretato, nella nota divulgata ieri dall’Ufficio stampa della Provincia autonoma di Bolzano, per far apparire la scelta dell’abbattimento come accettabile almeno per quanto riguarda i tassi di predazione. In realtà l’Istituto ricorda che non si sa come siano stati individuati i criteri introdotti dalla norma provinciale e che tali criteri non definiscono la dimensione dell’area oggetto del danno. Quindi è impossibile “valutare adeguatamente la sussistenza del primo requisito richiesto dalla norma comunitaria” per poter derogare dalla regola della protezione della specie, cioè la gravità dei danni».
Le 4 associazioni concludono: «Sappiamo quale sia la linea delle Province autonome riguardo la gestione dei grandi carnivori: una linea che predilige l’abbattimento come soluzione finale comoda e istantanea. Linea che viola le normative comunitarie, che ben potrebbe esporre il nostro Paese all’apertura di una (ulteriore) procedura d’infrazione in tema di gestione della fauna selvatica, ed è in contrasto con l’articolo 9 della Costituzione che “tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni”. Inoltre, uccidere i due lupi sarebbe un atto violento e crudele che non inciderebbe sulla sicurezza di talune categorie produttive che lamentano danni».