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Maruma Mrena, del programma Onu per l’ambiente: «Pronti a sostenerne e promuoverne la piena attuazione attraverso la nostra intera rete»

Cop16 bis sulla biodiversità, con il Fondo di Cali un passo avanti verso la giustizia ambientale

Il Wwf plaude al lancio della misura che favorisce un’equa redistribuzione dei profitti derivanti dall’uso delle informazioni relative al sequenziamento digitale delle risorse genetiche.
 |  Natura e biodiversità

Bisognerà vedere domani con quali accordi si chiuderà il vertice delle Nazioni unite sulla biodiversità, ma intanto il Wwf accoglie positivamente il lancio del Fondo di Cali nel giorno di apertura della COP16 bis di Roma. L’appuntamento che si sta svolgendo presso il Palazzo della Fao costituisce un momento storico per la giustizia climatica e per la biodiversità globale. E quello segnato nel corso dei lavori è un primo importante risultato.

Istituito in Colombia durante le sessioni della COP16 dello scorso ottobre, il Fondo di Cali vuole favorire una equa redistribuzione dei benefici e dei profitti derivanti dall’uso delle informazioni relative al sequenziamento digitale (Digital sequence information, in breve Dsi) delle risorse genetiche.

Queste risorse sono state a lungo sfruttate dai Paesi del Nord del mondo senza un’adeguata condivisione con le nazioni e popolazioni da cui queste risorse venivano prelevate. Il Fondo mira a colmare parte del divario finanziario della biodiversità anche a favore delle popolazioni indigene custodi della biodiversità. Il 50% del fondo è dedicato infatti a queste popolazioni, i cui territori sono spesso i luoghi da cui provengono le risorse genetiche. I fondi saranno utilizzati per rafforzare l’implementazione del Quadro Globale per la Biodiversità. 

L’impegno del settore privato nel finanziamento del Fondo sarà fondamentale. Il Fondo consente alle imprese che usano le risorse genetiche digitalmente sequenziate di restituire parte dei loro guadagni alla natura e alle persone che la custodiscono. Pur essendoci alcuni elementi da chiarire e rafforzare, il Wwf fa sapere che accoglie con favore l’istituzione di questo meccanismo innovativo, che rafforzerà il raggiungimento degli obiettivi volti a fermare e invertire la perdita di natura entro il 2030, assicurando al contempo benefici diretti a coloro che hanno salvaguardato gli ecosistemi per secoli. 

Elisabetta Maruma Mrema, assistente segretario generale delle Nazioni Unite e vice direttore esecutivo del programma Onu per l’Ambiente (Unep) sottolinea che il Fondo sarà una nuova fonte di reddito per la conservazione della biodiversità, sostenendo il Kunming-Montreal Global Biodiversity Framework e che l’Unep è «pronto a sostenerne e promuoverne la piena attuazione attraverso la nostra intera rete e le reti esistenti con società private, associazioni imprenditoriali e agenzie di conservazione sul campo».

Redazione Greenreport

Greenreport conta, oltre che su una propria redazione giornalistica formata sulle tematiche ambientali, anche su collaboratori specializzati nei singoli specifici settori (acqua, aria, rifiuti, energia, trasporti e mobilità parchi e aree protette, ecc….), nonché su una rete capillare di fornitori di notizie, ovvero di vere e proprie «antenne» sul territorio.