Emergenza granchio blu, appello di Goletta Verde al neocommissario: 3 proposte su cui lavorare
Goletta Verde ha lanciato dall’Adriatico, nella sua tappa in Emilia-Romagna, un appello a Enrico Caterino, già prefetto di Ravenna e Rovigo e neo-neocommissario per l’emergenza granchio blu appena nominato on decreto firmato dalla Presidenza del Consiglio, indicando al neocommissario quelle che per l’associazione ambientalista sono tre proposte su cui lavorare:
L’uso delle nasse, attrezzi di pesca selettiva e a basso impatto ambientale, è la strada giusta per la pesca del granchio. Questa soluzione è già stata sperimentata in altri paesi come Spagna e Grecia. Per tamponare l’emergenza va bene pescare, raccogliere e smaltire il granchio blu, ma si tratta di una soluzione temporanea.
Occorre sburocratizzare e snellire il processo di ristori e indennizzi alle imprese del settore ittico e dell’acquacoltura che hanno richiesta sostegno al governo per fronteggiare le perdite economiche.
Non va dimenticato il monitoraggio e la ricerca scientifica. Lo studio e l’analisi dell’invasione del granchio blu deve essere sostenuta adeguatamente e, soprattutto, in maniera costante e concreta affinché si riesca a trovare una soluzione definitiva al problema.
Già nel dossier “Biodiversità a rischio 2024” pubblicato a maggio Legambiente ha analizzato il caso del granchio blu (Callinectes sapidus), ricordando come nel Mediterraneo questa specie aliena sta minando la biodiversità e creando ingenti danni economici nel comparto della pesca professionale.
Come ricorda Legambiente nel nell’estate del 2023 il granchio blu si è diffuso soprattutto nella costa adriatica, causando problemi alla pesca in Emilia-Romagna e Veneto. Gli acquacoltori della provincia di Rovigo sono stati particolarmente colpiti dal crostaceo, che ha attaccato gli allevamenti di cozze, ostriche e vongole, i quali costituiscono un prodotto importante per il settore della pesca nel Delta del Po.
La situazione è preoccupante, considerato che solo a cavallo tra il Veneto e l’Emilia-Romagna esistono più di 3000 allevamenti di molluschi che rischiano di essere gravemente danneggiati dalla presenza di questa specie invasiva.
Anche in Toscana si sono susseguiti una serie di eventi di invasione, specialmente lungo le coste della Maremma. Nella Laguna di Orbetello, ad esempio, il granchio blu ha divorato le fonti di cibo usate per nutrire le anguille, le orate e le spigole, compromettendo di conseguenza la produttività degli allevamenti, e ha danneggiato moltissimi attrezzi da pesca. Secondo le prime stime di Fedagripesca-Confcooperative, il danno economico attuale causato dalla specie sarebbe già attorno ai 100 milioni di euro.
Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente e Stefano Raimondi, responsabile nazionale biodiversità di Legambiente augurano buon lavoro al nuovo commissario straordinario per l’emergenza granchio blu e auspicano che «La sua nomina sia di aiuto al settore ittico e acquacoltura di Emilia-Romagna e Veneto, e in generale dell’Alto Adriatico, da oltre un anno sotto scacco a causa della specie aliena invasiva granchio blu che ha praticamente compromesso la produzione di mitili. E’ fondamentale che l’Italia eviti di compiere errori gestionali, come un ritorno alla pesca a strascico, ma che piuttosto venga definito il prima possibile un piano scientifico sperimentale di contrasto alla proliferazione del granchio blu, basato su soluzioni che tutelino sia l’economia legata agli allevamenti di spigole, orate e molluschi sia la salute degli ecosistemi del Mediterraneo, in particolar modo di quelli costieri. La deroga alla pesca a strascico sotto costa deve essere evitata perché significherebbe un grave passo indietro sulla tutela della biodiversità dei mari e la salvaguardia di specie a rischio vittime di catture accidentali come delfini e tartarughe, andando a incentivare un tipo di pesca che già ha causato danni all’ecosistema marino. Per questo oggi lanciamo con Goletta Verde le nostre tre proposte al neocommissario su cui lavorare per affrontare l’emergenza granchio lungo le coste della Penisola».