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Se i Paesi del Mediterraneo non riducono urgentemente la pesca eccessiva, addio ai nostri piatti di pesce

Italia, Francia e Spagna devono recuperare il nasello dal quasi collasso commerciale e ricostruire le popolazioni di scampo
 |  Natura e biodiversità

Mentre turisti e cittadini dei Paesi del Mediterraneo gustano in casa o al ristorante i loro piatti di pesce estivi preferiti, Oceana rilancia un recente rapporto della Commissione Europea chiedendo «Ulteriori azioni per porre fine alla pesca eccessiva e recuperare le popolazioni di nasello europeo e scampo»  e sollecita Francia, Italia e Spagna a «Intervenire con urgenza per prevenire la scomparsa di questi e altri pesci dai nostri menù, basandosi sui progressi ottenuti con il piano pluriennale per il Mediterraneo occidentale».

Secondo il recente report “Rebuilding western Mediterranean fisheries: has the western Mediterranean multiannual plan delivered? 2019-2024” di Oceana «Nonostante gli sforzi degli Stati membri per recuperare le popolazioni ittiche, in particolare la triglia nel Golfo del Leone. Il 57% delle popolazioni nel Mediterraneo occidentale è ancora sovrasfruttato. Infatti, alcune popolazioni di gambero viola, rosa e rosso in questo bacino marino sono in uno stato critico. Se i Paesi non smettono di sovrasfruttarli, potrebbero raggiungere livelli così bassi da non avere più senso per la pesca commerciale. Questo sta già accadendo con il nasello europeo e lo scampo nel mar Ligure e nel nord Tirreno, che sono diventati così sovrasfruttati in queste acque che potrebbero presto non essere più redditizi».

A partire dal 2025, la sostenibilità dello sfruttamento delle popolazioni ittiche diventerà un obbligo. Più precisamente, il 1° gennaio è la data di scadenza fissata dal Piano per Francia, Spagna e Italia per garantire che i tassi di mortalità per pesca rientrino entro livelli sostenibili e compatibili con il rendimento massimo sostenibile. Per raggiungere questo obiettivo per le 6 specie demersali (che vivono sul fondo marino o in prossimità di esso) contemplate dal Piano, Oceana esorta gli Stati membri a: « Assegnare i giorni di pesca ai pescherecci a strascico a livelli consigliati dalla comunità scientifica. Migliorare la selettività degli attrezzi, in particolare per ridurre le catture di specie giovani come il nasello. Chiudere le aree alla pesca a strascico per proteggere gli habitat ittici essenziali - zone cruciali per la riproduzione, la deposizione delle uova e l'alimentazione. Adottare misure correttive per tutte le popolazioni in situazione critica per riportarle a livelli sani».

La Commissione europea è tenuta a presentare una relazione al Parlamento europeo e al Consiglio per valutare il raggiungimento degli obiettivi del Piano a cinque anni dalla sua entrata in vigore. I risultati di questo rapporto saranno poi utilizzati per presentare agli Stati membri, a metà settembre, una proposta sulla definizione delle possibilità di pesca nel Mediterraneo per il prossimo anno.

Javier Lopez, direttore della Campagna per la pesca Sostenibile di Oceana in Europa, ha concluso: «La determinazione della Commissione europea a far sì che i Paesi continuino ad attuare il Piano Pluriennale per il Mediterraneo occidentale porta con sé un bagliore di speranza per le specie sovrasfruttate in queste acque. Francia, Italia e Spagna devono fissare le possibilità di pesca per il prossimo anno a livelli tali da garantire il recupero di queste specie, con benefici a catena per gli ecosistemi marini e il futuro della pesca».

Redazione Greenreport

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