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Lo squalo bianco sta scomparendo dal Mediterraneo

Ricerca Università di Siena e Centro squali: potrebbe aver superato il limite di non recupero
 |  Natura e biodiversità

Già nel 2016, la lista Rossa dell’International Union for Conservation of Nature (IUCN) classifica lo squalo bianco (Carcharodon carcharias) “critically endangered”,  cioè una specie in pericolo che corre un serio rischio di estinzione nel proprio habitat. Mentre il Mar Mediterraneo veniva considerato, nella sua globalità, uno degli otto hotspot mondiali per la presenza ed abbondanza degli squali bianchi.

Ora, la nuova ricerca, “Monitoraggio e marcatura dello Squalo bianco nel Mediterraneo” dell’università di Siena e del Centro Studi Squali di Massa Marittima (CSS), «Non è remota la possibilità che questa specie abbia superato il limite di non recupero, almeno nelle acque costiere italiane». 

La ricerca, promossa da Primo Micarelli, docente dell’università di Siena,, vede coinvolte: Francesca Romana Reinero, coordinatrice scientifica e Consuelo Vicariotto del CSS,  la professoressa Letizia Marsili coordinatrice dell’equipe del dipartimento di Scienze Fisiche della Terra e dell’Ambiente dell’Università di Siena, il gruppo di ricerca Magiamare-Siena, attivo nello stesso dipartimento universitario con Guia Consales.

Lo studio, che ha messo in campo studiosi con ampie competenze in materia, ampi mezzi e tecnologie avanzate, evidenza che «Nessun esemplare di squalo bianco sia stato “avvistato” durante le oltre 650 ore di monitoraggio sul campo lungo le coste Italiane tra il 2017 ed il 2024».

UniSi e CSS lanciano un allarme, corredato dal rapporto tecnico finale del progetto che evidenzia come «La totale assenza di avvistamenti durante le attività di monitoraggio sul campo possa significare che la specie possa aver superato la soglia di non ritorno, con una grave perdita in termini di Biodiversità per il Bacino Mediterraneo, dove era presente da circa 3 milioni di anni». 

Redazione Greenreport

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