Lettera delle associazioni al presidente del Senato: fermi caccia selvaggia
Negli ultimi mesi, decine di migliaia di cittadini italiani ed europei hanno firmato contro i tentativi in atto di modificare la legge sulla caccia, peggiorando il regime di tutela per la fauna selvatica e introducendo una liberalizzazione in contrasto con le direttive comunitarie e il dettato costituzionale.
Ieri, Animalisti Italiani, Anpana, Cabs, Enpa, Gaia Animali e Ambiente, Lac, Lav, Leal, Leidaa, Legambiente, Lipu-Birdlife Italia, Lndc Animal Protection, Oipa, Pronatura, Rete dei santuari e Wwf Italia hanno inviato una lettera al presidente del Senato Ignazio La Russa consegnandogli simbolicamente le 50mila firme raccolte con una petizione ospitata da Il Fatto Quotidiano, e sostenuta da numerose associazioni ambientaliste e animaliste e altre 65mila firme raccolte con una petizione popolare avviata dalla Lipu-BirdLife Italia.
Le associazioni animaliste e ambientaliste scrivono a La Russa: «In particolare, ci preme porre alla Sua attenzione quanto sta avvenendo in queste ore in seno alla nona Commissione permanente Industria, commercio, turismo, agricoltura e produzione agroalimentare del Senato, dove è in discussione la legge di conversione del decreto-legge che reca disposizioni urgenti per le imprese agricole, della pesca e dell'acquacoltura. In tale decreto sono stati inseriti e dichiarati ammissibili gli emendamenti in materia venatoria che prevedono di sparare agli uccelli in migrazione sui valichi montani, sottrarre i richiami vivi dalle tutele della legge, vanificare i ricorsi contro i calendari venatori illegittimi presentati da cittadini e associazioni e, inoltre, l’utilizzo di strumenti vietati dalle direttive comunitarie. In definitiva alcuni degli emendamenti presentati, oltre a rappresentare una palese violazione del dettato costituzionale, preludono chiaramente al contenzioso comunitario. La gravità di questa iniziativa non risiede soltanto nel sottrarre la fauna selvatica ad un regime di tutela consolidato, ma anche nel voler utilizzare lo strumento del Decreto legge – che come noto deve avere carattere d’urgenza ed essere omogeneo nei contenuti - per operare la modifica sostanziale della legge di tutela della fauna che rappresenta, fra le altre cose, anche la legge di recepimento della Direttiva comunitaria “Uccelli”.
Le Associazion i fanno notare al Presidente del Senato che «Il tutto ad aggravare la situazione del nostro Paese che, in materia venatoria, è già sotto procedura di infrazione (da febbraio 2024) e di una procedura Eu-Pilot, aperta l’anno scorso, proprio su molti dei contenuti degli emendamenti che saranno votati nel Dl Agricoltura. Se approvati, tali emendamenti porterebbero ad un ulteriore, gravissimo smantellamento della normativa italiana sulla tutela della fauna e la regolamentazione della caccia, con irreparabile danno al patrimonio internazionale degli uccelli migratori, nonché una violazione dell’articolo 9 della Costituzione che prevede che la Repubblica tuteli l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi».
La lettera a La Russa conclude: «Facciamo appello affinché Lei possa intervenire e porre in essere tutte le iniziative necessarie affinché questi emendamenti siano respinti, nel rispetto del dettato costituzionale e della correttezza dei percorsi istituzionali».