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Cosa mangia un calamaro gigante? La dieta rivelata da uno studio italo-spagnolo

 |  Natura e biodiversità

Il calamaro gigante (Architeuthis dux), vive nelle profondità di tutti gli oceani del mondo, anche se è raro alle latitudini tropicali e polari, ma, nonostante sia una specie cosmopolita, le informazioni sulla sua biologia, sul suo comportamento e sul ruolo che svolge nelle catene alimentari dell’ecosistema marino sono tuttora scarse.

A cercare di far luce sulla misteriosa vita del calamaro gigante è stato lo studio “What does the giant squid Architeuthis dux eat?” pubblicato su Hydrobiologia da un team condotto da Paola Belcari, del Dipartimento di biologia dell’università di Pisa,  con Ángel Guerra e Marcos Regueira dell’Instituto de Investigaciones Marinas (Csic) di Vigo in Spagna.

La ricerca italo-spagnola è stata condotta su 7 calamari giganti, 5 femmine e 2 maschi, gli unici con contenuti stomacali identificabili fra i 31 esemplari reperiti in acque iberiche dell’Oceano Atlantico nord occidentale e del Mar Mediterraneo occidentale.  Il peso corporeo dei campioni variava 22,5 a 200 kg.  I dati raccolti sono stati integrati con le informazioni esistenti nella letteratura scientifica portando la casistica a 20 esemplari provenienti da un’area geografica molto vasta, dalla Nuova Zelanda, all’Irlanda sino alla Namibia.

All’università di Pisa spiegano che «nello stomaco degli esemplari analizzati sono stati trovati resti di cefalopodi, ma  soprattutto di pesci, sia pelagici che nectobentonici, cioè che nuotano nella colonna d’acqua a varie altezze o che solo occasionalmente stanno sui fondali, tutti attivissimi nuotatori, come sgombridi, potassoli (Micromesistius poutassou) e naselli (Merluccius merluccius), con dimensioni variabili dai 12 ai 34 cm. Confrontando le informazioni raccolte con la letteratura precedente, la ricerca ha dunque rilevato che il calamaro gigante gioca lo stesso ruolo di “top predator” nelle catene trofiche di tutta l’area considerata, senza differenze significative relative alla taglia o al sesso né alla località geografica di reperimento».

Il team di ricerca italo-spagnolo evidenzia che «i risultati ottenuti dimostrano che questa specie preda principalmente nuotatori pelagici veloci nuotatori pelagici e pesci in branchi  e cefalopodi e che è un cacciatore opportunista che tende imboscate».

Paola Belcari conclude: «Basandosi su caratteristiche anatomiche e morfologiche, ricerche precedenti avevano suggerito cheArchiteuhis dux fosse un predatore pigro, che sta indolentemente sul fondo dei mari ad aspettare le sue prede, il nostro studio suggerisce invece che esso sia un “top predator” molto attivo, che va a caccia di cibo in acque libere, tendendo agguati a pesci in branchi e cefalopodi e che solo occasionalmente si alimenti stando sul fondo con modalità più passive. A tutt’oggi le informazioni disponibili su Architeuthis dux sono molto frammentarie e basate su un numero abbastanza scarso di animali, ritrovati morti o morenti, spiaggiati o inavvertitamente catturati dalle reti da traino dei pescatori e le osservazioni sulla sua dieta sono ancora più limitate, in quanto gli animali vengono spesso raccolti in cattive condizioni di conservazione, con stomaci vuoti o con contenuti difficilmente riconoscibili. Basti pensare che le prime foto di un calamaro gigante vivo nel suo habitat naturale  risalgono al  2005, mentre il primo video è del 2013».

Redazione Greenreport

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