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L’intervista a cura dell’Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana (Arpat)

Crisi climatica in Europa, le giornate con forte stress termico sono raddoppiate dal 1950

Gozzini (Lamma): «Il cambiamento climatico ormai è in mezzo a noi, detta la nostra agenda sociale e politica con eventi estremi sempre più intensi»
 |  Interviste

L’Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana (Arpat) ha intervistato Bernardo Gozzini, amminsitratore unico del Consorzio Lamma, il Laboratorio per il monitoraggio e la modellistica ambientale per lo sviluppo sostenibile nato dall’impegno congiunto di Regione Toscana e Cnr. Il focus dell’intervista, che riportiamo di seguito, è incentrato sugli effetti della crisi climatica nell’area del Mediterraneo. 

Quali sono i dati che emergono dal bollettino pubblicato da Copernicus, il servizio di osservazione della Terra dell’Unione europea?

«Sono ormai diversi anni che ogni estate commentiamo informazioni e dati sulle temperature registrate, sugli estremi, sugli eventuali record a confermare l’andamento ormai inesorabile di estati sempre più calde in linea con una emergenza climatica in atto.

Attraverso l'Indice Universale di Clima Termico (UTCI), che tiene conto della temperatura, dell'umidità, della velocità del vento, dell'irraggiamento solare e del calore emesso dall'ambiente circostante, nonché della risposta del corpo umano ai diversi ambienti termici, si possono classificare i giorni di stress da caldo rappresentati da una temperatura, in ˚C, “simile a quella percepita”. I dati di Copernicus su UTCI evidenziano un aumento consistente della percentuale dei cosiddetti giorni con forte stress termico (UTCI compreso tra i 38 e i 46 ˚C). Il grafico mostra la percentuale di giorni con forte stress termico in Europa dal 1950 al 2023 nel quale è evidente come questa percentuale sia più che raddoppiata con il 2022 ed il 2023 in testa alla classifica.

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Il 2023 si è concluso a livello mondiale con una anomalia superiore a 1˚C, il raggiungimento della soglia di 1,5 ˚C del riscaldamento globale - limite concordato nell'ambito della COP di Parigi (2015) - può sembrare una realtà molto lontana, ma potrebbe essere più vicino di quanto si pensi. Secondo Copernicus, se il riscaldamento continuasse al ritmo attuale, sarebbe molto probabile che ciò possa avvenire nel 2033».

Qual è la tendenza in Toscana?

«Anche in Toscana le temperature stanno aumentando con un trend molto simile a quello italiano ed europeo e questo aumento è più evidente in estate. Per esempio, considerando i dati di quattro capoluoghi (Firenze, Arezzo, Pisa e Grosseto) sono state calcolate le ondate di calore identificate come un periodo di almeno tre “giorni critici di calore” consecutivi, intendendo per “giorno critico di calore” un giorno con temperatura media giornaliera superiore di una deviazione standard rispetto alla temperatura media giornaliera climatologica (calcolata su 1991-2020). Il grafico mostra un aumento considerevole con un trend significativo indicato dalla linea grigia.

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Inoltre, a Firenze sono quasi triplicati i giorni con temperatura massima uguale o superiore a 35˚C, una soglia considerata limite al comfort delle persone. Il dato del 2024 è calcolato al 27 agosto con 44 giorni rispetto ai 48 della famosa estate 2003. Considerando la previsione per i prossimi giorno è molto probabile che il 2024 raggiunga il record del 2003 se non addirittura superarlo.

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Il cambiamento climatico ormai è in mezzo a noi, detta la nostra agenda sociale e politica con eventi estremi sempre più intensi. Oltre alle ondate di calore abbiamo alluvioni lampo che costringono a rivedere anche la progettazione delle opere idrauliche per il contrasto al dissesto idrogeologico. Il regime pluviometrico cambia, ad anni particolarmente piovosi seguono anni con siccità sempre più persistenti che determinano da una parte le condizioni favorevoli agli incendi boschivi con una vegetazione secca a fare da combustibile dall’altra la necessità di una pianificazione diversa della gestione della risorsa idrica, accumularla quando in abbondanza per poi usarla con parsimonia nelle siccità».

È in atto un fenomeno di surriscaldamento del Mediterraneo: perché le acque del mare stanno diventando sempre più calde?

«L’oceano gioca un ruolo fondamentale come regolatore e stabilizzatore del clima; infatti, assorbe quasi il 90% del calore in eccesso nel sistema ed anche un terzo della CO2 emessa ogni anno dalle attività umane. La quantità di calore assorbita ormai è tale da far aumentare la temperatura del mare non solo in superficie ma anche in profondità e questo maggior contenuto di calore riduce anche la capacità di assorbire l’anidride carbonica. Anche il Mediterraneo si sta riscaldando ad un ritmo maggiore rispetto agli oceani, negli ultimi 63 anni l’aumento registrato è di circa 1,1 ˚C su tutto il bacino con un incremento maggiore nella parte Centro Occidentale. Nel grafico sottostante elaborato dal CEAM  (Fundació de la Comunitat Valenciana Centro d'Estudis Ambientals del Mediterrani) relativo al periodo dal 1982 al 2023 è evidente come è cambiata la temperatura media del Mediterraneo.

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Nella mappa sottostante viene riportata l’anomalia della temperatura superficiale del Mediterraneo nel mese di luglio 2024 dove non si vedono aree con anomalie negative e la zona più calda risulta l’Adriatico dove quest’anno si sono registrati problemi con la mucillagine.

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Infine, la temperatura superficiale del Mediterraneo ha appena stabilito un nuovo record di temperatura nei primi giorni di agosto raggiungendo l'incredibile valore di +28,15 ˚C di temperatura media della superficie del mare considerando tutto il bacino».

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Ci sono rischi di innalzamento del livello del mare anche nel Mediterraneo? Con quali conseguenze?

«Copernicus conferma che a causa di una combinazione di espansione termica dell'acqua marina e di scioglimento dei ghiacci terrestri, negli ultimi trenta anni il livello del mare del Mediterraneo si è innalzato a un ritmo medio di 2,8 mm all'anno. Questo dato segna un aumento del ritmo di innalzamento del livello del mare rispetto alla media del XX° secolo. Entro il 2100, il livello del mare potrebbe essere aumentato di 90 cm rispetto al 2000, con variazioni locali fino a 10 cm.
In generale, l’innalzamento del livello del mare aumenterà il rischio di inondazioni ed erosione costiera, per lo più associato a mareggiate e alte maree. Alcune aree costiere italiane potrebbero correre il rischio di essere sommerse dal mare ed anche alcuni molti siti del patrimonio culturale della regione mediterranea potrebbero essere sono esposti al rischio di inondazioni costiere».

Quali sono previsioni per questo scorcio di stagione estiva?

«Al momento le previsioni mensili e stagionali ci dicono che settembre, in linea con quanto avvenuto negli ultimi anni, potrebbe avere anomalie termiche positive vale a dire più caldo rispetto alla norma ma non eccessivo mentre per quanto riguarda le precipitazioni a settembre la circolazione dovrebbe favorire un numero di giorni piovosi inferiore alla norma. L’estate non è ancora finita e sembra prolungarsi fino a tutto settembre».

di Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana (Arpat)

Redazione Greenreport

Greenreport conta, oltre che su una propria redazione giornalistica formata sulle tematiche ambientali, anche su collaboratori specializzati nei singoli specifici settori (acqua, aria, rifiuti, energia, trasporti e mobilità parchi e aree protette, ecc….), nonché su una rete capillare di fornitori di notizie, ovvero di vere e proprie «antenne» sul territorio.