Consiglio di Stato olandese blocca una piattaforma di estrazione del gas
L’annuncio lo ha dato in diretta Greenpeace Nederland; «Agire funziona! Difendere la natura e il clima funziona! Lo abbiamo dimostrato tutti oggi. Mentre Greenpeace stava intervenendo su una piattaforma di trivellazione ONE-Dyas vicino a Schiermonnikoog, il giudice ha annullato il permesso della compagnia petrolifera e del gas. Una notizia fantastica per la natura e il clima».
Ieri gli attivisti di Greenpeace ieri avevano scalato la trivella offshore cercava nuovi depositi di gas fossile nelle acque dei Paesi Bassi, a circa 20 chilometri dall’isola tedesca di Borkum, e hanno dispiegato striscioni con le scritte “No new gas” e “Il gas distrugge”.
L'ONE-Dyas vuole costruire una nuova piattaforma di perforazione vicino al Mare di Wadden. Un giudice aveva precedentemente revocato l'autorizzazione per questo, a causa delle incertezze sull'impatto sulla natura. Il Segretario di Stato olandese per gli affari economici e la politica climatica non si è preoccupato di questa decisione e la scorsa settimana ha dato il via libera alla compagnia fossile. Deutsche Umwelthilfe, Greenpeace Nederland e altre organizzazioni ambientaliste hanno contestato questa decisione presentando un ricorso al Consiglio di Stato dei Paesi Bassi chiedendo di «Fermare le attività estrattive della “Prospector 1”, pericolose per il clima del pianeta e per tutti noi». Il Consiglio di Stato ha accettato il ricorso e gli attivisti di Greenpeace hanno quindi sospeso l’occupazione della trivella e cantano vittoria:
Simona Abbate di Greenpeace Italia commenta: «Quello che è successo ieri nei Paesi Bassi dimostra che opporsi alle compagnie fossili è possibile. Che si occupi di una trivella o si cerchi giustizia in tribunale, le persone non stanno più in silenzio. Per la stessa identica ragione, Greenpeace Italia, ReCommon e 12 cittadine e cittadini hanno deciso di portare ENI in tribunale, perché chi inquina e danneggia il pianeta deve rispondere delle proprie azioni».
Greenpeace Nederland ricorda che «Le compagnie fossili in Europa stanno progettando nuove trivellazioni di petrolio e gas. Altri fossili nel 2024, non puoi inventarlo, vero? Non è possibile che pompiamo ancora più petrolio e gas, con il risultato di ulteriori emissioni di CO2 e distruzione della natura. Ecco perché è importante votare il 6 giugno, preferibilmente per un partito dal cuore verde, ovviamente. L’Ue deve vietare tutti i nuovi progetti relativi ai combustibili fossili il prima possibile».
La Abate conclude: «Mentre alluvioni e ondate di calore minacciano la vita di milioni di persone, le compagnie fossili continuano a pianificare nuove infrastrutture per il gas in Europa. La comunità scientifica è concorde: non c’è posto per altro gas e petrolio se vogliamo limitare l’aumento della temperatura globale al di sotto di 1,5 gradi Centigradi. Ogni minimo incremento di temperatura aumenta il rischio di eventi climatici sempre più estremi, incrementa il medio livello del mare, mette a rischio la biodiversità e la sicurezza di milioni di persone. Chiediamo all’Unione Europea e agli Stati Membri di vietare nuove infrastrutture di gas in Europa. E’ questione di sicurezza e di giustizia per la nostra generazione e per le generazioni future».