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Trovate microplastiche nelle seppie del Tirreno Meridionale

Il 69% di Sepia officinalis del Golfo di Patti ha ingerito particelle di plastica. Le seppie come indicatori dell’inquinamento
 |  Inquinamenti e disinquinamenti

Le diverse specie di cefalopodi sono ecologicamente ed economicamente importanti e svolgono un ruolo chiave negli ecosistemi marini, eppure, la conoscenza sulla presenza e gli effetti dell'ingestione di microplastiche in questo gruppo tassonomico è ancora limitata.
Lo studio “Microplastic occurrence in the digestive system and health status assessment in a commercially important cephalopod species, Sepia officinalis from the Gulf of Patti (southern Tyrrhenian Sea)”, pubblicato sul Marine Pollution Bullettin da un team di ricercatori della Stazione Zoologica Anton Dohrn (SZN), della Department of Agriculture and Fisheries, Fisheries division del Northern Territory Government of Australia, dell’università di scienze gastronomiche di POllrenza e dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA) ha analizzato per la prima volta l'ingestione di plastica e lo stato di salute delle seppie (Sepia officinalis) che vivono nel Golfo di Patti, nel Mar Tirreno meridionale.
Secondo quanto scrivono i ricercatori, «Inoltre, questo aiuta a valutare i rischi di inquinamento da microplastiche nell'area. Sono state studiate la presenza e la caratterizzazione della plastica e il fattore di condizione relativa di Le Cren (Kn) calcolato come indice dello stato di salute. Le concentrazioni di microplastiche e la pericolosità dei polimeri sono state utilizzate anche per rilevare in via preliminare il rischio ambientale».
Dallo studio, che fa parte del progetto CIAO MARE - Cephalopod Integrated Analysis to identify the impact Of MARine Environmental pollution, finanziato dal PRIN 2022 PNRR, sono emersi valori elevati di microplastiche (%O = 69) nelle seppie, una specie commercialmente importante del Mar Mediterraneo, suggerendo che «L'habitat, le abitudini alimentari e l'apparato digerente (morfologia e funzione) svolgono un ruolo importante nell'influenzare la presenza e la distribuzione di nmicroplastiche nella S. officinalis. L'assenza di una chiara correlazione tra l'ingestione di microplastiche e il Kn in questo studio non esclude la possibilità di impatti più sottili o a lungo termine della plastica sulla salute delle seppie comuni. La valutazione preliminare del rischio conferma che l'area di studio è soggetta a inquinamento da microplastiche e polimeri pericolosi».
Secondo la SZN, i risultati di questo studio sono: «Presenza di plastiche nel sistema digerente della seppia. Prima evidenza di ingestione di plastica in S. officinalis del Mar Tirreno meridionale. S. officinalis è stata utilizzata, per la prima volta, per la valutazione del rischio ambientale. Caratterizzazione delle plastiche isolate dall'apparato digerente della seppia. Analisi dei potenziali effetti dell'ingestione delle plastiche sulla seppia comune. Il 69% di S. officinalis del Golfo di Patti ha ingerito particelle di plastica. Valutazione del potenziale ruolo della seppia come bioindicatore dell’inquinamento marino. Questi risultati contribuiscono a comprendere meglio l’impatto delle plastiche sugli organismi marini e supportano il monitoraggio dell’inquinamento da plastica nel Mediterraneo».
I ricercatori concludono: «I dati di questo studio suggeriscono che la seppia comune ha il potenziale per essere valutata utilmente come un bioindicatore per il monitoraggio dell'inquinamento da plastica su scala mediterranea. Proponiamo l'aggiunta di questa specie agli attuali programmi di monitoraggio come quelli eseguiti nell'ambito della direttiva quadro sulla strategia marina».

Umberto Mazzantini

Scrive per greenreport.it, dove si occupa soprattutto di biodiversità e politica internazionale, e collabora con La Nuova Ecologia ed ElbaReport. Considerato uno dei maggiori esperti dell’ambiente dell’Arcipelago Toscano, è un punto di riferimento per i media per quanto riguarda la natura e le vicende delle isole toscane. E’ responsabile nazionale Isole Minori di Legambiente e responsabile Mare di Legambiente Toscana. Ex sommozzatore professionista ed ex boscaiolo, ha più volte ricoperto la carica di consigliere e componente della giunta esecutiva del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano.