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Uno strumento europeo per valutare i danni alla natura in sede giudiziaria

BIOVAL definisce il valore di specie ed habitat danneggiati quando il ripristino in natura non è possibile
 |  Inquinamenti e disinquinamenti

BIOVAL è un progetto congiunto di EU Forum of Judges for the Environment. (EUFJE), EU Network for the Implementation and Enforcement of Environmental Law (IMPEL) ed European Network of Prosecutors for the Environment (ENPE), finanziato dalla Commissione europea ed iniziato nel 2020 con l'obiettivo di «Sviluppare e diffondere uno strumento indicativo per valutare i danni alla natura in tribunale, ovvero per aiutare i professionisti legali a calcolare un risarcimento finanziario per i danni alla natura quando il ripristino in natura non è possibile».

Fatta salva la Direttiva sulla Responsabilità Ambientale, BIOVAL si basa sui principi della responsabilità ambientale e del “chi inquina paga” e contribuisce a raggiungere gli obiettivi della Strategia Ue sulla Biodiversità 2020-2030 di migliorare l’applicazione e ripristinare la natura. In linea con i requisiti della Direttiva 2024/1203 dell’11 aprile 2024 sulla tutela penale dell’ambiente, fornisce alle autorità uno strumento sviluppato dall’Instituut voor Natuur- en Bosonderzoek (INBO) per calcolare il risarcimento finanziario quando il danno alla natura è irreversibile o non può essere riparato dall’autore del reato.

Sulla base di un sondaggio online del 2020, di una revisione della letteratura e di discussioni di esperti, INBO ha selezionato i criteri più rilevanti che coprono i valori strumentali, relazionali e intrinseci della natura. I criteri selezionati sono Rischio di estinzione, Importanza ecologica, Importanza culturale, Contributo al benessere e Dimensioni o durata della specie.

All’INBO spiegano che «Per passare dai criteri all'importo della compensazione monetaria, abbiamo utilizzato una nuova metodologia per tenere conto dell'interrelazione tra le diverse categorie, dell'incommensurabilità dei diversi valori della natura e della fattibilità sia della formula stessa che degli importi di compensazione risultanti alla luce di procedure legali. Abbiamo creato una formula additiva, rispettando l'indipendenza dei diversi criteri ed evitando la confusione, ridimensionata ad un importo accettabile attraverso il quinto criterio: dimensione e durata della specie».

Lo scopo principale del progetto è stabilire importi di compensazione accettabili: «Sulla base dei workshop svolti durante il progetto, del confronto con altre liste di compensazione in Europa e della letteratura scientifica, è stato concordato l'importo massimo di 50.000 euro per le specie grandi o longeve. Tale importo massimo viene ridotto a 10.000 euro per le specie di taglia media o medio-lunga e a 1.000 euro per le specie di piccola o breve durata. Questo significa che una specie che ottiene il punteggio più alto per tutti i diversi criteri richiederebbe un risarcimento di 50.000 euro se è una specie di grandi dimensioni, o di 1.000 euro se è una specie di piccole dimensioni».

Il sito web di BIOVAL fornisce un elenco indicativo di valori per 100 specie di vertebrati nella regione fiamminga del Belgio che verrà aggiornato e ampliato con altre specie, habitat e Paesi, Inoltre, dispone di un database di giurisprudenza che utilizza lo strumento BIOVAL per valutare il risarcimento dei danni naturali in tribunale e raccoglie e pubblica sintesi delle sentenze nelle quali è stata applicata la metodologia BIOVAL.

A BIOVAL concludono: «L’idea è quella di aiutare i professionisti legali ambientali a valutare i danni alla natura dando loro un’idea di quali importi sono stati determinati per determinate specie in casi giudiziari simili. Naturalmente l’elenco è indicativo e deve essere applicato tenendo conto delle specificità del caso e della normativa applicabile».

Redazione Greenreport

Greenreport conta, oltre che su una propria redazione giornalistica formata sulle tematiche ambientali, anche su collaboratori specializzati nei singoli specifici settori (acqua, aria, rifiuti, energia, trasporti e mobilità parchi e aree protette, ecc….), nonché su una rete capillare di fornitori di notizie, ovvero di vere e proprie «antenne» sul territorio.