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A Priolo e negli altri Sin italiani, il disinteresse delle istituzioni per le bonifiche uccide

Nel quadrilatero della Sicilia sud-orientale vivono 100mila cittadini, che da decenni subiscono una sovraesposizione di fattori cancerogeni
 |  Inquinamenti e disinquinamenti

Il Sito d’interesse nazionale (Sin) per le bonifiche di Priolo racchiude un territorio enorme (si veda la cartografia in foto) della Sicilia sud-orientale.

Perimetrato più di vent’anni orsono, testimonia l’incapacità della classe politica che si è succeduta alla guida del Paese per quasi un quarto di secolo. Gli oltre 100.000 mila residenti del quadrilatero Augusta-Melilli-Priolo Gargallo e Siracusa-Santa Panagia sono rimasti imbrigliati in un territorio che produce malattie neonatali e perinatali con le incidenze tra le più alte d’Italia, per non parlare delle neoplasie che si riscontrano negli adulti.

Gli epidemiologi di diverse università, in anni recenti, hanno provato a tracciare i numeri delle malattie e delle morti per tumore dovute all’esposizione da inquinamento provenienti dalle estese ed obsolete raffinerie della zona cosiddetta industriale del quadrilatero descritto.

Un tema di cui ormai neanche si discute più, come se fosse subentrata una sorta di rassegnazione che fa considerare normale vivere tra discariche a cielo aperto, stoccaggi di rifiuti speciali e/o pericolosi al punto da farla ritenere una condizione di vita accettabile.

Francamente si fatica molto nell’accettare di trascorrere la propria esistenza in aree insalubri, a sovraesposizione di fattori cancerogeni. Purtroppo, si è fatta passare per normalità.

Le tante persone che spesso fanno fatica a mettere insieme il pranzo con la cena hanno finito per considerare normale vivere al confine (in molti casi anche dentro) del Sin di Priolo.

Cito Priolo perché è uno tra i più estesi e rilevanti, ma altre aree eufemisticamente definite “Siti di interesse nazionali” si vengono a trovare nelle stesse identiche situazioni e i residenti in quelle aree scordate da Dio e dallo Stato condividono le stesse identiche tribolazioni dei siciliani del quadrilatero che, per accomodamento psicologico, fingono di esserselo scordato.

Aurelio Caligiore, Ammiraglio Ispettore del Corpo della Guardia Costiera

Da oltre trent’anni Ufficiale della Marina Militare del Corpo della Guardia Costiera, l’Ammiraglio Ispettore Aurelio Caligiore è da sempre impegnato in attività legate alla tutela dell’ambiente. Nell’ultimo decennio è stato Capo del Reparto ambientale marino delle Capitanerie di Porto (RAM) presso il ministero dell’Ambiente. Attualmente è Commissario presso la Commissione Pnrr-Pniec del ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica (Mase).