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Arriva da qui il 73% delle emissioni di Pm2.5

Riscaldamento e raffrescamento sono tra le principali fonti d’inquinamento atmosferico in Europa

Uno studio del Jrc evidenzia la necessità di accelerare l'adozione di tecnologie pulite e rinnovabili
 |  Inquinamenti e disinquinamenti

L'inquinamento atmosferico continua ad essere il principale rischio per la salute ambientale per gli europei, causando malattie croniche e morti premature, specialmente nelle città e nelle aree urbane. Secondo le ultime stime dell'Agenzia europea per l’ambiente, almeno 239.000 decessi nell'Ue nel 2022 sono attribuibili all'esposizione all'inquinamento da particolato fine (Pm2.5), di cui 48.600 nel nostro Paese; in seconda battuta tra gli inquinanti spicca il biossido di azoto (NO2), con 48.000 morti premature l’anno in Ue di cui 9.600 in Italia.

I sistemi di riscaldamento e raffrescamento degli edifici rappresentano una delle principali fonti di inquinamento atmosferico in Europa, contribuendo in maniera significativa al rilascio di particolato fine (Pm2.5), ossidi di azoto (NOx), monossido di carbonio (CO), anidride solforosa (SO2) e altri inquinanti nocivi. Le emissioni di queste sostanze, legate in gran parte al settore residenziale, pongono seri rischi per la salute umana e ambientale.

Uno studio del Centro comune di ricerca della Commissione Ue (Jrc) evidenzia l'urgenza di adottare tecnologie più pulite, efficienti e basate su fonti rinnovabili, sottolineando come ancora il 97% della produzione di calore sia legato a dispositivi a combustione, e dunque all’economia fossile. Dal riscaldamento e raffrescamento arriva infatti il 73% di particolato (Pm2.5), il 33% di ossidi di azoto (NOx), il 2% di ammoniaca (NH3), il 18% di composti organici volatili non metanici (Covnm), il 61% di monossido di carbonio (CO) e il 49% di anidride solforosa (SO2).

Sebbene negli ultimi due decenni l'Ue abbia compiuto progressi significativi, riducendo del 16% il consumo energetico per il riscaldamento e il raffreddamento rispetto al 2005, i dispositivi tradizionali continuano a dominare il mix energetico.

L’utilizzo delle pompe di calore, che non producono emissioni inquinanti dirette, è aumentato di sei volte dal 2005, ma rappresenta ancora solo il 3,7% del consumo finale lordo di energia e contribuisce in misura limitata (15%) al totale delle energie rinnovabili nel settore, che ha comunque raggiunto una quota del 25%.

Il settore residenziale rimane il principale responsabile delle emissioni inquinanti legate al riscaldamento, evidenziando l'urgenza di stabilire limiti di emissione più severi per gli apparecchi destinati a questo settore, con un'attenzione particolare alla biomassa, principale fonte di Pm2.5, e al gas naturale e alla biomassa per quanto riguarda le emissioni di ossidi di azoto (NOx).

L'adozione di alternative sostenibili richiede una transizione accelerata verso fonti energetiche meno inquinanti e tecnologie più efficienti. Il tipo di combustibile, la tecnologia utilizzata e l'efficienza complessiva dei sistemi sono fattori chiave per ridurre le emissioni. Solo con politiche ambiziose e investimenti mirati sarà possibile ridurre l'impatto ambientale del riscaldamento e del raffreddamento, contribuendo a migliorare la qualità dell'aria e la salute delle comunità.

Vincenza Soldano

Vincenza per l’anagrafe, Enza per chiunque la conosca, nasce a Livorno il 18/08/1990. Perito chimico ad indirizzo biologico, nutre da sempre un particolare interesse per le tematiche ambientali, che può coltivare in ambito lavorativo a partire dal 2018, quando entra a fare parte della redazione di Greenreport.it