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Trattato globale sulla plastica, il vertice Onu a Busan si chiude senza un accordo

La delusione del Wwf, che ora punta a un nuovo appuntamento nel 2025 per l’approvazione di un testo «giuridicamente vincolante»
 |  Inquinamenti e disinquinamenti

Niente accordo sulla plastica, nonostante la maggioranza dei Paesi seduti al tavolo si fosse detta disponibile a dare il massimo sostegno a favore delle misure più ambizione. Il quinto incontro del Comitato intergovernativo di negoziazione delle Nazioni unite (Inc-5), tenutosi a Busan, Corea del Sud, che mirava a finalizzare un trattato globale legalmente vincolante per ridurre l’inquinamento da plastica, si è concluso con un nulla di fatto. Non è andata come alla Cop29 di una decina di giorni fa, che si è chiusa ai tempi supplementari con un accordo che ha deluso un po’ tutti, né come la Cop16 sulla biodiversità, che per colpa di un pasticcio sul quorum si è chiusa senza risultato ma verrà ripresa a febbraio a Roma presso la sede della Fao per cercare di arrivare a un punto fermo. No, a Busan, il vertice internazionale si è chiuso senza né un accordo insoddisfacente né un arrivederci a Roma. Finito, stop, niente da fare. Almeno per ora, aggiungono i più speranzosi che sia aspettano qualche novità per l’anno nuovo. Il motivo? Oltre 100 nazioni, guidate da Panama, hanno sostenuto l’introduzione di limiti alla produzione di plastica per affrontare efficacemente la crisi ambientale. Al contrario, un gruppo ristretto di grandi produttori di petrolio, tra cui Arabia Saudita e Russia, si è opposto a tali restrizioni, preferendo focalizzarsi in maniera strumentale sulla gestione dei rifiuti plastici. 

Dunque, si è deciso di prendere tempo. Ma benché siano state date rassicurazioni per una ripresa dei negoziati nel 2025, la data e il luogo per tornare al tavolo non sono stati ancora decisi. Spiega Christina Dixon, responsabile della campagna per gli oceani dell’Environmental investigation agency (Eia): «A Busan abbiamo esaurito il tempo a disposizione per approdare a un trattato globale sulla plastica e alla fine non siamo stati all’altezza del mandato e dell’opportunità che ci è stata data. Questi negoziati sono stati bloccati dalle industrie della plastica e dai Paesi a loro allineati, che non hanno alcuna intenzione di affrontare l'inquinamento da plastica o di lasciare che altri lo facciano. Di fronte a questo ostruzionismo, grandi gruppi di Paesi diversi hanno lanciato appelli per un trattato ambizioso. Abbiamo conquistato i cuori e le menti della maggioranza del mondo e continueremo a lottare in solidarietà con chi cerca soluzioni reali per porre fine ai danni dell'inquinamento da plastica».

Alle parole cariche di passione di Dixon fanno eco quelle di delusione del Wwf, che in una nota riporta una ricostruzione di quanto avvenuto a Busan. «Durante la concitata sessione plenaria dell’ultima giornata dell’Inc-5, il Messico, un gruppo di 95 Paesi di diverse regioni del mondo, tra i quali l’Italia, ha dichiarato che non avrebbe accettato un Trattato che non includesse misure globali vincolanti e l’eliminazione progressiva delle sostanze chimiche e dei prodotti in plastica più problematici come per esempio gli oggetti monouso. Quasi tutti i Paesi si sono alzati in piedi e hanno inoltre applaudito l’intervento della rappresentante del Ruanda, Juliet Kabera, che ha invitato tutti i presenti a dimostrare il proprio sostegno per un Trattato vincolante e ambizioso che coprisse l’intero ciclo di vita delle materie plastiche quale misura effettiva di prevenzione dell’inquinamento». Ma nonostante gli applausi, l’accordo alla fine non è arrivato e il Wwf esorta i Paesi a continuare a spingere per quelle misure necessarie a porre fine all'inquinamento da plastica, all’ulteriore sviluppo di liste di prodotti e sostanze chimiche da vietare e a concludere il processo di negoziazione il prima possibile.  

Commentando il mancato raggiungimento di un accordo, Eva Alessi, responsabile Sostenibilità del Wwf Italia, ha dichiarato: «Dopo una settimana di intensi negoziati, la riunione si è conclusa senza che i governi abbiano trovato un accordo sulla soluzione per la crisi della plastica. Sono ormai passati più di 1.000 giorni e cinque incontri negoziali da quando i governi hanno concordato di stabilire un Trattato giuridicamente vincolante per porre fine all'inquinamento da plastica. Durante questo periodo, sono state prodotte oltre 800 milioni di tonnellate di plastica, spesso monouso e non necessarie, di cui oltre 30 milioni di tonnellate sono finite nei nostri oceani con danni enormi per persone e ambiente. È scoraggiante concludere l’Inc-5 senza l’approvazione di un Trattato, ma l’ultima bozza presentata, così come il supporto dimostrato dalla maggioranza dei Paesi ci porta a guardare al 2025 e ad un eventuale Inc 5.2 con la consapevolezza che l’approvazione di testo giuridicamente vincolante, che ci metta finalmente sulla strada per eliminare l'inquinamento da plastica, è ancora possibile».

Redazione Greenreport

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