L'Unione europea vuole concludere un accordo globale sulla plastica all’INC-5 di Busan
Oggi a Busan, in Corea del Sud, è iniziata la quinta e decisiva sessione dell’Intergovernmental Negotiating Committee (INC-5) per sviluppare uno strumento internazionale giuridicamente vincolante sull'inquinamento da plastica, incluso nell'ambiente.
Il presidente sudcoreano Yoon Suk Yeol ha aperto il summit ricordando che «L'eccessiva dipendenza dell'umanità dalla comodità della plastica ha portato a un aumento esponenziale dei rifiuti di plastica. I rifiuti accumulati nei nostri oceani e fiumi ora mettono a repentaglio la vita delle generazioni future. Spero sinceramente che nella prossima settimana tutti gli Stati membri si uniscano in solidarietà, con un senso di responsabilità per le generazioni future, per aprire un nuovo capitolo storico finalizzando un trattato sull'inquinamento da plastica».
Intervenendo di fronte agli oltre 3.800 delegati, il numero più alto dei cinque incontri, in rappresentanza di oltre 170 Paesi e oltre 600 organizzazioni di osservatori, la direttrice esecutiva dell’United Nations environment programme (Unep), Inger Andersen, ha sottolineato che «E’ arrivato il momento della verità per porre fine all'inquinamento da plastica. Nessuna persona su questo pianeta vuole vedere la plastica nelle proprie comunità o riversarsi sulle proprie coste. Nessuna persona vuole particelle di plastica contaminata da sostanze chimiche nel proprio flusso sanguigno, nei propri organi o nei propri bambini non ancora nati. Abbiamo un momento storico per porre fine alla crisi mondiale dell'inquinamento da plastica e proteggere il nostro ambiente, la nostra salute e il nostro futuro. Il nostro compito a Busan questa settimana è chiaro: concordare un trattato che ci metta sulla strada per realizzare un futuro libero dall'inquinamento da plastica una volta per tutte».
Il presidente dell’INC, Luis Vayas Valdivieso, ha aggiunto: «Le voci del mondo sono chiare: abbiamo bisogno di pasti sani e privi di microplastiche; abbiamo bisogno di aria, oceani e foreste pulite; abbiamo bisogno di prodotti di plastica sicuri e non tossici; abbiamo bisogno di innovazione, circolarità e collaborazione per sostituire la plastica dannosa. Sfruttiamo ogni strumento del multilateralismo, ogni grammo di creatività e ogni momento di dialogo per superare le nostre differenze e creare un trattato ambizioso quanto la nostra volontà collettiva ci consente».
Il segretario esecutivo dell'INC, Jyoti Mathur-Filipp, ha ricordato ai delegati che «Il successo di queste negoziazioni plasmerà direttamente il mondo in cui viviamo, ora e in futuro, perché una volta asciutto l'inchiostro, alle parole devono seguire i fatti e dovremmo tutti tenere d'occhio l'attuazione di questo strumento»,
E chi sembra impegnata perché l’INC-5 sia un successo è la Commissione europea che ha reso note quali sono le priorità dell'Ue per un accordo efficace: «La necessità di affrontare i livelli elevati e insostenibili della produzione primaria di polimeri di plastica, vietare le microplastiche aggiunte intenzionalmente nei prodotti e convergere attorno a una struttura nel nuovo strumento che affronti in modo completo la produzione di plastica». Inoltre, l'Ue chiederà che i grandi produttori assumano una parte della responsabilità finanziaria per l'inquinamento da plastica, sulla base del principio "chi inquina paga".
A Rio de Janeiro i leader del G20 hanno espresso nella loro dichiarazione finale l'ambizione di lavorare insieme per concludere i negoziati su uno strumento internazionale giuridicamente vincolante sull'inquinamento da plastica entro la fine del 2024. Per mobilitare il sostegno alla conclusione del trattato, l'Ue è attivamente coinvolta nella High Ambition Coalition to End Plastic Pollution, che comprende 65 Paesi (ma non direttamente l’Italia) impegnati a puntare in alto nei negoziati per porre fine a questo tipo di inquinamento entro il 2040.
E a Busan l'Ue evidenzierà che «Sebbene siano necessarie misure giuridicamente vincolanti a livello mondiale, dovrebbero essere tenute in considerazione anche le circostanze nazionali e dovrebbe essere garantita una transizione giusta. L'adozione di uno strumento giuridicamente vincolante per porre fine all'inquinamento da plastica è una priorità fondamentale del piano d'azione dell'UE per l'economia circolare».
Maroš Šefčovič, vicepresidente esecutivo per l’European Green Deal della Commissione Ue, conclude: «La plastica sta soffocando i nostri oceani, inquinando l'ambiente e danneggiando la salute e i mezzi di sussistenza delle persone. Se le cose continueranno così, la produzione di plastica triplicherà entro il 2060. Abbiamo bisogno di politiche globali coordinate per cambiare i modelli di produzione e consumo della plastica in modo da offrire benefici alle persone e al pianeta. Ora abbiamo la possibilità di dimostrare che possiamo intraprendere azioni congiunte per promuovere un'economia più circolare e sostenibile per la plastica. L'Ue è pronta a dialogare con le altre parti e a gettare ponti per concordare un trattato globale entro la fine di quest'anno».